Pasquale D’Ascola nominato nuovo presidente della Cassazione, 14 voti a favore, 5 astenuti: il 67enne succede a Margherita Cassano

Le votazioni hanno visto convergere su D’Ascola i togati di Area e Unicost e i consiglieri laici Michele Papa, Roberto Romboli ed Ernesto Carbone, relatore della proposta. Astenuti i capi della Corte, il vicepresidente Pinelli e i consiglieri indipendenti Roberto Fontana e Andrea Mirenda

È Pasquale D’Ascola il nuovo primo presidente della Corte di Cassazione. Il plenum straordinario del Csm, presieduto dal capo dello Stato Sergio Mattarella, lo ha nominato con 14 voti a favore, contro i 13 andati all’altro candidato, Stefano Mogini. Nel voto si sono registrate 5 astensioni. D’Ascola, attuale presidente aggiunto in Cassazione, succede a Margherita Cassano che andrà in pensione il prossimo 9 settembre. La scelta è arrivata al termine di un dibattito acceso ma partecipato, che ha visto esprimersi le diverse anime del Consiglio superiore della magistratura.

Pasquale D’Ascola nominato nuovo presidente della Cassazione, 14 voti a favore, 5 astenuti: il 67enne succede a Margherita Cassano

Durante la discussione dopo la nomina di Pasquale D’Ascola come nuovo presidente della Cassazione, il consigliere togato di Magistratura Indipendente Eligio Paolini, sostenendo Mogini, ne ha sottolineato “lo straordinario valore”, mentre Antonello Cosentino (Area) ha valorizzato l’esperienza di D’Ascola, che “ha attraversato l’intera storia del diritto civile, ha lavorato fortemente sulla formazione - ha ricordato Cosentino - quando ancora nessuno lo faceva, le sue sentenze soprattutto delle sezioni unite sono commentatissime”. A favore del magistrato calabrese si è espresso anche Michele Forziati (Unicost), per il quale D’Ascola “prevale su più indicatori generali”.

Il consigliere Michele Papa ha rimarcato l’importanza del nuovo incarico: “alla Cassazione spetta oggi un ruolo fondamentale e l’auspicio è che il nuovo presidente sappia coniugare la protezione del diritto con il rinnovamento delle sue categorie. Il testo unico sulla dirigenza fornisce argomentazioni univoche assicurando quella stabilita e affidabilità istituzionale che deve essere il logos nel quale riconoscersi”, ha aggiunto.

Grande attenzione anche alla figura della presidente uscente. Il procuratore generale della Cassazione, Pietro Gaeta, ha sottolineato come Margherita Cassano abbia “autenticamente interpretato il proprio ruolo, onorando fino in fondo le istituzioni con inesauribile dinamismo intellettuale e con un approccio alla realtà sostenuto da una mirabile coscienza etica circa il proprio ruolo di magistrato. Da donna – ha sottolineato - ha onorato le donne assieme alle istituzioni”.

Il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, ha evidenziato la “libertà di pensiero” della Cassano, che “si è manifestata come espressione autentica di una lunga e solida esperienza professionale, che le ha conferito autorevolezza anche nei momenti di critica lucida e coraggiosa al mondo della magistratura. Lontana dalla ricerca di comodo compiacimento, non si è mai piegata alla ricerca del consenso né ha ceduto a logiche di appartenenza o di categoria: ha scelto invece la via più difficile e più nobile, quella dell’indipendenza intellettuale”.

Dal canto suo, la stessa Cassano ha ringraziato entrambi i candidati, sottolineandone “sia pure nella diversità dei loro profili, doti di eccellenza. Mi auguro che la loro testimonianza prosegua nella cornice dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione, che rappresenta un solido punto di riferimento per ciascun magistrato”.

Le votazioni hanno visto convergere su D’Ascola i togati di Area e Unicost e i consiglieri laici Michele Papa, Roberto Romboli ed Ernesto Carbone, relatore della proposta. Per Mogini si sono invece espressi i togati di Magistratura Indipendente e diversi consiglieri laici: Enrico Aimi, Isabella Bertolini, Daniela Bianchini, Felice Giuffré, Claudia Eccher e Daniele Porena. Astenuti i capi della Corte, il vicepresidente Pinelli e i consiglieri indipendenti Roberto Fontana e Andrea Mirenda.

Al termine della votazione, è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Desidero rivolgere le mie congratulazioni al dottor D'Ascola con gli auguri per il compito che gli è stato affidato di presidente della Corte di Cassazione, al tempo stesso formulo un apprezzamento per il dottor Mogini, magistrato di elevato e indiscusso valore. Il sapere giuridico del dottor D'Ascola e la sua lunga esperienza gli consentiranno di guidare con efficacia la Corte, proseguendo anche nell'attività di rinnovata efficienza avviata durante il mandato della presidente Cassano". Il Capo dello Stato ha poi aggiunto: "Il dottor D'Ascola certamente rappresenterà un punto di riferimento anche per i lavori del Csm e del Comitato di presidenza, che auspico vengano costantemente improntati a confronto leale e a un dibattito sereno, sempre con l'obiettivo dell'interesse istituzionale".

Chi è Pasquale D’Ascola

Classe 1958, nato a Reggio Calabria, D’Ascola ha iniziato la carriera come giudice a Verona per poi approdare nel 2007 al Massimario della Cassazione. Successivamente è stato consigliere della Seconda sezione civile, di cui nel 2018 è diventato presidente. Nel 2023 ha assunto il ruolo di primo presidente aggiunto. Civilista di lungo corso, vicino all’area progressista, è imparentato con Vincenzo “Nico” D’Ascola, avvocato ed ex senatore del Popolo delle Libertà. Nel voto in Commissione al Csm ha ricevuto il sostegno di Ernesto Carbone, relatore della proposta, e dei togati Maurizio Carbone (Area), Mimma Miele (Magistratura democratica) e Michele Forziati (Unicost).