Il ministro Crosetto querela il prof Orsini, colpevole di non pensarla allo stesso modo di chi mena le danze: la Casa Bianca

Se una democrazia non è in grado di tollerare una dose minima di dissenso l’ultima cosa che può fare è mettersi a giudicare gli altri

Il ministro della Difesa Guido Crosetto avrebbe deciso di querelare il professor Alessandro Orsini. Dico avrebbe perché spero che qualcuno gli faccia capire che querelare le idee e le tesi che non piacciono è l’ultima cosa che un politico e ancor più un ministro dovrebbe fare. Poi c’è tutto quell’altro discorso per cui “non condivido la tua idea ma darei la vita…”: un blabla che riempie tante bocche ma poi all’atto pratico si riduce sempre o in carte bollate così impari, o in censure o in campagne di demonizzazione dell’avversario. Su euro, obbligo vaccinale e altro sappiamo bene.

Restiamo sul punto, ossia Crosetto contro Orsini. Pare - non seguo le loro dispute sui social - che non sia il primo battibecco. L’ultimo si articola su questi scambi: "C'è un limite alla pazienza e alle guance da porgere e questo individuo lo ha superato”, dove l’individuo in questione (che tutto sommato qualche titolo se l’è guadagnato e non basta il biglietto da visita ministeriale per negare un nome e un cognome…) è appunto Alessandro Orsini. “È giusto che la falsità delle sue farneticanti affermazioni sia certificata da un giudice e che inizi a pagare per le fandonie che inventa".

Ora, prima di entrare nel merito delle dichiarazioni del professore, domando a Crosetto (persona che ho conosciuto con ben altra impostazione di pensiero) se si è reso conto del peso delle sue parole: è giusto che un giudice… Ora, che i giudici debbano anche entrare nelle pieghe di tesi accademiche o che tali tesi siano giuste o farneticanti mi mette i brividi. Io ho letto anche l’ultimo libro di Orsini (che non piace a Crosetto) così come lo ascolto in televisione e non tollero che un giudice possa un giorno ridurre uno spazio di analisi. Una democrazia incapace di tollerare una dose minima di dissenso non è una democrazia sana.

Ripartiamo dalla risposta di Crosetto nell’intervista al Corriere sulla crisi tra Israele e Iran: ”L’Iran ha ribadito più volte che il suo scopo è distruggere non Israele — che non chiama nemmeno Stato di Israele, ma “entità sionista” — ma ogni presenza israeliana nella regione. Il giorno in cui l’Iran avesse la bomba atomica, non perderebbe un’ora: la userebbe e senza esitazione”. Inviterei il ministro ad avere meno convinzioni granitiche perché tra pistole fumanti e prove schiaccianti, l’Occidente in Medioriente si è fatto parecchio male. Andiamo oltre e completiamo la frase incriminante: “Israele lo sa, lo ha sempre saputo, ed è la sua principale preoccupazione. Per questo non era difficile prevedere che prima o poi sarebbe partito un attacco rilevante”.

Su questa lettura dei fatti si è allora inserito il prof Orsini: "Crosetto afferma il falso e fornisce una conferma ai miei studi sull'Italia come Stato satellite degli Stati Uniti. Perché, quando la Casa Bianca entra in guerra, il nostro ministro della Difesa è tenuto a tradire gli interessi nazionali dell'Italia per curare quelli degli Stati Uniti, come è accaduto con la guerra in Ucraina – scrive il Orsini sui social – In questo momento, Crosetto non parla come un ministro della Repubblica italiana, ma come un ministro del governo Netanyahu (ricordiamo che Giorgia Meloni vende armi a Netanyahu per sostenere Israele nello sterminio dei palestinesi e ricordiamo che Meloni attacca i tribunali internazionali che indagano sui crimini di Netanyahu a Gaza)”.

Per avere la verità, sostiene il professore, “occorre semplicemente capovolgere le menzogne di Crosetto: il rischio che Netanyahu usi l'atomica contro l'Iran è alto. L'Iran potrebbe radere al suolo le città israeliane in queste ore, ma si astiene dal farlo per paura che Netanyahu usi la bomba atomica. Crosetto non può dire che Netanyahu userebbe l'atomica senza esitazione perché, in queste ore, Crosetto risponde all'ambasciatore americano a Roma di tutto quel che dice giacché l'Italia è un Paese che deve dare conto a una potenza straniera di ogni sua affermazione sulla politica internazionale nello spazio pubblico”.

A Crosetto, le dichiarazioni di Orsini, possono senza dubbio dare fastidio ma siccome sono consequenziali ad una tesi che il prof ha tutto il diritto di esporre (ci ha pure scritto un libro) e quelle tesi meritano di essere quanto meno lette e discusse, la querela del ministro odora di desiderio censorio. O di avvertimento.

Pertanto piena solidarietà ad Alessandro Orsini (gliel’ho scritto anche in privato) e un invito a Crosetto di non inciampare in queste tentazioni. Se una democrazia non è in grado di tollerare una dose minima di dissenso l’ultima cosa che può fare è mettersi a giudicare gli altri. Anche l’Iran, per fare un esempio.

di Gianluigi Paragone