Nuovo Dpcm, Crisanti: "Novità sulla quarantena non sono basate su dati"
"Si poteva mitigare questa situazione cominciando terze dosi prima, peccato originale è non giocare d'anticipo"
"Mi sembrano misure non sostenute dai dati" quelle contenute nell'ultimo nuovo Dpcm a tema Covid, dice Andrea Crisanti, riferendosi in particolare alle misure sulla quarantena. Il virologo ha parlato all'Adnkronos Salute sul contenuto del provvedimento licenziato ieri dal Cdm. "Dal provvedimento traspare la mancanza di opzioni" di fronte al boom di positivi e alla crisi del sistema dei tamponi.
Nuovo Dpc, Crisanti: "Quarantena non basata su dati"
"Si poteva evitare questa situazione? Penso che si sarebbe sicuramente potuta mitigare facendo le terze dosi quando dovevano essere fatte, cioè a partire da giugno. Il peccato originale è di non pensare in anticipo" sul virus, continua il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova.
"Non si può fare affidamento solo sui vaccini e rinunciare a tracciare", ha osservato il virologo. "La corsa alle farmacie e il boom dei tamponi sono la dimostrazione del fatto che le persone si sentono lasciate in balia di sé stesse. Ad agosto-settembre dell'anno scorso avevo proposto di creare una rete di laboratori in grado di fare oltre 500mila test molecolari al giorno a 2 euro l'uno. Ma abbiamo rinunciato a fare tutto questo, non si è fatto nulla sul tracciamento. L'unica cosa positiva è l'obbligo di mascherina Ffp2 sui mezzi pubblici e in molti altri contesti", ma per quanto riguarda i contatti stretti di positivi "non si può pensare che le persone facciano autoisolamento, autodiagnosi e autotracciamento", conclude Crisanti in riferimento a quei contatti stretti che potranno non fare quarantena a patto di indossare la mascherina Ffp2 per 10 giorni e "auto-sorvegliarsi".