Senato approva Ddl Foti sul danno erariale con 93 sì, 51 no, 5 astenuti, opposizioni: “Uomini di potere non risponderanno dei danni causati"

La riforma introduce lo scudo erariale strutturale, limita i risarcimenti al 30% del danno accertato o a due annualità di stipendio, e amplia il controllo preventivo sugli atti. Secondo l'opposizione "la legge protegge gli amministratori e i cittadini ne pagano le inefficienze"

Il Senato ha approvato definitivamente il Ddl Foti sulla riforma della Corte dei Conti, con 93 sì, 51 no e 5 astenuti, tra le proteste delle opposizioni che denunciano una legge che di fatto limita la responsabilità degli amministratori pubblici e “assicura agli uomini di potere di non rispondere pienamente dei danni erariali”. La riforma introduce lo scudo erariale strutturale, limita i risarcimenti al 30% del danno accertato o a due annualità di stipendio, e amplia il controllo preventivo sugli atti, suscitando dure critiche su un presunto indebolimento del sistema di controllo dello Stato.

Senato approva Ddl Foti sul danno erariale con 93 sì, 51 no, 5 astenuti, opposizioni: “Uomini di potere non risponderanno dei danni causati"

Il via libera del Senato al Ddl Foti conferma il testo già approvato dalla Camera e rende strutturale lo scudo erariale introdotto durante il Covid 2020 e prorogato fino al 2025. La riforma, sostenuta dalla maggioranza, punta a proteggere i dirigenti pubblici dalla cosiddetta “paura della firma”, introducendo strumenti come il parere preventivo della Corte dei Conti con silenzio-assenso, e limitando la responsabilità per danni erariali a una percentuale minima.

Le opposizioni, tra cui Pd e M5S, hanno duramente contestato il provvedimento. Secondo i dem, la legge porta a una deresponsabilizzazione dei pubblici amministratori, “una sostanziale irresponsabilità della pubblica amministrazione”, e riduce gli strumenti per perseguire illeciti erariali. I pentastellati hanno evidenziato che il silenzio-assenso e la possibilità di richiedere pareri preventivi rischiano di trasformare il sistema in un via libera alle illegalità, con i costi del cattivo operato a ricadere sui cittadini.

Cosa prevede la riforma

La prima parte della riforma entra subito in vigore e introduce:

  • Doppio tetto al risarcimento per danno erariale: massimo 30% del pregiudizio accertato o due annualità di stipendio lordo.

  • Controllo preventivo “a chiamata”: il dirigente può chiedere un parere alla Corte dei Conti, con 30 giorni di tempo per rispondere, pena il silenzio-assenso favorevole.

  • Se il dirigente adotta un atto illegittimo senza interloquire con la Corte, verrà indagato e condannato.

La seconda parte della riforma, che richiederà decreti delegati, riorganizzerà le sezioni regionali della Corte, separando magistrati requirenti e giudicanti e ampliando i poteri del procuratore generale.

Reazioni della maggioranza

Il governo difende la riforma come misura per contrastare la paura della firma tra i dirigenti. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha dichiarato: “Chi commette fatti con dolo risponde al 100%, non c’è copertura per frodi o reati assimilabili. Per la colpa semplice c’è la limitazione del risarcimento, che resta significativa per un dipendente pubblico”. Fratelli d’Italia e Lega parlano di una riforma necessaria, che chiarisce i confini di responsabilità e alleggerisce gli oneri degli amministratori pubblici. Forza Italia sottolinea che il provvedimento rende la pubblica amministrazione più moderna ed efficiente.

Critiche delle opposizioni

Pd e M5S hanno definito la riforma pericolosa per lo Stato di diritto, con il rischio che gli amministratori non rispondano più dei danni causati. Francesco Boccia (Pd) ha affermato: “Riduce drasticamente la responsabilità per colpa grave, introduce veri e propri salvacondotti preventivi e limita il risarcimento del danno. Non tutela le risorse pubbliche, protegge chi governa dalle conseguenze delle proprie scelte.

Secondo i pentastellati, la legge crea disparità di trattamento e consente agli amministratori di mettersi al riparo da azioni di responsabilità, mentre i cittadini pagheranno le inefficienze. Anche l’associazione Libera ha denunciato il provvedimento come una ritorsione contro la Corte dei Conti, in particolare dopo il blocco del progetto del Ponte sullo Stretto.