Zaia prende tempo, ma il pressing cresce: “Devi salvare la Lega” - RETROSCENA

Fa finta di niente, Luca Zaia. Parla di agricoltura, di sanità, di autonomia, e quando gli chiedono del futuro della Lega, scuote la testa, abbozza un sorriso e dice: “Io penso al Veneto”. Ma dietro le quinte, il governatore è al centro di una pressione crescente. E non solo da parte di amministratori locali o vecchi leghisti del Nord in cerca di un ritorno alle origini: stavolta le telefonate arrivano anche da dentro il partito, persino da Roma.

Il mantra è uno solo: “Luca, è il momento”.

Perché i sondaggi non sorridono più a Matteo Salvini, l’elettorato padano si è raffreddato, e nelle ultime urne toscane i risultati sono stati più un avviso di sfratto che una conferma. E allora in tanti guardano al doge leghista, quello che non urla, non posta video in spiaggia, ma incassa consensi veri. Anche fuori dal recinto del Carroccio.

Zaia, però, non ci sta. Almeno per ora. “Io non faccio congiure, non cerco poltrone, non tramiamo nulla”, avrebbe detto a un fedelissimo, liquidando l’ennesima richiesta di “metterci la faccia”. Ma nel partito c’è chi non crede più alla versione del governatore disinteressato. “Sta solo aspettando il momento giusto”, mormora una fonte parlamentare, “quando Salvini cadrà da solo, lui si farà trovare pronto. Ma non brucerà le tappe”.

E nel frattempo, il vuoto cresce. Salvini lo sa, e infatti tiene Zaia a distanza. Troppa popolarità, troppa autonomia, e soprattutto troppa fiducia nei sondaggi che contano. Quelli che ormai raccontano una Lega divisa, dove l’ala nordista torna a farsi sentire. In silenzio, ma con i numeri.

Zaia osserva. Non chiude porte, non le apre. Ma il pressing aumenta. Perché in politica, chi tentenna troppo rischia di arrivare tardi. E c’è chi, tra i colonnelli del partito, è pronto a mettere nero su bianco un “documento” per chiedere la svolta.

Il dado non è tratto, ma qualcuno sta già scegliendo i numeri. E chissà che il prossimo congresso, annunciato e rinviato, non diventi l’occasione per cambiare tutto senza dirlo apertamente.

Come piace a Zaia.