“La cyber resta a Chigi”, lo stop di Giorgia e del Colle a Crosetto . Lo scontro che scuote i vertici del governo - ESCLUSIVA
C’è uno scontro ai vertici del governo tra il ministro Guido Crosetto e il sottosegretario Alfredo Mantovano. Uno scontro già raccontato in parte dalla stampa e che si articola intorno al ddl del presidente della commissione Difesa Antonino Minardo. Cose note, per carità. La proposta vedrebbe costituire a Palazzo Baracchini una nuova forza armate di natura cyber, inglobando totalmente le competenze dell’Acn, l’agenzia cyber guidata dal prefetto Frattasi. Una scossa non da poco sul fronte sicurezza che trova l’attenzione, inevitabile, degli stessi apparati di intelligence e dello Stato Maggiore della Difesa. Ma chi, per primo, avrebbe alzato il sopracciglio, sarebbe stato proprio Palazzo Chigi.
Riavvolgiamo il nastro. La vox populi in Transatlantico racconta una verità: “L'idea è del ministro”.
Una frattura, tra i due vertici del governo, già ampiamente nota. E già in passato erano emerse divergenze. Ma tutti si chiedono stavolta da che parte stia Giorgia Meloni: “Giorgia? - racconta una alta fonte di Fdi - Lei ha estrema fiducia di Mantovano e sa tutto ciò che non va. Fa finta di non vedere, ma osserva tutto ed e’ consapevole di tutto. E soprattutto: non vuole problemi in questa fase”.
Tradotto? Il ddl Minardo non s’ha da fare. Sarebbero infatti stati molti i ritorni negativi giunti a palazzo Chigi da una tale operazione. Il primo, tra tutti, quello del Quirinale, che sul disegno di legge avrebbe avanzato più di qualche perplessità filtrata dai Generali alla Difesa e rimasta inascoltata. Ci avrebbe dunque pensato il presidente della Repubblica, avvalendosi dei suoi uomini più diplomatici, a far filtrare che un tale accentramento dei poteri alla Difesa potrebbe essere origine di ulteriori squilibri, in una fase in cui la parola d’ordine deve invece essere stabilita’.
E anche tra la fila di Forza Italia più di qualcuno avrebbe già iniziato a tirarsi indietro: “Non è una proposta centrale nel nostro programma”. Dinamiche di una maggioranza sempre più in difficoltà e a ridosso del voto di autunno, un momento che per molti segnerà uno spartiacque politico determinante.