Schlein critica governo per rapporti con Tel Aviv mentre Fassino alla Knesset elogia Israele nonostante genocidio a Gaza: “Stato democratico”
Schlein critica il governo Meloni per i rapporti con Israele ma, nel mentre, il deputato democratico Fassino parla alla Knesset: “Lo stato ebraico è democratico" nonostante il genocidio a Gaza. Il partito democratico affronta così una divisione interna
Nel momento in cui la segretaria del Pd, Elly Schlein, attacca il governo Meloni per i suoi rapporti con Tel Aviv e chiede di interrompere la cooperazione militare con Netanyahu, il deputato dem Piero Fassino collegato in diretta con la Knesset elogia Israele definendolo "una società aperta, libera e democratica, anche negli ultimi due anni", senza mai menzionare le accuse di genocidio a Gaza. Una presa di posizione che apre una nuova frattura interna al Pd, già scosso da tensioni sulla linea mediorientale.
Schlein critica governo per rapporti con Tel Aviv mentre Fassino alla Knesset elogia Israele nonostante genocidio a Gaza: “Stato democratico”
Il collegamento di Fassino con il Parlamento israeliano è avvenuto durante una conferenza stampa ospitata alla Camera e organizzata dall’Unione Associazioni Italia–Israele, con la Lega in regia politica. Accanto al deputato democratico, il leghista Paolo Formentini e l’azzurro Andrea Orsini. Fassino, circondato da bandierine italiane e israeliane, ha affermato che Israele "è una società aperta, una società libera, una società democratica", aggiungendo che esiste "una dialettica democratica anche su questi due anni" di guerra e invasione della Striscia di Gaza. Nessun riferimento, però, al genocidio commesso e ai rapporti internazionali sui crimini di guerra commessi da Israele. Secondo l'Onu, sarebbero oltre 64mila bambini ad essere stati uccisi o mutilati nella Striscia, inclusi 1000 neonati, mentre i morti totali del conflitto supererebbero i 100mila.
Schlein prende le distanze: critiche al governo Meloni e gelo interno
La sortita di Fassino arriva mentre Elly Schlein critica apertamente il governo Meloni per il suo asse con Netanyahu e chiede lo stop agli accordi militari con Israele. La posizione del deputato democratico, quindi, stride con la linea ufficiale del partito. Per aggravare la situazione, Fassino non compare tra i membri ufficiali del gruppo parlamentare Italia–Israele sul sito della Camera: lì risultano iscritti Giuseppe Provenzano, Maullu, Colucci e i presidenti di maggioranza. Dal Pd trapela che Provenzano non era informato del viaggio/collegamento e che Fassino sarebbe subentrato da poco, ma la pagina web non sarebbe stata aggiornata. L’imbarazzo interno è evidente.
L’evento era guidato da Celeste Vichi, presidente dell’Unione Associazioni Italia–Israele, già nota per avere premiato il vicepremier Matteo Salvini per i suoi “buoni rapporti” con Tel Aviv. A partecipare, in presenza o via collegamento, anche numerosi esponenti del centrodestra: Gasparri, Matone, rappresentanti del mondo conservatore e figure legate a think tank filo-israeliani. Per Vichi, il collegamento con la Knesset aveva un “altissimo valore politico”, perché la vicinanza a Israele sarebbe “un valore trasversale”. Questo interesse politico nei confronti dello stato ebraico non prende minimamente in considerazione il conflitto ancora aperto a Gaza che ha portato via più di 100mila vite.