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Commissione d'inchiesta Covid, Vespignani: "Sbagliato lockdown diffuso, inutile chiusura di cantieri e manifatture, catena di competenze non ha funzionato"

"Si è lavorato con fogli Excel o scritti mano in maniera poco informatica. La situazione è poi migliorata, ma per il futuro serve potenziare la capacità di acquisizione dei dati", ha detto Vespignani

25 Marzo 2025

Commissione d'inchiesta Covid, Vespignani: "Sbagliato lockdown diffuso, inutile chiusura di cantieri e manifatture, catena di competenze non ha funzionato"

Audizione di Alessandro Vespignani, fonte: Youtube, @Pupia News

Il direttore del Network Science Institute presso la Northeastern University di Boston Alessandro Vespignani è stato audito in commissione d'inchiesta Covid ed ha rifilato diverse stoccate al governo Conte 1 e Draghi: "Gli interventi non farmacologici come il distanziamento sociale o il lockdown, hanno '10mila' modi diversi di essere applicati e anche piccole sfumature hanno effetti diversi. Questi interventi hanno degli obiettivi e possono avere effetti sull'economia e la scolarizzazione. Le chiusure hanno un impatto su zone economiche più deboli e ne va tenuto conto. Le chiusure di settori come i cantieri e le manifatture non introducono benefici o sono marginali rispetto alla diffusione del virus. Dobbiamo essere attenti a come si muovono le manopole del lockdown".

Commissione d'inchiesta Covid, Vespignani: "Sbagliato lockdown diffuso"

Secondo Vespignani, "la catena di competenze non ha funzionato". "Il nostro lavoro di scienziati è l'equivalente delle previsioni meteo, poi le decisioni su cosa fare le prende la politica se vuole credere o meno alle previsioni. Noi informiamo i decisori, ma i tecnici e gli scienziati fanno un lavoro e i politici un altro. C'è stata comunque una errata valutazione del rischio e una mancanza di trasparenza di comunicazione al pubblico. Gli scienziati hanno dato un portafoglio di possibilità sugli scenari, ma non abbiamo deciso gli interventi messi in campo nel 2020".

E poi: "Quando c'è una nuova pandemia che emerge, c'è una nebbia di guerra con confusione e pochi dati. Quelli raccolti diventano eterogenei, c'è un decesso e poi altri. All'inizio le cose sono complicate, i sistemi di monitoraggio, non erano comunicanti e continuano a essere non comunicanti. Si è lavorato con fogli Excel o scritti mano in maniera poco informatica. La situazione è poi migliorata, ma per il futuro serve potenziare la capacità di acquisizione dei dati".

"Il 19 febbraio 2020 abbiamo avvertito, l'ho scritto allora - ha ricordato lo scienziato - che questa era una pandemia. Abbiamo detto 'i casi ci sono'. Ma la pandemia Sars-CoV-2 era già iniziata a dicembre 2019, noi giocavamo a rimpiattino mentre chiudevamo verso la Cina, ma c'è erano già casi in Germania e Francia. La trasmissione autoctona invece in Italia è iniziata intorno al 20-25 gennaio con casi giornalieri prodotti", ha concluso.

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