Tra Almasri e Albania, il Quirinale boccia la "grande tentazione" di Giorgia Meloni delle elezioni politiche anticipate - RETROSCENA

In queste settimane, la politica italiana è tornata a scuotersi sotto il peso delle dichiarazioni provocatorie della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e per l’idea, fatta circolare ad arte da ambienti di palazzo Chigi, di elezioni anticipate, forte del crescente consenso della premier. Tuttavia, a quanto si apprende, a mettere un freno alla "grande tentazione" ci ha pensato il Quirinale, che non appare assolutamente intenzionato a portare l'Italia al voto prima del previsto.

Da palazzo Chigi si sta alimentato l’ipotesi di un ritorno alle urne facendo leva sui sondaggi favorevoli a FdI, dove il partito di destra risulta stabilmente al 30,1%, come rivelato da un recente sondaggio YouTrend. "Nonostante gli attacchi gratuiti e i tentativi di destabilizzare il governo, il sostegno degli italiani rimane solido", ha dichiarato Giorgia Meloni, cercando di capitalizzare sulla sua popolarità e sulla debolezza dell'opposizione. Inoltre, tra i suoi sostenitori, alcuni non nascondono il desiderio di elezioni anticipate, convinti che Fratelli d’Italia potrebbe arrivare a superare il 40%.

Questa mossa strategica da parte di Giorgia Meloni é anche un modo per esercitare pressione sui suoi alleati di governo, Matteo Salvini e Antonio Tajani, non sempre in sintonia con la sua leadership. L’obiettivo della premier è quello di riordinare le forze all'interno della coalizione e consolidare la propria posizione come figura centrale, sfruttando la frammentazione dell’opposizione e le sue buone performance elettorali.

Tuttavia il Quirinale, spiega chi ha avuto modo di sondare gli umori del Colle, ama ricordare che le elezioni anticipate sono possibili solo se viene meno la fiducia del Parlamento al governo, una condizione che non sembra realizzarsi, almeno per ora. L'eventuale scioglimento delle Camere e l'indizione di nuove elezioni sono prerogative esclusivamente del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha sempre ribadito di essere pronto a intervenire in caso di crisi irreversibili.

In realtà, né la Lega né Forza Italia sembrano intenzionate a mettere in discussione la stabilità dell'attuale esecutivo, e l'ipotesi di elezioni anticipate appare più un'arma di pressione interna che una reale possibilità politica. Il rischio, per Giorgia Meloni, è che questa mossa possa non solo risultare inefficace, ma anche incrinare ulteriormente i delicati equilibri della maggioranza.

Insomma, se Giorgia Meloni ha cercato di giocare la carta del bluff, sperando di consolidare il suo potere, il Quirinale e le regole della Costituzione hanno già bocciato questa strategia, imponendo un ritorno alla realtà: il governo resta stabile, e il voto anticipato rimane una possibilità remota e condizionata da ben altre circostanze politiche. Ora, la leader di FdI dovrà trovare nuovi modi per navigare tra le tensioni interne e la necessità di mantenere la sua posizione senza spingere troppo oltre i limiti della coalizione.