L'informazione trompe l'oeil finge di credere ai racconti dei malati da vaccino che il potere ha confezionato

Casi come quello di Edoardo Bove, di Leonardo Tano Siffredi sono casi di atleti giovani, sani e professionisti che si scoprono improvvisamente sulla soglia della morte: ma chi ci crede? Comunque nessuno chiede.

Il figlio di Rocco Siffredi, il divo del porno, ha un cuore d'atleta ma si è dovuto operare d'urgenza: gli hanno scoperto una pericardite recidivante di cui soffre “probabilmente da anni”. Le circostanze raccontate dal 24enne Leonardo Tano, sportivo professionista, non sembrano convincenti: “A dicembre 2024 avevo deciso di prendermi una pausa dall'agonismo. Lo sport era diventato sempre più faticoso a livello psicologico, e sentivo di aver perso i miei punti di riferimento. Nel frattempo, ho scoperto di soffrire di pericardite recidivante, una condizione che probabilmente mi accompagna da anni, ma che siamo riusciti a diagnosticare solo di recente. La scorsa settimana ho avuto una recidiva importante e improvvisa. Un alto rischio di arresto cardiaco. Sono stato ricoverato d'urgenza in rianimazione per affrontare un intervento”. Se io dubito che uno sportivo giovane, sempre monitorato, scopra per caso che il suo cuore è di burro, sono un complottista o uno che ragiona? Se chiedo conto delle eventuali dosi di vaccino Covid, sono un mascalzone o uno che tiene conto della letteratura scientifica sin qui maturata? Se ricordo i milioni di casi come il suo nel mondo, e li metto in relazione con il vaccino come da statistiche comparate, sono uno da rinchiudere o faccio il mio mestiere che è quello di informare? Se faccio presente che gli stessi produttori di vaccini mettono in guardia dai forti rischi cardiaci, provoco o lancio un allarme giustificato?

Decidete voi, decida il sistema, il regime, il Capo dello Stato di cui tutti hanno un sacro terrore, ma io a lobotomizzarmi da solo proprio non riesco. Non dopo un cancro post vaccinale. Non dopo migliaia di casi intercettati e raccontati. Non quando mi ritrovo sommerso, e sempre più passando il tempo, di testimonianze: “Anche io, dopo le dosi...”. E saltano fuori i tumori, gli attacchi cardiaci, le vite non più vivibili, la devastazione continua. Saltano fuori anche i lutti familiari, ma non c'è verso, a volte sono gli stessi parenti ad insultarmi e minacciarmi, “La verità la decido io”. Mica tanto. Un racconto come quello del giovane, sfortunato Tano Siffredi strazia ma non basta lo strazio, uno lo sente subito che è messo insieme, che è una versione di comodo offerta ai social e dunque ai giornali, in ragione della notorietà riflessa e della ricaduta mediatica, ma tutta questa omertà, questa auto omertà ha il suono dello stridere dei freni: di che si ha paura? Il caso dell'ex calciatore della Fiorentina Bove ha tramortito l'Italia quando è andato a Sanremo presentandosi come un ragazzo distrutto e disperato, uno che ancora finge di sperare in un ritorno all'attività sportiva quando gli va già bene essersi salvato dopo che era caduto stecchito durante una partita. Ma anche lui ci ha girato intorno, ha detto tutto meno quello che andava detto. In premio gli hanno dedicato articoli lacrimosi e copertine, forse lo candideranno, ma non sarà una gran consolazione. In America fioccano le informazioni su Covid e anticovid, sul vaccino, con tanto di sito ufficiale, governativo, che però nel passaggio fra Biden e Trump ha cambiato faccia al punto di ribaltarsi: da propagandistico a brutalmente informativo della realtà dei fatti, delle responsabilità di Fauci, delle coperture criminali dell'amministrazione precedente, e Francesco Borgonovo, su “la Verità”, si chiede perché da noi la Commissione Covid non arrivi a fare altrettanto. Sono domande sacrosante ma dalle risposte incorporate, domande retoriche: in Italia non avremo mai, nel bene e nel male, un Trump, e nel regime pandemico erano coinvolti tutti, per cui la Commissione si limita alle audizioni e poi a lamentarsi, in modo farisaico, se nessuno ne riporta le scoperte. Sì, certo, l'informazione è parte in causa, tutte le forze politiche erano nel giro affaristico e negli errori della pandemia e quasi tutti gli organi di informazione procedevano di conseguenza, essendo foraggiati e controllati dalla politica dei partiti; ma proprio per questo una Commissione parlamentare, politica, se in buona fede dovrebbe ricorrere agli estremi rimedi creando una fonte ufficiale, un sito, con la forza di arrivare ai media o almeno di rendersi manifesta nelle conclusioni via via acquisite; e se l'informazione si ostina, come si ostina, a fare il pesce in barile, la fonte ufficiale dovrebbe farsi essa stessa media, come in America.

Non è una questione strutturale, i mezzi ci sarebbero anche qui, realizzarli costa niente; la faccenda è politica, ha a che fare col gioco dei ricatti che la responsabilità comune a tutti fatalmente innescherebbe. Sicché non se ne esce: i racconti palesemente implausibili come quelli dei giovani cardiopatici tra la vita e la morte, quali i famosi Leo Siffredi e Edoardo Bove, vengono presi con religioso scrupolo, nessuno che si azzardi a porre le domande che anche un bambino o uno sciocco sentirebbe di dover fare. E si capisce: quei racconti non vengono dagli interessati, dai malati, vengono dal potere che glieli ha forniti, belli e incarcati, per dire senza dire, per coprire la verità. Ma che senso ha quando la stessa vittima copre la verità facendosi male da sola? Il senso è il solito delle lusinghe frammiste agli avvertimenti, ai ricatti: se taci, se menti, qualcosa ci sarà per te, altrimenti sei fuori, sei già morto civilmente, professionalmente: noi potere, noi regime manderemo i nostri sgherri e provocatori a distruggerti e non avrai scampo.

L'effetto è spaventoso: una informazione sempre rissosa, cinica, volgarissimamente insinuante o prostituita, questa informazione all'italiana finge di cogliere le verità che non stanno in piedi con distacco inglese. Ma santo cielo li ricevo solo io i messaggi dei cardiopatici, degli oncologici come me, dei distrutti e disperati che mi raccontano per filo e per segno le loro disgrazie a seguito delle due o tre o tante dosi? Li incontro solo io gli sciancati, i sordi, gli orbi, questa allucinante processione di innocenti puniti in una Geenna che nessun altro vuole vedere? Dico io per dire noi, ma siamo pochissimi e sempre più stanchi e inquieti: credevamo che la consapevolezza della strage avrebbe svegliato le coscienze, ma non ce ne è venuto alcun supporto, le cose si sanno ma nessuno esce allo scoperto: malati e spaventati che ti dicono, vai avanti tu, parla tu che hai la voce. Ma la voce non c'è, questa non è l'America, come cantava David Bowie, e nessuno vuol sapere quello che si sa. E dirlo rischia di contrariare un sistema che conosciamo nella sua capacità di spazzare via le voci dissidenti, di farle passare per mentecatte o sovversive o squilibrate. Da cui l'informazione trompe l'oeil che offre solo false verità, che inganna ma lo considera un esercizio di stile se non un dovere morale. Insomma il giovane Leonardo Tano Siffredi era demoralizzato, non trovava le giuste motivazioni pertanto si è scoperto una bomba a tempo nel petto e gliel'hanno disinnescata un attimo prima che esplodesse. Evviva, si è salvato, tornerà più forte di prima e il babbo potrà continuare a produrre contenuti porno per tutti quelli che, a vario titolo, campano di seghe, principalmente i giornalisti per definizione “dalla schiena dritta”, almeno quella.