Il Giorno della Memoria non per vittimismo ma per ricordare perché il passato non si ripeta, invece si ripete, e si dirà: “Genocidio a Gaza crimine di Netanyahu con il Governo italiano complice” 

Verrà un giorno in cui qualcuno pronuncerà queste parole: “Gaza, un crimine ad opera di Benjamin Netanyahu con il Governo italiano connivente”

Sono d’accordo con Liliana Segre: “Il ricordo della Shoah è sempre”. Anzi, aggiungerei “deve”: il ricordo della Shoah deve essere per sempre. L’aspetto rivoltante di un genocidio – almeno per la mia sensibilità individuale e al di là delle modalità di attuazione – è l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, senza distinzione alcuna tra i suoi membri. Strage barbarica per eccellenza, residuo della brutalità bestiale del branco di animali che attacca un branco di propri simili.

Giusto, anzi doveroso, non dimenticare mai che l’essere umano è capace di commettere le peggiori atrocità.

Sbagliato, anzi inammissibile, dimenticare – proprio nel giorno della memoria di un genocidio – che a Gaza l’esercito israeliano ha compiuto azioni vergognose.

A cosa serve ricordare l’orrore, stigmatizzarlo, se poi si volta la testa dall’altra parte quando l’orrore si manifesta di nuovo?

L’ipocrisia di Giorgia Meloni è comprensibile: asseconda la volontà degli americani. Comprensibile, ma non giustificabile.

Non è né giusto né costruttivo sottilizzare: il male (l’orrore, la brutalità bestiale) si ripresenta – come tutto del resto – sotto diverse forme, in diversi contesti. Ma non menzionare mai, neppure lontano dai microfoni, le responsabilità di Benjamin Netanyahu è l’ennesima prova dell’ipocrisia dell’Occidente.

Cresce l’antisemitismo: perché?

No, non cadrò nel tranello. Non farò due più due e inviterò Liliana Segre a rispondermi, come ha fatto (a mio avviso ingenuamente) l’Ambasciatrice Elena Basile prendendosi una querela.

Nel frattempo, Donald Trump, che io continuo a detestare nonostante sotto sotto gioisca per alcune sue decisioni, invita Egitto e Giordania ad accogliere i palestinesi di Gaza.

A questo punto, non vedo alcun serio motivo ostativo alla deportazione dei palestinesi nella Groenlandia, prossimo (51°) Stato americano!

Il delirio di onnipotenza dell’uomo che è convinto di essere stato investito da Dio è totale: non capisce che la grandezza, la nobiltà del popolo palestinese sta nell’avere combattuto per quasi un secolo per difendere la propria terra, generazione dopo generazione.

Voglio essere molto chiaro: il giorno della memoria non è il giorno del vittimismo. Occorre ricordare perché il passato non si ripeta. Invece il passato si ripete, si ripresenta e proprio nel giorno che dovrebbe servire da memento si tace, codardamente, per assecondare i peggiori sionisti.

Verrà un giorno in cui qualcuno pronuncerà queste parole: “Gaza, un crimine ad opera di Benjamin Netanyahu con il Governo italiano connivente”.

di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia, 27 gennaio 2025