Prevost va verso i primi 6 mesi di pontificato, ma la sensazione è quella di un immobilismo opportunistico

L'apertura bergogliana ad accogliere tutti i migranti, a santificare gli occupanti, gli abusivi, gli irregolari, i delinquenti non stupisce. Ma preoccupa anche per la totale indifferenza alle conseguenze.

Papa Prevost si avvia ai primi sei mesi di regno, che non è un'eternità ma neppure un tempo così esiguo: non ci si è ancora capito niente, ma la sensazione, sempre più forte, è quella di un papato democristiano, un tirare a campare in attesa di morire. I cattolici confidenti nella divina provvidenza si aspettano un papa chiamato a correggere la barra della Chiesa, ma il rischio è che viceversa questo Leone sia stato scelto per accompagnarne la deriva fino al naufragio. Sì, ha detto che è urgente rimettere Cristo al centro, ma è una di quelle frasi interpretabili a piacere, che può voler dire tutto e il contrario di tutto. Prevost intanto fa cose demenziali come benedire blocchi di ghiaccio “contro il riscaldamento globale” e pronuncia frasi insidiose: “Terra, casa e lavoro sono diritti sacri. Salvare naufraghi non è ideologia ma Vangelo”. Definisci salvare: se si tratta di scamparli alle acque, niente da obiettare. Se però il concetto si dilata a cerchi sempre più ampi, a ricomprendere: il mantenimento perenne a scapito di chi li ospita, l'impunità, il completo accoglimento di pretese considerate diritti incluso quello a delinquere, a stuprare, a saccheggiare, la totale esenzione da qualsivoglia obbligo o dovere, allora caro papa non ci siamo. Racconta Federico Rampini che la fine del sogno americano, fondato sull'accoglienza, è scattata quando la terra delle opportunità si è trasformata in terra di nessuno: “Chi entrava, entrava a precise condizioni: mio il Paese, mie le regole e tu ti devi impegnare ad impararle e ad osservarle; oggi non sono neppure più tenuti ad imparare l'inglese, si esprimono in spagnolesco o africano e pretendono i traduttori e tutte le altre facoltà che ne derivano”.

In Europa galoppiamo sulla buona strada: nel Regno Unito un “richiedente asilo”, ormai tutti lo sono, tutti richiedono tutto, che aveva pesantemente molestato tre donne per la strada è stato assolto grazie ad una autogiustificazione surreale: che ne sapevo io che non si poteva fare. In Italia ogni giorno la magistratura, che coincide con l'opposto della giustizia, combina qualcosa di simile, non trascurando di boicottare i vari piani Albania, velleitari, sì, ma anche in quanto sabotati. Ma noi sappiamo, forse Prevost non lo sa o non se ne cura, noi tutti sappiamo che nel Regno Unito l'Islam pervasivo ha definitivamente vinto, vige la sharia, tutti i sindaci delle 40 principali città sono musulmani. In Francia il lodo Macron si esalta nei colpi fumettistici al Louvre eseguiti da maranza che fanno sparire la refurtiva, la reinvestono nei finanziamenti sul terrorismo e non sembra un caso che questo furto così eclatante sia arrivato a pochi giorni dalla pax trumpiana, con Hamas in seria difficoltà al punto da organizzare eccidi di strada sugli stessi palestinesi nel silenzio vergognoso dei pro Pal, pro Flottila e simili. In Italia il radicamento procede a prato basso, prevede la diffusione culturale, la penetrazione nelle scuole, lo sbarco in politica dove alcune liste ultra-estremiste di sinistra annunciano di coagularsi in un partito dagli intenti sovversivi verosimilmente finanziato dai Fratelli Musulmani che, via Qatar ed altri Paesi arabi, dispongono di masse colossali di denaro da utilizzare nella propaganda. A Milano nell'ultimo fine settmana si sono avuti 6 accoltellamenti da immigrati o maranza. Roba che può star bene al grumo di potere di Sant'Egidio, ai suoi cardinali sparafucile, ma che non può essere accettata in una prospettiva di sopravvivenza occidentale, italiana.

Quando finisce la santificazione dei fannulloni e dei tagliagole? Il Vangelo di Leone non lo precisa e, con disinvoltura pretesca, non si preoccupa di valutare l'impatto dei milioni di nuovi “salvati” da sostenere a fronte di sistemi assistenziali saltati dappertutto: come nei Paesi nordeuropei dove decenni di accoglienza Bengodi, e infine Bergoglio, hanno scassato le casse pubbliche, tolto diritti e prospettive ai nativi, ottenendo in cambio un prodigioso boom di criminalità incontrollata. Oggi il vaso di Pandora è spalancato e nessuno riesce a richiuderlo, tanto più che ci pensa il populismo flotillero filo Hamas a complicare le cose: più Islam, più sinistra, e più clero cattolico che sembra concentrarsi, con la scusa del Vangelo, sulla gestione del business che in tempi di resa spirituale è l'ultima cosa che gli resta e comunque gli preme.

Ma nel Vangelo non si trova scritto che una comunità debba autoannientarsi con l'utopia dell'accoglienza onirica e autolesionista: Wojtyla, un predecessore recente, l'aveva pur specificato. “Vangelo, non ideologia” l'integrazione a tout prix? No, il contrario, ideologia come ultimo comandamento, novella sacra scrittura che soppianta l'antica. Ma finché un papa non si porrà il problema delle conseguenze, la sua ideologia non sarà meno delirante e micidiale delle colossali utopie totalitarie novecentesche. Succede con l'accoglienza indiscriminata come con l'ecologismo fanatico, ugualmente protratto dal nuovo pontefice con gli accenti demenziali e ignoranti del predecessore. Sordo ai trenta anni bruciati nell'idolatria più sfrenata che nascondeva affari bestiali all'insegna del qui e adesso, senza badare agli effetti su chi vive. Risultato: l'Unione Europea precipitevolissimevolmente fa marcia indietro sulle baggianate green, costate triliardi, non prima di avere distrutto il comparto automobilistico praticamente in tutti i Paesi. Adesso chi paga? I soliti: i nessuno che pagano per pagare, prima scontato misure e deliri calati dall'altro, poi vengono puniti per averli subiti. Oggi tutti a dire: il green deal è insostenibile, la transizione inapplicabile, i migranti sono pericolosi, i clandestini ci ammazzano. Adesso, però. Con 30 anni di ritardo. E battendosi il petto alla maniera dei regimi totalitari, che delle loro mattanze incolpano regolarmente chi le ha patite. Citifonare alla voce: vaccini. Ci hanno inoculati a forza, avvelenati, minati, stiamo morendo tutti e tocca pure farci prendere per il culo: il vaccino non ha effetti avversi, insiste Burioni. E quell'altro, il Pregliasco: “Ho preso soldi da tutte le case farmaceutiche, sono un uomo libero”. Affermazione paradossale oltre ogni logica: Arlecchino servo di due padroni sarebbe libero per questo? Eh no, più finanziatori hai e più obblighi accumuli. A meno di non voler credere che i virologi sponsor dei vaccini vengono coperti di soldi dai fabbricatori di vaccini per amore, per le loro belle facce. La commissione Covid ha incassato ma non ha insistito, more solito; e invece sarebbe proprio il caso di chieder conto della destinazione e dell'utilizzo di più o meno cospicui finanziamenti: per far cosa, in soldoni? Per la ricerca, dicono. Allora volete avere il bene di chiarirci, di dimostrarci attività e risultati di questa ricerca? Perché anche noi, che siamo dei poveracci mai sovvenzionati da nessuno, sappiamo che non esiste ospedale, centro medico, struttura al mondo che non covi in pancia un laboratorio, struttura, divisione, articolazione dedicata alla mitica ricerca; ma questa ricerca troppo spesso è un paravento per la qualunque, è quel circuito formalmente virtuoso che in America Kennedy jr ha deciso di spazzare via quanto meno a livello macroscopico in riferimento al business vaccinale. Noi no, noi. No. Noi no, come dicevano Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Ma è troppo facile stabilire la morale a costo zero che si traduce in imprecisati quanto catastrofici costi insostenibili: i vaccini avevano soppiantato Cristo anche in chiesa, e adesso che la faccenda si è fatta imbarazzante, i nostri papi e ministri della fede fan tutti i Ponzio Pilato. Insomma parlare è facile e predicare anche di più. Prevost ha appena chiamato i parassiti dello Spin Lab definendoli “poeti sociali”. Come no, tanto poi arriva il cardinale elettricista a riallacciare gli attacchi abusivi. Che mica paga il Vaticano. Hai presente quando si dice “Leone da tastiera”?