Report e la "subdola" campagna elettorale pro-Orlando a urne aperte, le immagini per "denigrare" Bucci

E’ polemica dopo la prima puntata di Report. Nella scaletta della trasmissione, andata in onda domenica sera su RaiTre, quando le urne per le elezioni regionali in Liguria erano ancora aperte, c’era un lungo capitolo dedicato al caso Liguria e l’inchiesta che ha travolto il “sistema Toti”

E’ polemica dopo la prima puntata di Report. Nella scaletta della trasmissione, andata in onda domenica sera su RaiTre, quando le urne per le elezioni regionali in Liguria erano ancora aperte, c’era un lungo capitolo dedicato al caso Liguria e l’inchiesta che ha travolto il “sistema Toti”. Da destra sono già arrivate nei giorni scorsi le accuse di “fiancheggiamento politico” alla trasmissione di Sigfrido Ranucci.

Il giornalista Luca Chianca, autore del servizio, nei mesi scorsi incontrato i protagonisti dell’inchiesta che ha terremotato la Regione. Dal “grande corruttore” del sistema secondo la procura, Aldo Spinelli, al sindacalista Venanzio Maurici, ai fratelli Testa, siciliani originari di Riesi, incaricati di raccogliere i voti della comunità riesina di Genova per favorire i consiglieri della lista dell’ex presidente, indagati per voto di scambio aggravato per aver agevolato la mafia.

Toti ha pure ha tenuto fuori la troupe di Report dalla serata del grande ritorno sulla scena, la presentazione del suo libro. Scena mostrata con tanto di assalto del cronista all’ex governatore. Il caso finirà alla commissione di Vigilanza Rai , così come le eventuali istanze di valutazione disciplinare interna che saranno richieste alla televisione di Stato.

Proprio Toti in un post su Facebook ha commentato l’inchiesta di Report: “Ho visto su Report una gigantesca serie di calunniose suggestioni, notizie già note che, chissà perché, meritavano di essere trasmesse, montate ad arte tra il primo e il secondo giorno di voto in Liguria – scrive sui social -. Un racconto fatto di indagati già colpevoli, di mafiosi solo perché siciliani, di maleducazione spacciata per giornalismo, di furore politico elevato a deontologia”.

Poi l’ex presidente, che si è dimesso dopo il terremoto giudiziario che lo ha travolto, attacca: “Il sistema Toti in Liguria si chiama democrazia, basato sul voto del 55% dei cittadini, non certo di presunti mafiosi con cui non ho mai avuto a che fare nella vita. Mi chiedo se quello che ho visto, santi a sinistra e diavoli a destra, a urne aperte, sia un buon servizio al giornalismo e al servizio pubblico Rai pagato dagli italiani”.