Nuovo scontro infuocato tra Meloni e Landini: lo sciopero del 12 dicembre cade di venerdì... I livelli sempre più bassi del dibattito

Una polemica demenziale che bene mostra il livello del dibattito in Italia

Siamo alle solite, verrebbe da dire. È nuovamente divampato uno scontro indiavolato tra Landini, segretario del principale sindacato Italiano, e Giorgia Meloni, presidente del consiglio ed esponente della giullaresca destra bluette, neo-liberale e atlantista. L'ultimo scontro, in effetti, risaliva a poche settimane addietro, in occasione del fatto che Landini aveva apostrofato poco elegantemente la Meloni come "cortigiana" di Trump e degli Usa (indiscutibile la subalternità del governo a Washington ma discutibilissima la parola utilizzata da Landini). E adesso il nuovo motivo del contendere riposa nel fatto che Landini ha indetto un mega sciopero generale per il 12 dicembre: la Meloni ha subito notato, non senza una certa dose di malizia, che la data cade ancora una volta di venerdì. Il messaggio veicolato dal presidente del Consiglio appare lampante: il sindacato dice in astratto di voler difendere i lavoratori e in concreto aspira a fare un fine settimana più lungo. Inutile negarlo, si tratta di un dibattito di livello bassissimo, indegno della nostra Italia di Dante e di Machiavelli. Ma tant'è. Per parte nostra, non abbiamo alcuna simpatia per le posizioni di Landini come per quelle di Meloni e ci riteniamo distanti da entrambi almeno quanto Marte da Plutone. Potremmo anzi dire, senza esagerare, che Giorgia Meloni sta all'interesse nazionale italiano come Landini sta all’interesse delle classi lavoratrici italiane: Giorgia Meloni risulta politicamente genuflessa a Washington e a Bruxelles e, quanto a Landini, non abbiamo certo dimenticato la foto che lo ritraeva accanto all'euroinomane delle brume di Bruxelles Mario Draghi, che gli teneva la mano sulla spalla. Né abbiamo dimenticato che quando c'era l'infame tessera verde non soltanto non proclamava scioperi nazionali, ma anzi propugnava l'obbligo della benedizione con l'acquasanta per tutti. E neppure abbiamo dimenticato le surreali foto di Giorgia Meloni gongolante accanto al guitto di Kiev, Zelensky.

di Diego Fusaro