Mattarella manda a quel paese i partiti e boccia il tentativo di ingozzarsi con il 2xmille
Sergio Mattarella, che ormai sembra avere più fegato di tanti politici in questo Paese, ha deciso di strappare la cresta ai partiti
Questa volta il trucco consisteva nel gonfiare il finanziamento pubblico attraverso il famoso 2xmille, quella quota dell’IRPEF che i cittadini possono destinare ai partiti dal 2014. Una bella furbata per ingrassare i conti dei partiti.
L’emendamento, partorito inizialmente dal PD e da Alleanza Verdi e Sinistra, è stato poi rimaneggiato dal Governo per trovare una quadra tra il cerchio e la botte. La proposta finale prevedeva il raddoppio del finanziamento pubblico ai partiti. In pratica, la quota del 2xmille, che oggi ammonta allo 0,4 per mille, sarebbe scesa a un misero 0,2 per mille, ma con una bella clausola: la parte dei contribuenti che non esprime preferenze sarebbe finita comunque nelle casse dei partiti, divisa tra di loro, come se non ci fosse nulla da fare.
Lo Stato, quindi, continuava a fare la parte del fesso. A conti fatti, i partiti si sarebbero visti arrivare circa 40 milioni di euro, contro i 24 milioni dell’anno scorso. Il PD, come al solito, ne avrebbe beneficiato di più, con un bel bottino da oltre 8 milioni di euro.
Ecco però che Mattarella, quel tipo che è più un “papa buono” che un politico da curva, ha deciso che questa volta il gioco era troppo grande anche per lui.
Ha affossato l’emendamento con una giustificazione che più saggia non si poteva: “Non c’entra nulla con il decreto fiscale” (già, visto che il 2xmille ha ben poco a che fare con le tasse ordinarie) e “Serve una legge apposita per fare una cosa del genere, non un emendamento a un decreto-legge” (che si può tradurre in un poetico "basta con le leggi fatte alla cazzo di cane").
Poi, c’è anche la questione della trasparenza, perché, come se i cittadini non lo sapessero già, questa riforma avrebbe spostato una montagna di soldi pubblici verso i partiti, senza che nessuno potesse davvero dire nulla.
Prima che il Presidente dicesse la sua, il piano era abbastanza chiaro: alzare la soglia massima del 2xmille di 3 milioni di euro, portandola a 28 milioni per coprire la distribuzione dei fondi per l’anno in corso. Ma dopo che il Governo ha messo mano all’emendamento, qualcuno, come il senatore di AVS Tino Magni, ha detto di non volerlo più sostenere. Il PD, invece, ha deciso di prendere una posizione più “diplomatica” (ovvero, cercare di salvare la faccia).
Insomma, usando una metafora, alla fine Mattarella ha detto “mi avete rotto i coglioni”, facendo capire ai partiti che non è più il momento di pensare ai propri portafogli, ma a qualcosa di più serio. Se vogliono davvero farsi un regalo con i soldi pubblici, dovranno tirare fuori dal cilindro una proposta più credibile.