Meloni s’infuria con Macron: basta giochetti (atomici). E ora sogna il patto con Merz per silurare Parigi e far saltare l'asse francese con Berlino - RETROSCENA
Certo, Merz potrebbe chiedere “lo scalpo” del Mes, mettendo Giorgia spalle al muro. Ma lei potrebbe rilanciare con l’unica vera moneta che conta in Europa: un nuovo asse di potere tra Roma e Berlino con l’Italia dentro e Macron fuori dalla porta
La premier irritata dall’attivismo atomico dell’Eliseo prepara la contromossa: dialogo diretto con Washington e intesa con Merz per rompere il duo Francia-Germania. L’obiettivo? Rimettere Roma al centro del potere europeo. Altro che ombrello nucleare, qui volano lampi. Emmanuel Macron si agita, gioca al piccolo De Gaulle e offre il deterrente atomico francese a tutta l’Ue come se fossero pasticcini a colazione. A Palazzo Chigi però nessuno ride. Anzi, Giorgia Meloni – che in questi giorni appare più irritata del solito – non ha preso affatto bene le ultime mosse dell’inquilino dell’Eliseo.
Dietro le quinte del potere la premier è furibonda per l’attivismo francese. E mentre Macron rilancia l’asse con Berlino, lei medita la contromossa: spaccare la coppia storica Parigi-Berlino e infilarsi tra le crepe come una volpe diplomatica.
Del resto, a Kiev è andato solo il suo "ologramma" in videoconferenza. Giorgia ha preferito evitare la foto da “trenino dei buoni” in stile Draghi-Scholz-Macron e ora le opposizioni vanno all'attacco: “L’Italia è sparita”, tuona il Pd. Ma lei va dritta per la sua strada, con in cabina di regia la sorella Arianna, sempre più in prima fila quando ci sono da prendere le decisioni che contano. La nuova scommessa? Friedrich Merz, il nuovo cancelliere tedesco dal pedigree conservatore, in arrivo a Roma per l’inizio del nuovo Pontificato. Un pranzo? Un caffè? No, un patto: dentro ci potrebbe finire di tutto, dallo stop al Mes fino al controllo dei flussi migratori e magari anche una parolina gentile con l'amico Trump a favore del neo cancelliere. Ma soprattutto: l'addio all'asse franco-tedesco.
Certo, Merz potrebbe chiedere “lo scalpo” del Mes, mettendo Giorgia spalle al muro. Ma lei potrebbe rilanciare con l’unica vera moneta che conta in Europa: un nuovo asse di potere tra Roma e Berlino con l’Italia dentro e Macron fuori dalla porta.
Intanto a Bruxelles si osserva, si mormora e si bisbiglia: Meloni vuole cambiare le regole del gioco. E se Parigi non l’ha ancora capito, forse è tempo che vada a ripassare la geografia: l’Italia non vuole più essere spettatore. Vuole stare in prima fila. Magari col dito sul bottone rosso… ma quello vero, made in Washington.
Di Eric Draven