Covid, Crisanti: 'Immunità di gregge a agosto-settembre'

Ecco le parole del direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia su immunità di gregge, vaccinazioni e letalità.

Quando terminerà la pandemia da Covid-19 che sta sconvolgendo il mondo ormai da più di un anno? Ecco che una risposta arriva da Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia, che intervenuto al programma 'Agorà' su Rai3, fa una previsione "realistica", ma parla anche di immunità di gregge e di vaccini in Italia.

Immunità di gregge

Quando riusciremo nel nostro Paese a raggiungere la tanto agognata immunità di gregge dal Covid? "Finalmente è una previsione realistica. Gli esperti hanno detto sempre tra fine agosto e settembre, quindi penso che a quel punto saremo vicini all'immunità di gregge". 

Attenzione però: "L'immunità di gregge non significa che la trasmissione" virale "è bloccata - ha precisato il virologo - ma significa che si possono eliminare determinate restrizioni tenendo basso l'indice di trasmissione Rt".

Covid: impossibile eliminarlo

Secondo Crisanti infatti "ormai è impossibile eliminare il virus" il quale "si è radicato". "Siamo riusciti finora a eliminare con il vaccino un solo patogeno, il vaiolo, e siamo quasi al limite per eliminare la polio, ma ci sono voluti decenni e decenni di vaccinazioni. Quindi non è realistico pensare che questo virus lo eliminiamo" ha continuato.

Se quindi non riusciremo a cancellare per sempre Sars-CoV-2, "potremo però controllarlo abbattendo la letalità. L'allarme sociale della pandemia - ha sottolineato infatti Crisanti - è legato al numero dei morti, quindi se si riesce a diminuire la letalità sicuramente riusciamo a riportare questa malattia in un perimetro accettabile da un punto di vista sociale".

"Allo stesso tempo dobbiamo fare una sorveglianza sulle varianti - ha esortato il virologo - perché se finora è vero che alcuni vaccini non proteggono contro l'infezione, ma proteggono contro le complicazioni più gravi, è possibile che il virus vari ancora e diventi ancora più aggressivo. Ormai siamo entrati in quella che si chiama giostra evolutiva del virus: dobbiamo purtroppo cercare di inseguirlo, come si fa con il virus dell'influenza".

Letalità

Un vero "miglioramento arriverà quando avremo vaccinato l'80-90% delle persone di età superiore ai 65 anni. Allora - ha confermato Crisanti - sì vedremo un drammatico calo della letalità e avremo raggiunto l'equilibrio di accettabilità sociale della malattia". 

Immunità post Covid

Il virologo, ospite al programma 'Agorà' su Rai 3, ha parlato anche di coloro che hanno contratto il Covid-19: essi "sono protetti per almeno una decina di mesi. Quindi chi ha avuto l'infezione non deve avere l'ansia di vaccinarsi immediatamente. Può tranquillamente aspettare" ha continuato.

Andrea Crisanti ha infatti di recente pubblicato uno studio sull'immunità post Covid, basato su una ricerca condotta sugli abitanti di Vo' Euganeo. "Ovviamente - ha sottolineato - non siamo oggi nella situazione di fare il test anticorpale a tutti prima della vaccinazione, perché non abbiamo le risorse e, inoltre, questo rallenterebbe in maniera drammatica tutto il processo di vaccinazione".

"Quindi - ha proseguito ancora - penso che sia giusto seguire la raccomandazione: facciamo il vaccino a tutti". Ma "chi ha avuto l'infezione recentemente aspetti dai 3 ai 6 mesi a seconda dei protocolli nazionali", poiché alcune persone "possono essere protette anche con livelli bassi di anticorpi". "La protezione quindi - ha affermato Crisanti - non dipende dal livello degli anticorpi".

Vaccini e Regioni fragili

Infine Crisanti ha parlato delle difficoltà che le Regioni italiane stanno affrontando in questo momento. Un sistema "fragile" e messo in crisi dalla campagna di vaccini. "Di fronte a un'emergenza nazionale non si può andare avanti con ognuno che fa come gli pare" ha rimproverato l'esperto.

"Serve unità sull'obiettivo prioritario che è quello di vaccinare e bisogna prendere esempio dagli inglesi: unirsi, superare le difficoltà e poi fare i conti, perché per vaccinare mezzo milione di persone al giorno ci vuole uno sforzo di tutti. Penso che il problema principale a questo punto sia di vaccinare più persone possibili. Vacciniamole, coinvolgiamo tutti".

Infine, Crisanti ha concluso: "In Inghilterra hanno reso obbligatorio ai medici di famiglia e ai pediatri di vaccinare; hanno mobilitato infermieri, studenti di Medicina, specializzandi, nessuno escluso. Così bisogna fare".