"Siamo stati bravi" dicono i medici e gli igienisti in commissione Covid: si elogiano per una gestione catastrofica, ma che gli fa?
"Oportet ut scandala eveniant" dicevano i romani antichi, che però i responsabili li facevano mangiare dai leoni. Oggi chi fa scandalo se ne vanta, si fa candidare e viene eletto. L'opinione pubblica, più che assuefatta, è sfibrata, il cinismo ha lasciato posto alla rassegnazione.
Dalle colonne de “la Verità” Silvana Demari, medico radiato, manda una lettera acuminata al capo dell'ordine dei medici appena sentito in commissione Covid: se “tachipirina e vigile attesa” era un semplice consiglio, una carezza sulla guancia dei dottori, come mai io e altri come me siamo stati cacciati, eliminati? Silvana definisce il protocollo “una bestiale idiozia”: imposto da un ex assessore al traffico potentino promosso ministro, era diventato automaticamente un diktat, imposto “con la forza della violenza legittima” di Max Weber, per dire il potere assoluto dello Stato. Un potere che ha mandato a rovina un numero rimasto prudenzialmente incalcolato di innocenti cittadini, al che il capo dei Medici se la cava così: avevamo perso la testa, non sapevamo cosa fare. La stessa cosa ammessa a suo tempo dall'ex capo del Governo, il grillino Conte, riuscito ad infiltrarsi in commissione per non farsi giudicare. Dopo il capo dei medici è toccato all'omologo degli igienisti che di fronte alla catastrofe sanitaria ha trovato modo di commentare: “Beh, dai, tutto sommato ce la siamo cavata bene, poteva andare peggio”. Poteva? Viene il sospetto che questa commissione serva, più che a non cavare un ragno dal buco, addirittura ad elogiarsi. L'amica Maddalena Loy, che sempre su “la Verità” ne segue i lavori, dice: almeno certe cose escono fuori, almeno i cittadini sanno con chi hanno a che fare e non li rivoteranno. Ma i cittadini sapevano anche prima e rivotano, se trovano un potente anche disonesto o delinquente lo applaudono, gli chiedono grazie come ai santi. Ci sono vecchi arnesi che dopo condanne pesanti per ruberie oscene tornano o magari non hanno mai smesso di comandare, anche dalla galera, come i boss della mafia. Più in generale, non si è mai sentito un solo politico di qualsiasi schieramento ammettere che avevano sbagliato, che le misure adottate erano sciagurate, che mentivano per calcolo e per disperazione. C'è addirittura chi, come il neogovernatore ligure Bucci, si ammala dopo avere ostentato le sue dosi, lo eleggono al posto del decaduto Toti, che si vantava di truccare i dati sul Covid “così facciamo più dosi” e quello per primo atto nomina a consulente un virologo come Bassetti che dice: “Nessuno si permetta di non vaccinarsi”. E i cittadini che altro dovrebbero scoprire? Speranza con tutto quello che ha fatto, detto e scritto continua a presentare il suo libello che nessuno vuole e d'accordo che lo insultano, lo inseguono, ma intanto lo chiamano e lui, scortato, gira, gira, come un esorcismo ambulante.
I cittadini sapevano, sanno ma non cambiano. La gens italica, cinica, opportunistica per cultura, per lascito, debitrice di eredità poco e male comprese e molto contorte o stravolte, dal lealismo comunista al cattolicesimo magico al machiavellismo, si è come svuotata, non crede più a niente ovvero crede a tutto e tutto lascia correre, lascia passare. Ghigna sui social, davanti al telegiornali che ogni sera le squadernano la follia al potere, ma non si interessa più davvero, è come rassegnata, sa che nulla deve cambiare pur che nulla cambi. Vede, questa gente sbandata, sfibrata, che i regimi si succedono, i colori si alternano, ma, nei fatti, la sostanza non muta, che c'è un filo rosso, filo di ferro che lega tutto: la campagna vaccinale continua come prima e allo stesso modo proseguono le menzogne, le ammissioni impuni, le provocazioni. Mi ha chiesto un'amica: ma perché non reagiscono, perché, se gli parli dei vaccini che fanno male, ti aggrediscono peggio di prima, rompono amicizie, non ti cercano più? E la risposta è semplice: sanno ma non vogliono sapere, non vogliono sentire, disutere, noi malati post vaccinali siamo la loro cattiva coscienza e il loro terrore di finire come noi. E ci finiscono. Uno mi ha scritto: ho fatto sei dosi, sto benissimo, auguri. Non ho capito se li rivolgeva a me o a se stesso. Non vogliono sentirci, ci cacciano come reietti o radioattivi, ho scritto due libri su questa tragedia globale delle mele avvelenate e, dopo le prime uscite, gli inviti si sono diradati. Per arrivare arrivano, ma, alla vigilia, saltano con i pretesti più assurdi e mortificanti. E ci senti dietro la pressione, il ricatto, voi parlate di vaccini e avete chiuso, noi istituzioni non solo non vi supporteremo ma ve la faremo pagare. Uno come me, che tra quelli per così dire esposti, raggiungibili, è l'unico ad avere ipotizzato apertamente, e in tempi non sospetti, un legame tra i vaccini e il suo cancro almeno in forma scatenante, non si stanca di far provvista di anatemi, insulti, desideri di morte per lo più anonimi e anche stupidi, contraddittori: non hai niente, impostore, mentitore, però se crepi è meglio.
Accadono cose curiose a questo mondo, anche in una forma grottesca o comica. Musk si intromette nelle cose italiane e il Mattarella che stringeva la mano a Zuckerberg, vantatosi di avere sistematicamente dirottato la comunicazione sui vaccini per conto dell'amministrazione Biden-Harris, il Mattarella che non ha mai trovato una parola sulle manovre di uno come Soros, che si compra mezza politica italiana, la quale lo ringrazia apertamente, subito fulmina il padrone di X con un comunicato eccessivo, fuori dal galateo diplomatico. Pubblicato su X. Il Capo dello Stato intendiamoci qualcosa deve dire, non può lasciar passare l'attacco ai giudici, che presiede, anche quando questi accolgono il sindacalista Landini, autore di proclami vagamente eversivi, come “uno di noi”. Ma, al di là delle schermaglie tra potenti, a risultare grottesco è l'esodo dal social X, annunciato su X da quanti per tre anni non hanno visto o peggio hanno rivendicato la censura operata dalla medesima piattaforma quando si chiamava Twitter e la possedeva il suo inventore, Jack Dorsey, responsabile della censura di alcune centinaia di milioni di commenti critici sui vaccini. All'epoca tutto lo spazio era per la propaganda “democratica”, con i falliti e gli imbecilli a vantarsi di aver tirato fuori il greenpass “e ho provato godimento erotico”,di sfidarsi a chi si bucava di più o di avere occupato un tavolino all'aperto per toglierlo ai novax: sui quali, veri o presunti che fossero, si poteva rovesciare ogni tipo di veleno, di furia, di maledizione in una gara demoniaca, come quando, per qualche misterioso cortocircuito civile, gli umani perdono ogni freno, si riscoprono disumani e non si tengono. L'esodo da X ha molto dell'egocentrico, molto del Nanni Moretti che si chiedeva se lo notassero di più non andando a un trattenimento o andandoci ma restando in disparte. Tra i pionieri, il cantante Pelù che si faceva fotografare mentre lo “tamponavano” nel naso e vantava i suoi vaccini (è diventato sordo, ma per coincidenza), il giornalista santoriano Ruotolo, già portavoce di Schlein, oggi europiddino, il gruppo Elio e le Storie Tese che meritano una menzione d'onore. Questi milanesi, pretesi continuatori di Frank Zappa, uno che il sistema americano lo ha attaccato per tutta la vita in ogni brano di ognuno dei suoi oltre 200 dischi, su tutti i fronti, in tutte le declinazioni, i colori, le sfumature, senza cedere a compromessi, senza mai smettere fino alla morte a 52 anni, si sono svenduti a qualsiasi mainstream, televisione, programma, ingaggio e perfino pubblicità; uno di loro, tale Rocco Tanica, mi aveva definito su Twitter “una merda” avendo io raccontato della mia prima chemio a seguito di linfoma post vaccino. Informato della pessima figura, ha cancellato il messaggio, ma i lettori lo avevano già “screenshottato”. Bravo, Rocco, bravo, così si fa se si vuole diventare testimonial di vaccini e banche, di pelati in scatola e paccottiglia varia, così ci si incista ai Sanremo ed altri programmi della televisione di regime. Questi Elio e le Storie Tese hanno appena mandato un comunicato melodrammatico per dire che loro sul social di Musk non ci restano, è troppo volgare, sciacallesco.
Il boicottaggio della sinistra narcisistica contro X ha del patetico e dello sconcio, è una forma tutta italiana di ipocrisia disperante. Gli odiatori di ieri e di sempre non ammettono che si erano sbagliati, che i cosiddetti novax tutti i torti non li avevano, che è stata precisamente quella scienza tanto invocata, come un dogma, a confermare timori, sospetti; al contrario, vanno in commissione a vantarsi, ha detto una delle peggiori, l'ex infermiera berlusconiana Ronzulli: “Non useremo questa commissione per fare vendette, saremo indulgenti”. Parla come la padrona di un organismo dall'esito scontato e sa che la musica non cambia: sentite come viene definita in Rete la citata amica Maddalena Loy: “Una no-vax che ha avuto il suo momento di notorità grazie alle generose ospitate in tv, quando nei mesi peggiori del covid nel nome dell’Auditel scienza e anti-scienza hanno avuto una incredibile par condicio. Ora con l’arrivo al governo degli amici di no-vax e negazionisti è ricicciata. Nota per le sue posizioni No Vax e No Green Pass, si è battuta contro l’uso della didattica a distanza”. Siamo oltre la disinformazione, siamo alla diffamazione, ma chi ci fa più caso? Cara Maddalena, è vero che i romani dicevano “oportet ut scandala eveniant”, ma i responsabili degli scandali li levavano di mezzo, li consegnavano “ad bestias”, al Colosseo; oggi gli “scandala” emergono ogni giorno e nessuno si stupisce né si vergogna. Hanno appena arrestato Paolino Iorio, il direttore generale della Sogei che gestiva il greenpass per il governo Draghi, gli hanno trovato centomila euro di mazzette. Scommettiamo che appena esce si candida?