Meloni al congresso di Calenda: la mossa di Giorgia per restare al governo con un “Meloni bis” allargato ai centristi - RETROSCENA

La premier prepara il terreno a un nuovo esecutivo nel caso di crisi della maggioranza e sbarra la strada a qualsiasi altro governo fino al 2027

Dietro la presenza di Giorgia Meloni al congresso di Azione non c’è solo un gesto di cortesia istituzionale, ma un calcolo politico raffinato. Un segnale preciso, rivolto tanto agli alleati quanto agli avversari, che prefigura scenari ben definiti per i prossimi mesi.

L’ipotesi su cui lavora la premier è chiara: se la maggioranza dovesse implodere, il piano B è un “Meloni bis” allargato ai centristi, evitando sia il ritorno alle urne che altre soluzioni alternative che potrebbero rimettere in gioco la sua leadership. Un modo per tagliare le gambe a ogni altro possibile governo fino alla fine della legislatura.

Un governo che scricchiola

Ad oggi, la maggioranza regge, ma le tensioni sono evidenti. La convivenza con Forza Italia si fa sempre più complicata, tra attriti sulla politica economica e malumori interni. Matteo Salvini, nel frattempo, alza la voce su dossier sensibili come le nomine pubbliche e la gestione delle risorse europee, cercando spazi di visibilità che lo mettano al riparo da un possibile ridimensionamento.

L’incognita economica dei dazi in arrivo con il rischio di una manovra finanziaria lacrime e sangue in autunno (con il sovrappiù delle elezioni regionali dove il governo potrebbe uscirne sconfitto) potrebbe rendere ancora più instabile l’equilibrio attuale. Il timore della premier è che, sotto la pressione di queste criticità, la tenuta dell’esecutivo venga messa in discussione. E lei non può permettere che il destino del governo sfugga al suo controllo.

L’asse con i centristi per blindare Palazzo Chigi

Ecco perché Meloni guarda ai centristi. Coinvolgere Azione – e forse anche altri pezzi dell’area liberale – in un futuro governo potrebbe rivelarsi una scelta strategica. Un esecutivo “di centrodestra allargato” le permetterebbe di neutralizzare le fibrillazioni interne alla coalizione, ridimensionando il peso degli alleati più ingombranti e accreditandosi come punto di riferimento anche per l’elettorato moderato. In più, portando dalla sua parte Calenda, "taglierebbe" le gambe alla possibile riorganizzazione del campo largo a sinista assicurandosì così future vittorie elettorali.

Calenda, dal canto suo, ha sempre escluso un ingresso nell’attuale maggioranza. Ma la politica è fatta di scenari in evoluzione, e se il baricentro del governo dovesse spostarsi, la tentazione di entrare nel gioco potrebbe farsi più concreta. La sua base elettorale, composta in buona parte da ex votanti di centrodestra, potrebbe accogliere favorevolmente un’apertura, soprattutto se presentata come una scelta di responsabilità nazionale.

Un messaggio agli alleati (e un avvertimento all’opposizione)

La mossa della premier non è solo preventiva, ma anche dissuasiva. Con questa apertura ai centristi, Meloni manda un segnale chiaro agli alleati: se la Lega e Forza Italia pensano di poterla mettere all’angolo, devono sapere che ha già un’alternativa pronta. E al tempo stesso lancia un avvertimento all’opposizione: ogni ipotesi di governo tecnico o di maggioranza alternativa è destinata a naufragare. Finché lei sarà in gioco, la legislatura non prenderà altre direzioni.

Il messaggio è rivolto anche al Quirinale: se si aprisse una crisi, Meloni vuole che sia chiaro sin da ora che l’unica strada possibile è una sua riconferma a Palazzo Chigi (sbarrando la strada ad altri nomi graditi al Colle come quello del Ministro della Difesa Crosetto o del leader di Forza Italia Tajani) con una nuova formula di governo ma senza ribaltoni (che farebbero entrare in gioco anche il Pd). Fino al voto nel 2027.

Il piano di Meloni per restare al comando

La partecipazione al congresso di Calenda, dunque, non è una semplice comparsata, ma un atto politico ben studiato. Meloni si muove con anticipo per garantirsi un’uscita di sicurezza nel caso in cui la sua maggioranza dovesse vacillare. E, soprattutto, per chiudere ogni spiraglio a scenari che potrebbero rimettere in discussione il suo primato. Giorgia Meloni è perfettamente a conoscenza che nei palazzi del potere da qualche settimana è cominciato il "toto premier".

Il suo obiettivo è chiaro: evitare il caos e assicurarsi che, qualunque cosa accada, la guida del governo resti saldamente nelle sue mani.