Il Mondo al Contrario, l’amaro addio con cui l’ideologo e fondatore dell'Associazione Colonnello Fabio Filomeni saluta il Generale Vannacci
“(L’)integrazione con il partito Lega di Salvini … ci porta su posizioni neo-atlantiste e filoisraeliane che non mi appartengono”
Con un post sulla sua pagina Facebook personale, il Colonnello Fabio Filomeni annuncia la propria presa di distanza dal Generale Roberto Vannacci.
Ho conosciuto il Colonnello a Varese, a una cena organizzata per promuovere il secondo libro del Generale Roberto Vannacci.
In tre minuti di conversazione, mi aveva fatto un’ottima impressione, così avevo iniziato a seguire i suoi post. Mi costa fatica scrivere che quella sera mi era parso un illuso circondato da bifolchi arricchiti dalla politica locale. Stretto tra leghisti capaci sì e no di grugnire tra un boccone di polenta e un bicchiere di rosso, avevo cercato di chiacchierare – senza troppe speranze, beninteso - con una signora ingioiellata come la Madonna di Loreto, produttrice di burro e formaggi.
Fu una piacevole sorpresa: era forse l’unica nella sala gremita a non cercare un posticino sul carro dell’uomo che sembrava destinato a farsi fuori Matteo Salvini in un sol boccone.
Per un milanese con casa sul Lago Maggiore, questi quarant’anni di Lega sono stati un incubo: non ho mai lesinato le mie critiche, non ho mai speso una parola a favore di un partito nato da un’idea ripugnante (la superiorità dei lombardi, poi lombardoveneti, poi padani rispetto al resto degli italiani). Ho conosciuto personalmente il Professor Gianfranco Miglio e apprezzato la sua idea federalista, ma tutto il resto (dalle carnevalate a Pontida al fare politica in base ai sondaggi di Matteo Salvini) mi disgusta.
Cosa c’entrasse Roberto Vannacci con tutto questo non l’ho capito e sono stato facile profeta: userà la Lega di Matteo Salvini per essere eletto, poi si abituerà ai lussi di Bruxelles. Com’è capitato a tante brave persone entrando in Parlamento a Roma per “aprirlo come una scatoletta di tonno”, si rammollirà senza neppure la scusa del Ponentino.
Dietro il Generale, fino a ieri c’era il Colonnello. Uomo meno narcisista e senza vestagliette, Filomeni aveva già dimostrato di avere idee proprie. Ottime idee: ad esempio, riformare l’Unione Europea senza uscirne, perché il nostro (di noi europei) è un destino comune. Uomo coraggioso, libero, ha sempre preso le distanze dal sostegno incondizionato a Zelensky e Netanyahu. La politica, quella vera, dovrebbe prendere posizione sui problemi reali, non disquisire sulla normalità o anormalità degli omosessuali. Così, dietro la decisione di “fare un passo indietro”, si scorgono motivi veri, non liti puerili tra galletti da cortile.
Queste le sue parole:
“Avevo fondato “Il Mondo al Contrario” nella speranza che un giorno divenisse un partito indipendente. Adesso, dopo un anno e mezzo, mi ritrovo a fare un passo indietro. Questa mia decisione, dopo aver informato il generale Roberto Vannacci, l’ho comunicata ieri sera nella riunione con il direttivo e i soci del comitato. Non intendo più far parte della nuova associazione la cui nascita era stata proprio da me annunciata durante l’Assemblea nazionale del 23 novembre a Marina di Grosseto (vedi foto). (omissis) Ultimamente abbiamo assistito ad una integrazione con il partito Lega di Salvini che ci porta su posizioni neo-atlantiste e filoisraeliane che non mi appartengono e non erano presenti nel progetto iniziale. Credo che sia evidente, conoscibile e prevedibile che chi come il sottoscritto ha restituito la medaglia ricevuta dagli USA e scritto il libro "Morire per la NATO?" non sia disponibile ad una intrapresa politica che lo riporterebbe su posizioni atlantiste, anche se magari camuffate nella nuova formula trumpista. Indietro non torno. Anzi, andrò avanti, con chi vorrà impegnarsi nella difficile battaglia per una sovranità italiana ed europea che non sia solo un cambio di guinzaglio e di padrone. La visita in Israele di Salvini, poi, è stata vergognosa. Quando ero in servizio sono stato qualificato Consigliere giuridico per l’applicazione del Diritto Internazionale Umanitario, per cui di tutto mi si può accusare meno di non conoscere la materia. Adesso mi chiedo: in una situazione in cui l’Osservatorio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha stabilito che Israele sta commettendo crimini di guerra nel corso dei combattimenti all’interno della Striscia di Gaza e la Corte Penale internazionale ha diramato un mandato di arresto per Netanyahu, il ministro Salvini va in visita ufficiale e stringe la mano a un ricercato internazionale? Scusate l’ONU e le organizzazioni internazionali o sono autorevoli sempre o non lo sono mai. Ricordo che Israele esiste da quando nel 1948 le Nazioni Unite imposero arbitrariamente la creazione dello Stato di Israele nei territori della Palestina. In quel caso l’ONU andava bene, adesso che la stessa ONU accusa Israele dello sterminio di decine di migliaia di palestinesi non va più bene? Due pesi e due misure. Come per la posizione della Lega nei confronti della guerra in Ucraina del resto. Ricordo quando Salvini si faceva i selfie con la maglietta di Putin davanti al Cremlino. Ora invece il suo partito - come ha detto qualche giorno fa Raffaele Nevi Capogruppo di FI “contano i fatti: Salvini e la Lega sono sempre stati al nostro fianco nel sostegno, anche militare, all'Ucraina (omissis)”.
Parole forti, limpide, condivisibili. Parole che fanno onore all’uomo che le ha scritte.
La politica è una cloaca putrida. Oggi i cretini gioiscono perché Donald Trump prende a sberle l’Unione Europea. Per carità, persone come Ursula von der Leyen, Romano Prodi, Paolo Gentiloni eccetera eccetera andrebbero prese a sberle… Con elezioni “formalmente democratiche” eleggiamo sempre i candidati della grande finanza (Starmer, Merz, Macron). Ma io non trovo nessun motivo per gioire se un Presidente americano fa il bullo. Mi piacerebbe un cambiamento di paradigma che spezzasse il nostro status di colonia, ci consentisse di ripensare liberamente il modello di società in cui vogliamo vivere e ci avvicinasse ai valori della nostra Costituzione.
Al contrario, tutto lascia pensare che qui – nonostante Donald Trump – l’agenda politica la detti il Signor Larry D. Fink di BlackRock.
Sono lucidamente disilluso, proprio come il Colonnello Fabio Filomeni. Per questo, gli auguro di cuore ogni bene.
Di Alfredo Tocchi