Rinnovo CCNL Sanità 2022-2024: +172 € al mese, 1,784 mld stanziati e riforme necessarie per rispondere alla crisi del Ssn
Il rinnovo del CCNL Comparto Sanità 2022‑2024 rappresenta un passo concreto: stanziati 1,784 miliardi di euro per circa 581 mila lavoratori del settore pubblico sanitario (non medici) e un aumento medio lordo indicato in 172,37 euro al mese per tredici mensilità, pari a un +6,8 % sulle retribuzioni attuali
Un’intesa economica che non basta
Sul piano strettamente economico, il rinnovo del CCNL Comparto Sanità 2022‑2024 rappresenta un passo concreto: stanziati 1,784 miliardi di euro per circa 581 mila lavoratori del settore pubblico sanitario (non medici) e un aumento medio lordo indicato in 172,37 euro al mese per tredici mensilità, pari a un +6,8 % sulle retribuzioni attuali. Si segnalano inoltre arretrati medi stimati attorno ai 1.200 euro per ciascun lavoratore. Se da un lato si tratta di un segnale positivo — dopo anni di blocchi — dall’altro è evidente che questo sussidio contrattuale non è sufficiente a colmare le lacune strutturali del Servizio Sanitario Nazionale: carenza di personale, pressione crescente, collegamento tra retribuzione e produttività. In una visione amministrativa liberale-conservatrice, è fondamentale che l’aumento economico vada accompagnato da riforme reali.
Carriera e merito: valorizzazione o dispersione?
Una delle modifiche più rilevanti riguarda l’accesso all’“area di elevata qualificazione”. Il contratto amplia la platea: non più solo laurea magistrale più 3 anni di funzione, ma anche laurea triennale con 7 anni di incarico o titoli equipollenti. Da un punto di vista riformista di destra, questa è una misura da valutare con attenzione: riconoscere l’esperienza e la competenza è corretto, ma occorre mantenere standard elevati e criteri selettivi chiari — per evitare diminuzione degli incentivi alla formazione e all’innovazione. Inoltre, va attentamente monitorato che tali percorsi di carriera non generino nuove rigidità o squilibri contrattuali, pena l’inevitabile ricaduta sull’efficienza del sistema e sui costi a carico della finanza pubblica.
Orario flessibile e lavoro agile: bene, ma con regole
Il CCNL introduce la possibilità, in via sperimentale, di articolare le 36 ore settimanali su quattro giorni (adesione volontaria) e riconosce il buono pasto anche in modalità agile, con priorità per persone con disabilità o caregiver familiari. Queste misure sono coerenti con un’amministrazione moderna che punta su risultati anziché solo presenza. Tuttavia, è cruciale porre regole precise: qualità del servizio, copertura, turnazioni, responsabilità. In mancanza di ciò, la flessibilità potrebbe tradursi in inefficienza, compromettere la continuità assistenziale e aggravare i costi nascosti.
Sicurezza, tutele e “age management” nella sanità pubblica
Il rinnovo contrattuale contempla anche tutele per il personale vittima di aggressioni — patrocinio legale aziendale e supporto psicologico — oltre a strumenti di age management (ferie ad ore, part-time temporaneo) per una forza lavoro dal sempre più elevato profilo anagrafico. Tali previsioni sono per una destra moderata–riformista essenziali: garantire dignità e tutela a chi opera in condizioni complesse, ma senza trasformarsi in incentivi generalizzati che rischiano di appesantire la spesa o creare disincentivi al turnover. Una valutazione rigorosa delle condizioni reali e degli impatti dovrà accompagnare l’attuazione.
Quale effetto sulla finanza pubblica e sulla sanità territoriale?
Dal punto di vista della finanza pubblica, 1,784 miliardi rappresentano una spesa aggiuntiva che va integrata nei bilanci regionali e nazionali; occorre garantire la copertura e l’equilibrio contribuendo a evitare che l’aumento salariale si traduca in un aggravio non sostenibile o in una riduzione degli investimenti nei servizi. Sul piano della sanità territoriale, bisogna evitare che l’intero impegno si concentri solo sugli aspetti economici: serve parallelamente potenziare infrastrutture, tecnologie, gestione del personale, digitalizzazione, privato-pubblico bilanciato, attrazione dei giovani. In una prospettiva liberale, la sanità pubblica richiede merito, trasparenza, responsabilità.
Un buon segnale, ora occorre governare il cambiamento
In sintesi, il rinnovo del CCNL del comparto Sanità 2022-2024 rappresenta un segnale concreto verso il riconoscimento del lavoro sanitario e una parziale modernizzazione dello statuto del lavoro pubblico. Tuttavia, per una visione orientata al progressismo di destra — improntato a efficienza, rigore di bilancio e innovazione — questo accordo rappresenta solo un primo passo. Occorre ora governare l’attuazione, monitorare i risultati, evitare che l’aumento retributivo diventi solo costo e non investimento, e assicurare che le riforme introdotte contribuiscano davvero alla qualità del servizio e alla sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Solo così il comparto potrà dare davvero risposte adeguate alle esigenze dei cittadini e della comunità nazionale.
di Riccardo Renzi