Pubblica amministrazione, stop alle discriminazioni: anche i turnisti hanno diritto ai buoni pasto indipendentemente dall'orario lavorativo

La decisione nasce dal ricorso di un gruppo di infermieri dell’ASP di Messina, esclusi dal beneficio a causa di un regolamento aziendale che limitava l’accesso ai buoni pasto solo al personale con rientro pomeridiano. La Cassazione ha respinto questa interpretazione, affermando che il buono pasto non è una concessione discrezionale dell’Amministrazione, ma un diritto legato alla durata della prestazione lavorativa

Con l’ordinanza n. 25525 del 17 settembre 2025, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza destinata a ridefinire il trattamento dei buoni pasto nella Pubblica Amministrazione. In particolare, ha stabilito che anche i lavoratori turnisti hanno diritto ai buoni pasto, indipendentemente dal fatto che il loro orario sia spezzato o continuativo.

Una svolta interpretativa

La decisione nasce dal ricorso di un gruppo di infermieri dell’ASP di Messina, esclusi dal beneficio a causa di un regolamento aziendale che limitava l’accesso ai buoni pasto solo al personale con rientro pomeridiano. La Cassazione ha respinto questa interpretazione, affermando che il buono pasto non è una concessione discrezionale dell’Amministrazione, ma un diritto legato alla durata della prestazione lavorativa. La decisione potrebbe avere effetti anche sull’ASL di Pescara, dove molti dipendenti operano su turni continuativi. Se finora esclusi dal beneficio, potrebbero ora rivendicare il diritto al buono pasto, in linea con il nuovo orientamento giurisprudenziale.

Il principio giuridico

La Corte ha richiamato l’art. 29 del CCNL comparto sanità 2001 e l’art. 8 del D.Lgs. n. 66/2003, che prevedono una pausa obbligatoria per i lavoratori che superano le sei ore di lavoro giornaliero. La pausa, anche se non formalmente prevista, è implicita nella necessità di recupero psicofisico del lavoratore, e quindi il buono pasto deve essere riconosciuto.

Implicazioni per la PA

Questa sentenza ha un impatto potenzialmente vasto su tutta la Pubblica Amministrazione, in particolare nei settori come sanità, sicurezza e trasporti, dove il lavoro su turni è la norma. Le amministrazioni dovranno rivedere i propri regolamenti interni per adeguarsi al nuovo orientamento giurisprudenziale, evitando discriminazioni tra lavoratori con orari diversi.

Conclusione

La Cassazione ha chiarito che il diritto al buono pasto è legato alla durata del lavoro e non alla struttura dell’orario. Una decisione che tutela i diritti dei lavoratori turnisti e promuove una maggiore equità nel pubblico impiego.

Di Nico Combattelli Popoli (Pe)