Covid, parla il primario dell'ospedale di Padova: "Ricoverati anche i vaccinati in terapia intensiva"

Anche chi è vaccinato con doppia dose di vaccino anti Covid è finito in terapia intensiva. La situazione spiegata dal primario dell'ospedale di Padova

La notizia che anche i vaccinati contro il Covid finiscono in terapia intensiva è una vera e propria doccia fredda per gli italiani. A fare il quadro della situazione è il primario dell'ospedale di Padova, che ha rivelato questo dettaglio tristemente importante e spesso celato.

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Padova: il 40% di pazienti in terapia intensiva hanno il vaccino anti Covid

A parlare è la Dottoressa Annamaria Cattelan, primario di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliera di Padova, ai microfoni del Corriere della Sera. Il primario ha detto che ci sono prevalentemente intere famiglie di no vax ricoverate presso il suo ospedale ed in terapia intensiva, ma purtroppo c'è anche un altro dato. Il dato scioccante è che il 40% dei ricoverati in terapia intensiva, nel reparto della Dottoressa Cattelan, sono tutti vaccinati con doppia dose. Non si riesce a spiegare come sia possibile questa cosa dal momento che due dosi di vaccino proteggono quasi al 90% da infezioni gravi da Covid. La Dottoressa per non creare panico ha comunque fatto sapere che la maggior parte di questi pazienti sono anziani o hanno patologie pregresse. Queste persone si sono fidate completamente del vaccino rimanendo deluse, in quanto la tanto promessa immunità, loro, non l'hanno mai raggiunta. Adesso, fa sapere la Dottoressa Cattelan, ci si trova tra due fuochi, perché "dobbiamo gestire dal punto di vista clinico, comportamentale e psicologico da una parte chi ha rifiutato il vaccino, dall'altra i delusi del Servizio sanitario nazionale al quale si sono affidati seguendone ciecamente le raccomandazioni ma finendo ugualmente in ospedale". Ovviamente queste sono eccezioni e non la regola, o almeno si spera che sia così. Va considerato anche quanto tempo prima del ricovero queste persone abbiano fatto il vaccino, dato che a 6 mesi dalla seconda dose gli effetti tendono a scemare. Fatto sta che questo dato, può essere un catalizzatore dello scetticismo già troppo alto in buona parte della popolazione. Chissà se lo diventerà anche per coloro che non hanno mai dubitato del vaccino.