02 Dicembre 2025
Schlein e Fassino, Fonte: imagoeconomica
Nel momento in cui la segretaria del Pd, Elly Schlein, attacca il governo Meloni per i suoi rapporti con Tel Aviv e chiede di interrompere la cooperazione militare con Netanyahu, il deputato dem Piero Fassino collegato in diretta con la Knesset elogia Israele definendolo "una società aperta, libera e democratica, anche negli ultimi due anni", senza mai menzionare le accuse di genocidio a Gaza. Una presa di posizione che apre una nuova frattura interna al Pd, già scosso da tensioni sulla linea mediorientale.
Il collegamento di Fassino con il Parlamento israeliano è avvenuto durante una conferenza stampa ospitata alla Camera e organizzata dall’Unione Associazioni Italia–Israele, con la Lega in regia politica. Accanto al deputato democratico, il leghista Paolo Formentini e l’azzurro Andrea Orsini. Fassino, circondato da bandierine italiane e israeliane, ha affermato che Israele "è una società aperta, una società libera, una società democratica", aggiungendo che esiste "una dialettica democratica anche su questi due anni" di guerra e invasione della Striscia di Gaza. Nessun riferimento, però, al genocidio commesso e ai rapporti internazionali sui crimini di guerra commessi da Israele. Secondo l'Onu, sarebbero oltre 64mila bambini ad essere stati uccisi o mutilati nella Striscia, inclusi 1000 neonati, mentre i morti totali del conflitto supererebbero i 100mila.
La sortita di Fassino arriva mentre Elly Schlein critica apertamente il governo Meloni per il suo asse con Netanyahu e chiede lo stop agli accordi militari con Israele. La posizione del deputato democratico, quindi, stride con la linea ufficiale del partito. Per aggravare la situazione, Fassino non compare tra i membri ufficiali del gruppo parlamentare Italia–Israele sul sito della Camera: lì risultano iscritti Giuseppe Provenzano, Maullu, Colucci e i presidenti di maggioranza. Dal Pd trapela che Provenzano non era informato del viaggio/collegamento e che Fassino sarebbe subentrato da poco, ma la pagina web non sarebbe stata aggiornata. L’imbarazzo interno è evidente.
L’evento era guidato da Celeste Vichi, presidente dell’Unione Associazioni Italia–Israele, già nota per avere premiato il vicepremier Matteo Salvini per i suoi “buoni rapporti” con Tel Aviv. A partecipare, in presenza o via collegamento, anche numerosi esponenti del centrodestra: Gasparri, Matone, rappresentanti del mondo conservatore e figure legate a think tank filo-israeliani. Per Vichi, il collegamento con la Knesset aveva un “altissimo valore politico”, perché la vicinanza a Israele sarebbe “un valore trasversale”. Questo interesse politico nei confronti dello stato ebraico non prende minimamente in considerazione il conflitto ancora aperto a Gaza che ha portato via più di 100mila vite.
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