Sciopero generale contro la manovra, insulti a Salvini: "Precetto La Qualunque", la replica: "Difendo diritto alla mobilità degli italiani"
Cartelloni e striscioni per lo sciopero generale dei trasporti precettato dal vicepremier Salvini, il Tar respinge il ricorso dei sindacati
Si svolge oggi, venerdì 29 novembre 2024, lo sciopero generale contro la manovra economica, cartelloni e manifesti con insulti rivolti a Salvini, chiamato "Precetto La Qualunque", lui replica: "Difendo diritto alla mobilità degli italiani".
Lo sciopero generale nazionale è stato previsto per i lavoratori di tutti i settori, pubblico e privato, ad eccezione delle ferrovie (non ha riguardato infatti Trenitalia, Italo e Fs), ed è stato indetto da Cgil e Uil per manifestare la contrarietà dei sindacati sulla manovra di bilancio approvata dal governo e per rivendicare l'aumento del potere d'acquisto di salari e pensioni.
Per lo sciopero era prevista una durata di 8 ore. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva presentato una precettazione per il settore dei trasporti. Appellata dai sindacati, che consideravano inconsistente la riduzione della protesta a solamente 4 ore per il settore, la precettazione è stata confermata dal Tar. Salvini aveva commentato su X: "Ho ridotto lo sciopero a 4 ore per evitare l'ennesimo venerdì di caos, sto difendendo il diritto alla mobilità degli italiani".
A seguito della precettazione, dunque lo sciopero per il trasporto pubblico locale è stato ridotto a 4 ore. Le fasce orarie garantite variano a seconda della tipologia di trasporto: lo stop per gli aerei dalle 10 alle 14, per bus, metro e tram così come per navi e traghetti dalle 9 alle 13. Per gli altri settori, dalla scuola alla sanità, dalle fabbriche agli uffici postali, lo sciopero durerà 8 ore o per l'intero turno di lavoro.
Lo stop non ha riguardato i treni di Trenitalia, Italo e Ferrovie dello stato e i trasporti ferroviari e di merci su rotaia, già interessati da una recente protesta.
Le manifestazioni hanno tinto le piazze di cartelloni e striscioni, su alcuni sono stati inquadrati insulti e nomi satirici rivolti al vicepremier Salvini, come quello che lo rinominava "Precetto La Qualunque". Il riferimento è ovviamente diretto al gioco di parole che coinvolge il personaggio del film satirico di Antonio Albanese, in cui vestiva i panni "Cetto La Qualunque", un aspirante politico disposto a tutto pur di ottenere la carica, e la precettazione del ministro, approvata dal Tar.