Demagogia o gioco delle tre carte? Stoppati gli aumenti ai Ministri non eletti, tra supercazzole e provocazioni
In un momento di grandissima crisi economica per il nostro Paese, il Governo fa dietro front sugli inuitli aumenti destinati ai Ministri non eletti, ma i conti non tornano
Le bagarre di questi giorni per l'emendamento alla Legge di Bilancio che prevedeva un aumento di 7.000,00 euro al mese da destinare ai Ministri non eletti, ha fatto discutere.
In un momento di grande incertezza, non che l'Italia sia mai più stata prospera dopo il fu Governo Craxi degli anni '80, l'idea di aumentare gli stipendi dei Ministri non eletti equiparandoli a quelli degli altri Ministri, è fuori luogo.
Servizio sanitario nazionale e scuola pubblica cadono a pezzi, le pensioni sono schiacciate dal costo della vita, il ceto medio non esiste più, insomma: ci vuole un pizzico di buon senso.
Il popolo, quello che alla fine paga di tutto e di più, diciamo che non sentiva come una priorità questa spesa, per quanto alla fine ininfluente visto che parliamo di circa 1 milione di euro l'anno.
Ovviamente Giorgia ha prestato così il fianco a un'opposizione che non perde giustamente occasione per rilanciare sé stessa e, priva di un progetto, campa sugli errori di una maggioranza troppo spesso approssimativa.
Crosetto in aula ha chiuso la faccenda annunciando lo stop al tanto criticato aumento, ma resta un dubbio: visto che nessuno sembra sapere chi ha inserito questo ementamento nella Legge di Bilancio, di chi è la manina?