Educazione sessuale alle medie con consenso dei genitori, ok della camera: approvato emendamento correttivo della Lega al ddl Valditara
Un emendamento correttivo sull'educazione sessuale del ddl Valditarra è stato approvato alla camera. Questo sancisce che corsi sull'argomento possano essere svolti alle medie ma solo previo consenso dei genitori, rimangono escluse scuola d'infanzia e primaria
La Camera ha dato il via libera all’emendamento Lega al ddl Valditara sul consenso informato, che autorizza l’educazione sessuale alle scuole medie ma solo con l’ok dei genitori, equiparando così le secondarie di primo grado alle superiori. Resta invece vietata ogni attività extra-programma su questi temi per infanzia e primaria. L’emendamento corregge il testo uscito dalla Commissione e chiude un confronto politico acceso nelle scorse settimane.
Educazione sessuale alle medie con consenso dei genitori, ok della Camera: approvato emendamento correttivo della Lega al ddl Valditara
L’Aula di Montecitorio ha approvato una serie di emendamenti identici al ddl Valditara, tra cui quello della Lega che autorizza l’educazione sessuale alle scuole medie, purché previo consenso dei genitori. In questo modo le medie vengono equiparate alle superiori, dove già vige lo stesso meccanismo. L’emendamento stabilisce che infanzia e primaria rimangano escluse da qualunque attività aggiuntiva di educazione sessuale, per le quali si dovranno seguire esclusivamente le indicazioni dei programmi scolastici. Ad opporsi a questa decisione è la giunta comunale di sinistra a Genova guidata da Silvia Salis che ha promosso un percorso di avvio all'educazione sessuale e gender fluid nelle scuole materne. Il primo cittadino ha presentato un "progetto sperimentale" che coinvolge quattro asili e 300 bambini dai 3 ai 6 anni che partirà a gennaio. Un progetto controverso, sopratutto perché coinvolge la fascia più giovane della popolazione. Per questo motivo sono state tante le prese di posizione da parte dell'opposizione, con la Lega che ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Istruzione Valditara e con esponenti di Fratelli d'Italia come Gianni Berrino che hanno fatto sentire la loro voce.
Il provvedimento arriva dopo lo stop dello scorso 12 novembre, quando un duro scontro tra opposizioni e ministro Valditara — che aveva accusato chi "ha sfruttato un tema delicato come i femminicidi" per attaccare il ddl — era sfociato in bagarre in Aula. Il testo approvato è parzialmente correttivo rispetto alla versione uscita dalla Commissione Cultura e ripristina l’impianto originario del ddl governativo. Il relatore leghista Rossano Sasso ha spiegato: "Per i bambini più piccoli il disegno di legge punta a vietare che nelle scuole si propongano teorie difficili e potenzialmente confusive; per i più grandi chiediamo che siano informati e consenzienti i genitori".
L’approvazione definitiva del ddl è prevista per il 3 dicembre, prima del passaggio al Senato, dove non sono attese modifiche.
Il dibattito politico e le critiche
L’opposizione definisce la misura un "emendamento retromarcia" che però, a loro giudizio, non risolve i nodi del decreto, che verrebbe comunque percepito come un ostacolo all’educazione sessuale. Marco Grimaldi (AVS) ha dichiarato in Aula: "Siamo ancora qui a chiedere scuse pubbliche da parte del ministro". Sara Ferrari (PD) ha aggiunto che la legge "va in direzione opposta agli altri Paesi europei", sostenendo che "invece di introdurre l’educazione sessuale mette ostacoli alle scuole che vogliono garantire il diritto all’educazione pieno, strumento primario contro la violenza sulle donne". Dal canto suo, la maggioranza ribadisce che l’educazione sessuale non viene vietata, bensì integrata nei programmi scolastici, includendo temi come differenze tra i sessi, sviluppo puberale e malattie sessualmente trasmissibili.