Graziando Fauci, lo stranamore del Covid, Biden grazia se stesso

Occorre coprire l'amministrazione Dem, i boss dei social, un sistema globale che ha avvelenato milioni, forse miliardi di persone per un affare di proporzioni colossali. Quanto a dire, ad ammettere che tutta la strategia del vaccino era falsa, irresponsabile, criminale.

Biden “l'addormentato”, presidente suonato ma non troppo, chiude in bellezza: prima grazia quel pendaglio da forca del figliolo, poi fa lo stesso con Fauci, regista della più tragica strategia contro un morbo a memoria d'uomo. Quello che davanti al Congresso americano ammetteva “mi sono inventato qualsiasi genere di stronzate, dalle mascherine ai distanziamenti, perché la gente obbedisce alle stronzate”. Difatti subito ai leggendari Spedali Riuniti di Brescia tornano a vietare le visite ai parenti causa Covid, che ha fatto 4 ricoverati cautelativi, e i virologi si scatenano come ai bei tempi per un virus congolese del quale nessuno sa niente. I virologi come Burioni non parlano del virus, parlano di sé, secondo la logica influencer, vaghissimamente umanistica, da uomo di Vitruvio leonardesco, in mezzo al creato il virologo col ciuffo e, intorno, l'universo. E non gli par vero di lanciare nuove isterie finalizzate al ritorno al passato delle chiusure, dei coprifuoco non del tutto inutili, come adesso si dice, se hanno portato al trauma perenne che era quello che il regime voleva. Anche ieri a Macerata, ad una conferenza su media e potere, si è finiti a parlare di quei tempi, di quelle restrizioni di stampo totalitario, la gente non dimentica, non ne esce, non ci riesce.

Biden graziando lo Stranamore Fauci non copre solo lui, copre anche se stesso, la sua amministrazione sciagurata; copre i social che hanno diffuso censure e malainformazione, come lo Zuckerberg vantatosi di avere sistematicamente distorto la conoscenza quanto a Covid e vaccini (oltre alle faccende concernenti il figlio di Biden), in totale sintonia con la Casa Bianca di Biden e Harris. Questo essere del tutto inafferrabile, dai tratti vagamente rettiliani, si è immediatamente convertito a Trump, si è messo, come si dice, a disposizione, non pensa più a sfidare l'altro mammasantissima mediatico, Musk, per darsele di santa ragione su un ring. Sono gli effetti benefici degli affari, specie se colossali. Anche nell'italietta usata come esperimento sociale per il controllo e la paura, non mancano quelli che esultano, che intravvedono prospettive di riscatto: se Fauci la fa franca la facciamo tutti, potremo dire che tutto fu a fin di bene, che non ci fu alcun crimine umanitario: per questo, da noi, c'è già la commissione Covid, di giorno in giorno più comica, ieri si è presentato quel medico imprenditore che forniva i dati ufficiali del terrore, puntualmente ripresi dai telegiornali, in uno slang improbabile, da “batti lei” alla Fantozzi e Filini. Tra un surrealismo verbale e l'altro ha detto che, fosse stato per lui, avrebbe anticipato il coprifuoco estendendolo a oltranza. E pazienza se tutti gli studi scientifici e psicosociali hanno confermato la totale inutilità a fini profilattici e la devastante rovina in termini collettivi. Peccato la commissione non abbia convocato anche quella sua infermiera, ricordate, particolarmente inferocita coi “novax”, quella che si faceva i selfie coi segni della mascherina, della fatica, tipo cheyenne sul sentiero di guerra, eccomi, guardate come sto conciata per voi, ingrati, e poi, per ritemprarsi, eccola a Dubai in costume da bagno col drink in mano. Questa faccenda della pandemia restrittiva è sempre stata tragica ma non seria, implausibile in tutto. Chiuderla con la grazia agli artefici vuol dire né più né meno l'ammissione dello sporco da nascondere, la menzogna e la censura di sistema, la suggestione al posto della ragione, la superztizione spacciata per scienza, l'applicazione demenziale e criminale del potere millantata per prudenza, per saggezza. Vuol dire seppellire una delle peggiori macchinazioni, perché la è stata, dell'epoca industriale e, perché no, creare i presupposti di impunità per riprovarci alla prima occasione. Vuol dire coprire anche la ineffabile OMS del degno compare di Fauci, il Tedros che ha truccato l'impossibile e da ultimo “gli algoritmi” per stabilire il rapporto fra vaccini ed effetti avversi, che poi significava micidiali.

La speranza, neppure tanto occulta, è: riprovarci. Tutti insieme, come l'altra volta, perché c'erano dentro tutti così come oggi stanno tutti dentro alla immaginifica commissione dall'assoluzione collettiva annunciata. Il periodo propizio per trovare qualche nuovo allarme è, curiosamente, sempre quello prefestivo. Due anni fa l'ondata cinese, subito evaporata, l'anno scorso i presunti contagi da zanzare, giraffe, scimmie, quest'anno il morbo arcano dal Congo. Sempre in prossimità del Natale. Quel luminare industriale, statistico, che forniva i numeri al regime, e che però in commissione Covid balbettava, era lo stesso che si produceva in filastrocche come la seguente: “Per Natale al cugino non vaccinato un tramezzino nello stanzino”. Dovremmo prendere sul serio uno così? Silvana De Mari, una dalla memoria spietata, fa notare che “nella scheda tecnica dei cosiddetti vaccini Covid era specificato che se ne potevano somministrare due dosi. La grande maggioranza degli effetti avversi arrivavano dopo la terza dose, anche per le nanoparticelle e il poletiniglicole”. A chi scrive ne son bastate due per “slatentizzare” un cancro del sangue, però è vero che la maggioranza dei devastati ne avevano fatte tre. E neanche bastava, i virologi poeti e canterini istigavano alla dose perenne, circolare. Oggi sento dire, in via confidenziale, che in questa commissione a comandare davvero è la ex infermiera berlusconiana Ronzulli, forse la più arrogante, aggressiva, una autentica erinni contro i cosiddetti novax, una alla quale nessuna restrizione bastava mai. Per la plebe, s'intende. Biden sarà pure fuori di testa, ma al dunque sa quello che deve fare e la grazia ai suoi loschi protetti è una disgrazia per l'umanità.