Elsa Fornero propone la sua ricetta per lavoro e pensioni: ma gli italiani non dimenticano la sua riforma lacrime e sangue
Torna a pontificare Elsa Fornero, protagonista del tragicamente memorabile governo Monti
E adesso, puntuale come un orologio elvetico, torna a sermoneggiare la signora Elsa Fornero, già protagonista nel tragicamente memorabile governo tecnocratico del teologo bocconiano Mario Monti nel 2011. In una sua recente epifania catodica, la signora Fornero ci ha dato - bontà sua - la ricetta per risolvere i drammi del lavoro e delle pensioni. Ha asserito che serve - udite, udite! - più inclusività. Ecco la mirabile ricetta! La montagna partorisce il topolino, direbbe il poeta. I drammi dello sfruttamento e della precarietà, del sistema pensionistico allo sfascio e della disoccupazione galoppante, si risolvono con una bella mano di vernice arcobaleno sul grigio dell'apparato tecnocapitalistico. Et voilà, il gioco è fatto, la redenzione è apparecchiata, l'applauso scrosciante è garantito. Certo, vi sarebbe indubbiamente da ridere, se solo non vi fosse da piangere, data la tragicità reale della situazione in cui versa la nostra Italia, "di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello". Al netto della tragicomica situazione, ciò che desta probabilmente maggiore maraviglia è che la signora Fornero ancora sermoneggi sui temi del lavoro e delle pensioni! Eppure gli italiani non hanno certo obliato gli effetti esiziali della sua riforma lacrime e sangue; riforma per la quale ella stessa si trovò a piangere lacrime di coccodrillo, come egualmente gli italiani non avranno obliato. Bene fa la signora Fornero a rampognare Salvini il ruspante (lo ricordiamo in effetti a bordo della ruspa) per il denorevole innalzamento dell'età pensionabile posto in essere dal giullaresco governo della destra bluette neoliberale e filoatlantista: ma da che pulpito viene la predica, di grazia? Indubbiamente pessimo il governo di Giorgia Meloni, che ha rinnegato tutte le premesse e le promesse di sovranità e di difesa dell'interesse nazionale. Ma non certo migliore fu il governo Monti, in cui appunto un ruolo di primaria importanza era svolto dalla signora Fornero: quel governo non rappresentò altro se non il commissariamento della nostra patria a opera della tecnocrazia repressiva e deemancipativa dell'Unione Europea, sinedrio liberal-finanziario gestito e amministrato nel nome dell'interesse esclusivo dei gruppi dirigenti, ossia della classe dominante. Insomma, gentile signora Fornero, con lei abbiamo già dato. E faremmo volentieri a meno del bis...
di Diego Fusaro