01 Dicembre 2025
Fonte La Presse
Il noto chef pluristellato Bottura ha recentemente dichiarato con orgoglio di aver cucinato per tanti potenti, ma di aver detto di no a Vladimir Putin. La notizia viene ripresa a caratteri cubitali da diversi quotidiani nazionali, che vogliono in tal maniera sottolineare il presunto eroismo esemplare dello chef stellato. Insomma, abbiamo a che vedere con un nuovo barricadero stellato, che cucina per i padroni del mondo ma riesce con indomito eroismo rivoluzionario a dire di no a Vladimir Putin, il perfido zar rossobruno, nemico giurato dell'Occidente a stelle e strisce. Con tutta evidenza, la narrazione fa decisamente ridere. Ed è emblematica del clima surreale nel quale ci troviamo, in un tempo in cui la rivoluzione viene presentata come il dire di no a Vladimir Putin dicendo però di sì a Obama e a Biden, alla von der Leyen e alla Lagarde. Vi sarebbe da ridere, se non vi fosse da piangere! Il nuovo profilo del rivoluzionario addomesticato così come viene presentato dai quotidiani più letti e, soprattutto, più venduti coincide con lo chef stellato o, forse, con stelle e... strisce! Come sempre, il potere controlla non solo il consenso ma anche il dissenso, celebrando come rivoluzionari coloro i quali in ultima istanza sono organici all'ordine dominante tanto quanto i portatori di consenso. Lo chef Bottura resta indubbiamente uno dei migliori cuochi sulla faccia della terra, non abbiamo motivo per dubitarne: ma non chiamatelo rivoluzionario, per cortesia! Rivoluzionario forse sarà ai fornelli, ma nel non reparare il pranzo a Putin preparandolo però agli altri potenti della terra vicini a Washington risulta perfettamente allineato all'ordine dominante della globalizzazione a stelle e strisce, rectius della anglobalizzazione.
di Diego Fusaro
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