Crisanti indagato per diffamazione, il medico pro-chiusure: "Io come Gallileo"
"Era dai tempi di Galileo che una procura non si occupava di giudicare un articolo scientifico", ha commentato il professore
Andrea Crisanti è indagato per diffamazione. "Non ci voglio credere e mi sembra assurdo", dice, asserendo che era "dai tempi di Galileo che una procura non si occupava di giudicare un articolo scientifico". Crisanti ha parlato all'Adnkronos Salute. Nei confronti del direttore dell'istituto di microbiologia dell'Università di Padova, la Procura di Padova ha aperto un fascicolo per diffamazione. A presentare l'esposto è stato il direttore generale di Azienda Zero, Roberto Toniolo. Andrea Crisanti aveva sollevato aspre critiche sui test rapidi usati in Veneto.
Crisanti indagato per diffamazione, il medico pro-chiusure: "Io come Gallileo"
"Si stanno coprendo di ridicolo con questa denuncia - ha continuato Crisanti -. Credo sia la prima volta che un argomento scientifico viene usato a scopo diffamatorio". Sulla volontà di difendersi dalle accuse, il virologo è molto chiaro: "Non me ne preoccupo e non farò proprio nulla".
La magistratura vuol veder chiaro sui controversi test rapidi anti-Covid, per capire se siano veramente affidabili, come promesso dalle aziende produttrici, o se sono fallaci come ha appunto affermato Crisanti sulla base di un suo studio condotto all’ospedale di Padova. L'uso generalizzato dei test rapidi di prima e seconda generazione è da mesi al centro della polemica a distanza tra lo scienziato e il presidente del Veneto, Luca Zaia. Quest'ultimo aveva infatti fatto raggiungere alla Regione il record di tamponi grazie anche all'uso dei 'rapidi'.
Dalle colonne del quotidiano La Stampa, Crisanti ha spiegato le sue conclusioni: "Ho testato in laboratorio i tamponi antigenici scelti dalla Regione confrontandoli con i molecolari e sono affidabili al 70 per cento, meno del dichiarato". Dunque si tratta "di un problema di quel tipo di tamponi, che si possono usare per screening di massa su scuole e aziende, ma se li si adotta al posto dei molecolari si commette un’imprudenza e questo è quello che volevo dimostrare con la mia ricerca".