Referendum abrogativi 8-9 giugno, made to fail all'italiana, 4 quesiti sacrosanti e un quinto che svilisce tutto il blocco
Diciamo subito che i quesiti referendari sono 5: 4 che riguardano normative sul lavoro, (potremmo dire dalle caratteristiche di abrogazione piuttosto sacrosanta) e il quinto VICEVERSA messo lì apposta per far fallire i primi quattro
I referendum di giugno a poco tempo dalle votazioni: pochi ne parlano, da molto poco se ne parla, pochi molto probabilmente andranno a votare, pochissimi probabilmente capiranno la solita molta truffetta con cui sono stati imbastiti.
Diciamo subito che i quesiti referendari sono 5: 4 che riguardano normative sul lavoro, (potremmo dire dalle caratteristiche di abrogazione piuttosto sacrosanta) e il quinto VICEVERSA messo lì apposta per far fallire i primi quattro.
Ovvero: metti 5 referendum, e su cinque ne metti quattro buoni e poi ne piazzi un quinto che svilisce tutto il blocco.
Ovviamente già li fai potenzialmente fallire mettendo il voto a giugno, quando laggggente se ne va al mare o semplicemente se ne catafotte a prescindere, e pure con la scusa del caldo.
Ne proponi 4 sui quali ci sarebbe ampio consenso, così puoi sempre dire che tu li avevi proposti e che se sono falliti è colpa degli elettori svogliati, e poi ne piazzi pure un ultimo sul quale non è d'accordo la maggioranza degli italiani... et VOILÀ... la truffina è servita in tavola.
E pure col sovramercato della propaganda dei partiti di destra, che ovviamente di base tifano contro qualsivoglia aiuto ai lavoratori più sfigati, malpagati e vilipesi d'Europa, ancora più della sinistra, che almeno fa finta, anche se poi è la prima a sabotare e derubare i lavoratori di ogni genere e tipo, tranne quelli con stipendi mirabolanti, ovviamente. Si sa, alle sinistre europee piacciono i ricchi, mica i poveri. Alle sinistre piacciono i poveri solo se sono immigrati che possono essere sottopagati più dei sottopagati italiani ed europei, allora lì sì che si appassionano. Alle destre invece piacciono solo i ricchi, almeno a parole, perché poi le destre per prime sono bravissime a distruggere intere economie: vedasi trent'anni di berlusconismo in Italia o di thatcherismo in Inghilterra.
Quindi le destre meloniste potranno pure non solo fare propaganda CONTRO tutti i referendum, ma pure col vento in poppa del discredito sul QUINTO, sulla immigrazione, OGGETTIVAMENTE malposto, malelaborato, malprogettato, malvisto.
Ora, skippando per brevità il contenuto dei primi 4 quesiti (si ripeta però piuttosto SACROSANTI, a meno che non siate un tipico datore di lavoro italiota rimasto al modello fordista), si può FORSE discutere se concedere la cittadinanza italiana agli stranieri in 5 anni invece che in 10 anni (o oltre) sia una pessima idea, ma molto meno c'è da discutere sul fatto se questo piaccia o no agli elettori italiani. No, non piace. È evidente che un paese in cui possono sbarcare MILIONI di immigrati debba stare molto attento a concedere cittadinanze rapide. E non bisogna essere di destra per capirlo. E bisogna essere di sinistra parecchio stupida per credere che sia una buona idea tout court.
Sì, una parte dell'elettorato, non solo di generica sinistra, potrà votare a favore di tale riduzione dei tempi di concessione di cittadinanza; per convinzione, per impostazione politica, per buonismo o bontà d'animo o semplicemente per poca consapevolezza delle conseguenze di tale innovazione. Parimenti la area di centrodestra potrà naturalmente opporvisi votando contro tale concessione o più comodamente non andando a votare per far fallire il referendum in generale e quindi tutti e 5 i punti.
Appare egualmente abbastanza chiaro che concedere la cittadinanza in tempi più rapidi ai bambini nati in Italia potrebbe essere una impostazione progressista e non priva di logica, mentre un'apertura generalizza in un paese di confine come il nostro, che è letteralmente una portaerei sul Mediterraneo, sia una idea consistentemente errata.
Eppure è mai possibile che la cosiddetta "triplice sindacale", ovvero i tre sindacati più inutili del mondo, non abbian detto MANCO UNA PAROLA negli scorsi mesi ALMENO PER FAR CONOSCERE questi referendum, soprattutto nei quesiti sul lavoro, che loro stessi hanno incentivato, anche se non si sa a questo punto se per farla appositamente fallire, o solo per incompetenza crassa, e non solo in materia di comunicazione?
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha detto che lui forse andrà a votare, ma che farà propaganda per astensione. Per lo meno è stato sincero. In Italia persino le buone idee sono tanto malmesse, quando non sottese direttamente a truffare, che non ci crede più nessuno. E ormai da tempo immemore. In Italia nessuno crede più ai politici, probabilmente da Giovanni Giolitti in poi. Ma ogni volta c'è da stupirsi di quanto siano sfacciati. Sempre di più. Verso l'infinito ed oltre, come diceva Buzz Lightyear di Toy Story, che non a caso era un cartone animato, ma molto più serio, lui.
Di Lapo Mazza Fontana