Vaccino Moderna, lo studio: un solo siero per sconfiggere 4 virus
La multinazionale lanciata sul mercato: vaccino polivalente, terza dose necessaria per tutti, somministrazioni anche ai bambini
Una sola dose volta a sconfiggere ben 4 virus: è l’innovativo studio messo in campo dalla multinazionale Moderna, l’azienda specializzata nella tecnologia dell’Rna messaggero, che studia un vaccino polivalente contro il Covid, le sue varianti più pericolose e i ceppi influenzali.
Vaccino moderna: preoccupano le varianti
La maggiore preoccupazione della casa farmaceutica sono le varianti, come ammesso da Andrea Carfi, capo della ricerca per le malattie infettive di Moderna, al Corriere della Sera, poi ripreso da ilgiornale.it. “Il nostro vaccino risponde cinque-sei volte meno rispetto a quanto non faccia contro il virus originale o contro la variante inglese”. Proprio per questo si stanno facendo nuove sperimentazioni, in particolare puntando su vaccini multivalenti, come già fatto per quelli influenzali.
Moderna: terza dose per rinforzare gli anticorpi
“Si è visto che anche nei vaccinati con una doppia dose gli anticorpi neutralizzanti diminuiscono pur restando presenti sei mesi dopo. In più si affacciano varianti in grado di spuntare le armi degli anticorpi. Quindi è reale la prospettiva di una terza dose per l’anno successivo e a seguire” ha sottolineato.
Lo scopo è quello di riportare i valori degli anticorpi a livelli di quelli ottenuti dopo essere stati appena vaccinati o guariti dall’infezione: in questo senso si inserisce l’ipotesi sempre più concreta di una terza dose. Allo studio c’è anche la possibilità di effettuare vaccinazioni miste, tipo: doppia dose di AstraZeneca e richiamo Moderna che, in ogni caso, ha annunciato investimenti per tre miliardi di dosi nel 2022.
Vaccino Moderna: pronto quello per i bambini
In arrivo anche il vaccino per i bambini: “Speriamo di avere l'autorizzazione dall'Agenzia americana dei medicinali entro l'estate e di rendere disponibili le fiale prima dell'autunno. A metà marzo è partito lo studio su 6.500 bambini tra i sei mesi e gli undici anni. Contiamo di essere pronti nel 2022”.