Riaperture 26 aprile, Crisanti: "Non ci sono i numeri per riaprire". Ma sbaglia...

Il professore: "Poi assumetevi le responsabilità dei morti. Il pass vaccinale? Alla beffa si aggiunge l'insulto"

Riaperture 26 aprile? No, perché non ci sono numeri, almeno secondo il parere di Andrea Crisanti. "Non ci sono i numeri per riaprire", dice. "Questa è una decisione politica, chi fa questa scelta sulle riaperture dovrebbe mostrare i numeri. Chi apre si deve assumere la responsabilità dei decessi che si verificheranno. Se il governo non ha questi dati, glieli calcoleremo noi. Le misure in atto non sono sufficienti per abbassare la curva". Quindi, secondo il professore, a tre giorni dall'inizio delle prime riaperture fissate per il 26 aprile, dovremmo fare marcia indietro, perché "non ci sono i numeri". 

Riaperture 26 aprile, Crisanti: "Non ci sono i numeri"

Ma è vero che non ci sono i numeri per riaprire? In realtà, secondo i paletti che fissano le regole del sistema dei colori, più della metà delle regioni d'Italia sarebbero in zona gialla. Dunque, buona parte del Paese potrebbe effettivamente vivere senza restrizioni particolarmente rigorose. Almeno, questo, appunto, se si guardano le indicazioni del Ministero sulle soglie di guardia. Indicazioni che Crisanti ha sempre accettato. Perché dunque questo cambio improvviso di rotta? Eccessivo pessimismo? Potrebbe essere. Manie di protagonismo? Forse. Incapacità di capire come l'Istruzione e il Lavoro siano diritti fondamentali quanto la Salute? Senz'altro. 

Il professor Andrea Crisanti parla poi anche del pass vaccinale che, secondo lui "aggiunge l’insulto alla beffa". "In Italia ci sono persone che non potevano vaccinarsi e si sono vaccinate", spiega, e questa volta, per correttezza, è impossibile dargli torto. "Il pass vaccinale va introdotto quando tutti hanno avuto la possibilità di vaccinarsi", dice a Piazzapulita.

Riaperture delle scuole, Crisanti: "Troppo pericolosa"

Crisanti poi parla dell'apertura delle Scuole, ritenendola pericolosa anche e soprattutto per quello che avviene fuori dalle classi. E ci risiamo! "Sui mezzi pubblici bisognerebbe limitare gli accessi, servirebbe la figura del controllore o del bigliettaio che anni fa bloccava gli accessi". Certo, facile da dire per chi non è costretto a prendere i mezzi pubblici alle 7 di mattina. Se si facesse come dice Crisanti, ognuno, anche solo per fare due fermate, dovrebbe alzarsi alle 4 per avere il posto assicurato. "Oppure, si decide che sui bus si sale solo con mascherina Ffp2", continua il professore. "Fare tamponi a campione a scuola è sicuramente opportuno. Bisogna capire quali sono le situazioni più rischiose e testare".

Infine, quasi a voler fare per forza il bastian contrario su tutto - perché è più facile ottenere interviste e spazi televisivi - Crisanti esprime un giudizio negativo anche sulla strategia che prevede l'uso di tamponi antigenici. "Stiamo sprecando una montagna di soldi con i tamponi antigenici, che sono meno efficaci", dice. "I positivi sono decisamente più numerosi rispetto ai numeri ufficiali. Nella seconda ondata si faceva affidamento sui tamponi molecolari, ora si fa affidamento sugli antigenici che offrono risultati meno attendibili. In giro ci sono molti falsi negativi", ha concluso.