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Dazi: Trump ci ripensa e scatta la supercazzola canadese. Intanto l'UE si prepara a pagare per tutti senza battere ciglio

Le misure protezioniste del Tycoon sono durate il tempo di un sospiro, questa è la prima magra verità del secondo Governo del Donaldone a stelle e strisce

04 Febbraio 2025

Dazi: Trump ci ripensa e scatta la supercazzola canadese

Parafrasando il Ragioner Fantozzi, potremmo dire che questo è Il Secondo Tragico Trump, niente di più e niente di meno.

Dopo gli entusiasmi per i decreti contro le follie LGBT e l'uscita dall'OMS, il Tycoon ha preso i primi schiaffi.

Neanche 48 ore fa, Mr. President aveva lanciato dazi pesantissimi sull'import da Canada, Messico e Cina. In meno di 24 ore, alle prime pesanti reazioni dei vicini canadesi, ha congelato tutto, definendo il risultato una vittoria.

Sì, una vittoria. E se qualcuno di voi pensa si tratti di un errore di comunicazione, sappia che sbaglia

Trump ha parlato di vittoria perché, con la mossa dei dazi avrebbe costretto il Canada a investire 1,5 miliardi di dollari sulla protezione dei confini per evitare l'ingresso del Fentanyl in America: una supercazzola degna di un ipotetico Amici Miei 4.

Peccato che il Fentanyl sia un oppiode prodotto in tutto il mondo, non solo in Canada, e lo si possa produrre anche in un qualsiasi laboratorio casalingo, con i giusti ingredienti. 

Paragonando il noto farmaco alla cocaina, Donald ci ha voluto far credere che il Canada sia una specie di Colombia del sintetico

A proposito di droghe classiche, anche il Messico ha promesso di investire nella sicurezza dei confini, ma questo è un refrain che va avanti almento dagli anni '70, perciò è uno struscio di scopa nuova

La Cina, che era già pronta con una pesante controffensiva, ha tirato un sospiro di sollievo, mentre è l'Europa che deve preoccuparsi.

Serva degli Stati Uniti, l'UE pagherà ciò che il resto del mondo non vuole pagare, un bel 10% su tutte le esportazioni, anche perché secondo Trump "l'Europa ci ha sempre trattati male, da noi non importano niente".

Caro Mr. President, è verissimo, ma ti sei mai chiesto perché?

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