Meloni risponde a Schlein dopo l'intervento della dem al PSE: “Delirio e vergogna”; ma chi davvero offende l’Italia davanti al mondo?

Meloni risponde a Schlein dopo l’intervento al congresso PSE. Ma chi mette davvero a rischio la democrazia?

Giorgia Meloni ha non ci sta. Dopo aver paragonato l’opposizione a un’organizzazione terroristica, ora se la risponde ad Elly Schlein perché ha espresso la sua verità davanti a un microfono internazionale: "in Italia la democrazia e la libertà di stampa non sono più al sicuro".

Su X (ex Twitter), Meloni accusa Schlein di “vergogna” e di “gettare ombre sulla Nazione”. È la stessa premier che, a Firenze, ha sostenuto che chi fa opposizione è peggio di Hamas, dopo i continui attacchi nonostante l'accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Non so se sia satira politica, piuttosto sembra il linguaggio del potere che risponde nemici interni per restare in piedi. La storia ci ha già mostrato dove porta.

Al congresso del PSE ad Amsterdam, Schlein ha citato l’attentato subito dal giornalista Sigfrido Ranucci — una bomba piazzata sotto casa, in un contesto di silenzi istituzionali imbarazzanti — e le presunte continue aggressioni ai diritti democratici da parte del governo. Parole dure, di certo.

Meloni non risponde nel merito. Non può. Si rifugia nel "solito nazionalismo" da tastiera: chi critica, è “contro l’Italia”. Ma confondere la critica al governo con un attacco alla nazione è la scorciatoia preferita di chi non accetta il dissenso.

A questo punto mi sorge una domanda. Chi sta davvero danneggiando l’immagine dell’Italia all’estero: chi denuncia o chi costruisce un presunto "clima da guerra civile culturale ogni giorno, in ogni dichiarazione"?

Di Aldo Luigi Mancusi