Romano Prodi parla di referendum in Europa ma ancora una volta non gli riesce bene: lo vuole per escludere i pochi euro-ribelli
Caro Prodi e caro Malaguti, volete un referendum? Ci sto, ma prima di cambiare la regola dell’unanimità, chiediamo al popolo se vuole morire per Bruxelles
"L'Europa è paralizzata, non prende decisioni: serve un referendum contro l'unanimità". È l’incipit del resoconto che prendiamo dalla Stampa sul dialogo tra Romano Prodi e il direttore Andrea Malaguti. “Da Bruxelles a Roma, dalla difesa europea al referendum, passando per i conflitti, la nota più amara è arrivata con Gaza: «Per quel territorio non c'è speranza». Ma una ricetta per il futuro il Professore ce l'ha: «Serve un'Europa unita»”, sta scritto sul quotidiano torinese della famiglia Agnelli. E non si capisce bene a cosa dovrebbe servire una “Europa unita” se già sul conflitto israelo-palestinese il risultato sembra segnato e assegnato a tavolino: la teoria dei due popoli e due Stati non vale più? E perché a rimetterci ci devono essere i palestinesi?
Prodi, ex presidente della euro-commissione, smonta alcuni totem della retorica: come la formula “Due popoli, due Stati” non reggerebbe più, così pure sulla generazione Erasmus è tempo di revisione. "I giovani sono i più euroscettici, purtroppo. Perché è un'Europa che non decide più, dopo la stagione delle grandi scelte. Dopo il Covid, poco o nulla, solo mediazioni. C'è voluta una pestilenza". Il Covid come momento più alto della liturgia europeista: beh, non c’è che dire… Però va riconosciuto a Prodi il pregio di aver detto una verità: col Covid la presidente della Commissione europea Von Der Leyen non ha accettato mediazioni, ma ha deciso. Ha deciso talmente tanto che la infastidisce dover spiegare, per esempio sui vaccini comprati da Pfizer, le ragioni di certe scelte: finora ha nascosto le carte, vedremo se di fronte all’ordine di un giudice avremo l’onore di saperne di più.
Ma torniamo al punto politico: "Oggi ci prendono a calci nel sedere, la Cina non ci considera più. Perché un giorno si obbedisce, un altro si tenta di far politica. (…) All'unanimità non si gestisce nemmeno un condominio: propongo un grande referendum europeo contro l'unanimità". Per la prima volta - finalmente - sento la parola “referendum” abbinata all’Europa. E allora mi domando: quindi si può votare su materie regolate da trattati internazionali? Lo chiedo per un amico che da anni invoca un referendum Europa sì o Europa no, ma gli rispondono che non si può votare perché la Costituzione lo vieta. Allora quel mio amico rilancia: la Brexit è stata il risultato di un referendum consultivo e nemmeno vincolante. Mi andrebbe bene a questa ipotesi! (Parlo sempre per il mio amico, chiaramente…).
Di fronte al direttore della Stampa adesso Prodi parla di un referendum per abrogare la regola dell’unanimità. Incredibile: l’idea che ai cittadini si possa chiedere se vogliono l’Europa unita non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello. Neppure adesso che da Bruxelles chiedono di armarsi per prepararsi a una guerra continentale contro la Russia, che ovviamente di scatenare una simile guerra non ci pensa nemmeno lontanamente.
Il direttore Malaguti, per non rompere l’incantesimo, ricorda che sette europei su dieci vogliono rimanere in Europa. "Dopo la Brexit nessuno andrà via", gli ricorda Prodi. Beh, se così fosse allora sbrighiamola questa formalità, no? Che paura avete? Invece no, il referendum che vuole Prodi è per togliere di mezzo l’ultima leva politica in mano agli Stati per fermare i deliri della Commissione. "Nessuno andrà via, neanche l'Ungheria. Però vogliono fare i cavoli loro. Il mio problema non è che si sfaldi, ma che conti sempre meno nel mondo. E se finisce la vita politica, finisce anche l'economia".
Il ragionamento di Prodi va poi a sbattere quando di parla di riarmo e di difesa: "Non è aumentata la spesa militare europea, bensì quella dei singoli Paesi. Abbiamo 12 tipi diversi di carri armati, gli americani uno solo". Già, ma gli americani hanno gli Stati Uniti d’America, con un presidente eletto dal popolo che ha dei limiti precisi dettati dalla Costituzione. Gli europei hanno l’Unione europea e non l’Europa Unita; non hanno mai potuto votare “Sì o No” per rinunciare agli Stati nazionale e costruire questi U.S.E.; e non hanno una Costituzione. Hanno una sola moneta, è vero, con dei sistemi fiscali diversi e concorrenziali.
Allora, caro Prodi e caro Malaguti, volete un referendum? Ci sto, ma prima di cambiare la regola dell’unanimità, chiediamo al popolo se vuole morire per Bruxelles.
di Gianluigi Paragone