Salvini verso il ritorno al Viminale: "Ragioneremo con Meloni", aperta l'ipotesi di un rimpasto di governo per il ministero degli Interni
Il ministro dei Trasporti ha risposto ai giornalisti sul suo possibile ritorno al ministero degli Interni, "Piantedosi ha la mia stima"
All'uscita dall'aula del Senato, conclusa la votazione sulla fiducia sulla Legge di bilancio 2025, Matteo Salvini è stato intercettato dai giornalisti e ha parlato di una possibile apertura al rimpasto di governo. Alle domande sul suo potenziale ritorno al Viminale, sede del ministero degli Interni, il leader della Lega ha risposto: "Siamo tutti nella mani del buon Dio. Il ministro dell'Interno l'ho fatto e penso discretamente. Adesso l'assoluzione toglie le scuse soprattutto alla sinistra che diceva 'no Salvini non può occuparsi di immigrazione, di sicurezza, di interni' perché ero sotto processo. Ho tante cose da portare avanti al ministero dove sono però sicuramente occuparsi della sicurezza degli italiani è qualcosa di bello ed importante. C'è Matteo Piantedosi che ha tutta la mia fiducia, poi ragioneremo sia con Giorgia sia con lui".
Incalzato dai giornalisti, che domandavano all'attuale detentore del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti se fosse la stessa presidente del Consiglio Meloni a non volerlo al Viminale, il vicepremier ha dichiarato che "le ricostruzioni non hanno alcuna attendibilità", alludendo al fatto che alcuni componenti della medesima maggioranza avessero di fatto escluso la possibilità di un suo eventuale ritorno agli Interni. Le 'ricostruzioni' vedrebbero infatti come stipulata, in una sorta di accordo elettorale, una 'clausola' per la quale Salvini non potesse in nessun modo appropriarsi del gabinetto degli Interni.
L'ipotesi del rimpasto era stata rilanciata nei giorni scorsi anche dal senatore leghista Claudio Borghi. Ma Salvini ha precisato che "non si tratta di turnover: questo è un governo che gli italiani apprezzano, è stabile e abbiamo l'obiettivo di arrivare al 2027. Sono assolutamente contento di quello che stiamo facendo, stiamo investendo centinaia di miliardi per migliorare la rete infrastrutturale italiana, sicuramente avere occupato il ministero dell'Interno con risultati positivi è qualcosa che ricordo con estrema gioia ed estremo orgoglio".
Immediata la risposta di Giovanbattista Fazzolari, senatore di Fratelli d'Italia e sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, che, seppur senza escludere definitivamente la possibilità di un ritorno di Salvini al Viminale, ha però cercato di frenare sull'ipotesi di un rimpasto di governo: "non mi risulta, non è all'ordine del giorno, non se n'è mai parlato" e ha aggiunto, "Si può parlare di tutto, veramente non c'è preclusione su nulla. Un rimpasto si fa quando l'attività del governo ne troverebbe giovamento. Ad oggi non mi sembra che ci sia questa esigenza". Mentre sull'attuale detentore del ministero degli Interni ha detto:"Piantedosi? È un ottimo ministro, così come Salvini all'Interno farebbe sicuramente molto bene, ma ad oggi non c'è un'esigenza di rimpasto".
Se i rumors fossero confermati, si renderebbe necessario capire quali motivazioni possano portare ad una concessione così importante al Carroccio e al suo leader, che al momento si trovano in una situazione di frammentazione interna, dopo le dichiarazioni del neo-eletto segretario regionale della Lombardia Massimiliano Romeo. Diversi infatti i malumori che riguardano il partito leghista, da alcuni esponenti sono arrivati diversi attacchi sul fronte interno al leader, in particolare per la situazione elettorale che vedrebbe la Lega all'8% e per le future elezioni in Veneto, dove Luca Zaia potrebbe rinunciare di candidarsi per tentare la scalata fino al ruolo di leader, al momento occupato proprio da Matteo Salvini. Non solo però, Meloni dovrebbe rendere conto della decisione di riassegnare la carica di Piantedosi a Salvini, anche al terzo alleato, il partito del vicepremier Tajani, Forza Italia, anche alla luce delle 'schermaglie' che avevano colpito la maggioranza di governo dopo la bocciatura del taglio del canone Rai.