Covid e riaperture, Vaia: "Non possiamo rimanere chiusi tutta la vita"

Il direttore sanitario dello Spallanzani: "Adesso è fondamentale procedere come le formichine e pensare a un piano Marshall per scuola e trasporti"

In merito alle riaperture, nonostante l'emergenza Covid sia tutt'altro che alle spalle, è in intervenuto il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. "Le riaperture? Ne ero e ne sono tuttora contento. Non possiamo rimanere chiusi tutta la vita", ha detto Vaia, ripetendo quella che altro non è che un'indiscutibile verità, ma che molti, incomprensibilmente, non accettano. Certo, continua Vaia, sulle pagine del Corriere della Sera, "non bisogna esagerare e bisogna evitare il gioco dell’oca. Adesso è fondamentale procedere come le formichine e pensare a un piano Marshall per scuola e trasporti".

Covid e riaperture, Vaia: "Non possiamo rimanere chiusi tutta la vita"

"Un rischio calcolato, dal momento che il pericolo di contagio all’aria aperta è basso quando non inesistente", ha continuato Vaia, ripetendo le parole del Premier Mario Draghi, il quale ha annunciato le riaperture, previste per il 26 aprile, nella giornata di venerdì 16 dello stesso mese. "A Roma sta iniziando la bella stagione: bar e ristoranti, ma anche cinema e teatri possono riaprire in aree pubbliche all’aperto, nei parchi. Nel rispetto del distanziamento e con l’uso delle mascherine".

Vaia ha poi spiegato cosa intende per "piano Marshall del Covid-19". "Che siamo in guerra e in guerra si fanno leggi speciali. Su trasporti e scuola bisognava intervenire ieri, io lo dico da maggio dello scorso anno. E invece si è perso troppo tempo: adesso bisogna sfruttare la bella stagione per gettare le basi e predisporre le fondamenta per il prossimo autunno, integrando con i privati e investendo nella scuola. Lo si faccia rapidamente e senza indugi".

Ora, dice Vaia, "abbiamo tre armi in più: i vaccini, le terapie monoclonali e la determinazione dell’opinione pubblica. Le persone non hanno bisogno di deprimersi e di essere impaurite, ora serve mettere in campo un sistema di premialità e di fiducia. Così come bisogna evitare di disorientare la gente e per questo è necessaria la collaborazione degli scienziati, che non devono istillare pessimismo".