Meloni al Senato in vista del Consiglio europeo: "Inaccettabile che Israele attacchi i nostri militari, con Green deal approccio disastroso"

La diretta delle comunicazioni in Senato della premier

Giorgia Meloni è al Senato per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre. La premier rilascerà varie dicharazioni sui dossier che si discuteranno a Bruxelles, tra cui Ucraina, Medio Oriente e immigrazione. "Questa nuova legislatura europea si è aperta all’insegna della preoccupazione e dell’incertezza, per il protrarsi della guerra in Ucraina, per la drammatica escalation in Medioriente e per le molte difficoltà che attraversa l’economia europea, in parte a causa di questi scenari, in parte figlia degli errori del passato”, ha esordito la premier.

Meloni al Senato in vista del Consiglio europeo: le dichiarazioni

"La Ue si trova ad affrontare questi scenari con una nuova squadra che affianca Ursula von der Leyen. Di questa squadra farà parte il ministro Raffaele Fitto, che la presidente von der Leyen ha voluto designare vicepresidente della commissione Ue. Un notevole miglioramento per la nostra nazione rispetto alla commissione uscente, con una ritrovata centralità dell’Italia a livello europeo“, ha aggiunto Meloni, per la quale si tratta di “una realtà ben distante dal continuo mantra di un presunto isolamento internazionale dell’Italia. Ma è soprattutto il riconoscimento del peso dell’Italia, a differenza di quello che vorrebbero alcuni in Europa il peso degli Stati membri viene ancora prima delle forze partitiche”.

Su nomina Fitto chiede compattezza: "Ci sono momenti in cui l’interesse nazionale deve prevalere su quello di parte e mi auguro sinceramente che questo momento sia uno di quelli, senza distinguo e senza tentennamenti”. Le deleghe all'ex ministro sono "il riconoscimento del ruolo e del peso dell’Italia, Stato fondatore della Ue, seconda manifattura d’Europa, terza economia del Continente. Significa che a differenza di quello che vorrebbero alcuni, in Europa la forza degli Stati membri viene ancora prima di quella delle presunte maggioranze politiche, come è giusto e normale che sia. Un risultato che credo debba inorgoglire tutta la Nazione, non solo i partiti della maggioranza. Ed è la ragione per cui mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato, così importante per la nostra Nazione, possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi, per consentire alla Commissione, in un momento così delicato, di essere pienamente funzionante dal primo dicembre”.

"Lo voglio dire anche in questo caso senza polemica – sgomberando però il campo da alcune valutazioni a mio avviso poco corrette e sicuramente ingenerose – quelle attribuite a Raffaele Fitto sono deleghe di primissimo ordine”, ha aggiunto, spiegando che “la delega sulla Coesione vale nel complesso circa 378 miliardi (di cui circa 43 per l’Italia), su un bilancio complessivo di 1200, solo per il ciclo 2021-2027. Senza contare il futuro ciclo di programmazione (al momento non quantificabile ma presumibilmente di portata simile) che sempre la prossima Commissione sarà chiamata a definire insieme con altri Stati membri. Per una Nazione come l’Italia, e specialmente per il Mezzogiorno, si tratta di un interesse nazionale primario. A questa delega si aggiunge anche quella al Pnrr, che vale ulteriori 600 miliardi di euro circa".

Pnrr, Meloni: “Italia più avanti di tutti in realizzazione piano”

Per Meloni la delega sul Pnrr a Raffaele Fitto “rappresenta una garanzia per tutti, perché grazie all’ottimo lavoro svolto in questi due anni dallo stesso Fitto, l’Italia è oggi la Nazione più avanti di tutte nella realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nonostante abbia anche il piano più corposo”, ha aggiunto Meloni.

La delega del Pnrr – ha aggiunto – secondo le indicazioni della Presidente, dovrà essere esercitata congiuntamente con il Commissario Dombrovskis, e qualcuno ha letto in questo affiancamento una sorta di ‘ipoteca rigorista’, mentre io credo che questa stretta collaborazione di carattere paritario rappresenti piuttosto l’opportunità per il commissario italiano di far valere le ragioni di una necessaria, maggiore flessibilità, sugli investimenti. Una posizione storicamente italiana che ha trovato soltanto un primo, parziale, accoglimento nella riforma del Patto di stabilità appena entrata in vigore. Si tratta di un ruolo che diverrà ancora più importante dopo il giugno 2026, quando proprio le nuove regole della Governance richiederanno a ogni governo di pianificare investimenti ulteriori rispetto a quelli che si concluderanno con il Pnrr, sempre che l’Unione Europea non decida di derogare la scadenza del Next Generation EU, come già alcune nazioni stanno chiedendo”. 

Ue, Meloni: “Rapporti Draghi e Letta segnano fine mondo su cui ci siamo crogiolati”

Meloni lancia un "plauso" a Draghi e Letta: “Siamo di fronte a una fase della geopolitica completamente nuova, sempre più animata da sfide interconnesse tra loro e che principalmente ci dice una cosa: non esistono più blocchi omogenei, e l’interdipendenza dei nostri destini è un fatto. Così come è un fatto che l’ordine al quale eravamo abituati non è più scontato, la centralità del nostro Continente non è più scontata. Il rapporto Letta sul mercato interno e, ancor più, il rapporto Draghi sulla competitività europea, hanno fotografato con chiarezza i numeri e le ragioni della nostra perdita di ruolo negli ultimi decenni. Entrambi i rapporti – e non sono stilati da due persone che il nostro spesso semplicistico dibattito definirebbe “europeiste” – ammettono in sostanza che il mondo nel quale troppo a lungo ci siamo crogiolati è finito, e che dunque non possiamo sfuggire all’occasione storica che questa nuova legislatura europea ci offre: scegliere finalmente, e con coraggio, che cosa vogliamo essere e dove vogliamo andare”, ha poi spiegato Meloni.

Possiamo, cioè, scegliere di continuare ad essere ciò che siamo stati finora, ovvero un gigante burocratico che appesantisce cittadini e imprese con una selva di regole, molte delle quali senza senso e autolesioniste. Oppure possiamo invertire radicalmente questa tendenza, concentrandoci sulla visione e sugli strumenti necessari a realizzare quella visione. È quello che i cittadini ci hanno chiesto con il loro voto, e fedeli come siamo alla sovranità popolare intendiamo dare seguito a questa indicazione”, ha aggiunto.

Medioriente, Meloni: “Inaccettabile che Israele attacchi i nostri militari”

Voglio condividere con voi la preoccupazione per l’escalation in corso in Libano, perché sono sinceramente preoccupata da come sta evolvendo lo scenario, nonostante gli sforzi innumerevoli, nostri e dei nostri alleati. In questi giorni, per la prima volta in un anno di azioni militari israeliane, le postazioni del contingente militare italiano inquadrato nella missione Unifil delle Nazioni Unite sono state colpite dall’esercito israeliano”, ha aggiunto la premier.

Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti, io penso che non si possa considerare accettabile. Ed è esattamente la posizione che l’Italia ha assunto, con determinazione, a tutti i livelli. È la posizione che io stessa – ha spiegato – ho ribadito al primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati, sia di quelli impegnati nella missione UNIFIL dell’Onu sia di quelli impegnati nella missione bilaterale MIBIL, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni alla stabilità lungo il confine Israelo-libanese. Riteniamo perciò che l’atteggiamento delle forze israeliane sia del tutto ingiustificato, oltre a rappresentare una palese violazione di quanto stabilito dalla Risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.

Ucraina, Meloni: “Non ci rassegniamo a idea di abbandonare Kiev”

Non ci rassegniamo, come pure in molti suggeriscono, all’idea di abbandonare l’Ucraina, all’idea che di fronte alla violazione del diritto internazionale dovremmo chiudere un occhio, banalmente perché sappiamo che quando saltano le regole le crisi si moltiplicano, e tutti ne paghiamo le conseguenze. Così l’invasione dell’Ucraina sta avendo effetti destabilizzanti molto oltre i confini nella quale si consuma, contribuendo ad accendere nuovi focolai di crisi o a far detonare quelli mai spenti. Sono convinta che quanto accade in Medio Oriente sia figlio anche di questa destabilizzazione”, ha affermato Meloni, per la quale “il Consiglio europeo ribadirà il proprio sostegno alla causa ucraina, perché l’obiettivo di tutti rimane sempre lo stesso: costruire le condizioni per una pace giusta e duratura e aiutare l’Ucraina a guardare al futuro, un futuro di prosperità e benessere”.

Giovedì scorso – ha ricordato – ho ricevuto a Roma il Presidente Zelensky e in quell’occasione ho ribadito ancora una volta che difendere l’Ucraina è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa, perché significa tutelare quel sistema internazionale di regole che tiene insieme la comunità internazionale e protegge ogni Nazione. L’Italia ha firmato l’accordo di sicurezza e siamo arrivati al nono pacchetto di aiuti militari, concentrandoci ancora sui sistemi di difesa aerea per proteggere la popolazione e le infrastrutture civili. Questo al netto del sostegno che l’Italia continua a dare a 360° gradi. Non ultimo, il contributo per ripristinare la capacità di produzione di energia dopo la distruzione della diga di Nova Kakhovka. Continueremo, inoltre, a lavorare, per attuare l’accordo per il prestito garantito dagli interessi generati dagli asset russi immobilizzati in Europa, importante risultato raggiunto dalla Presidenza italiana del G7. E come ho detto molte volte in passato guardare al futuro dell’Ucraina significa anche immaginare la sua ricostruzione, che va sostenuta insieme alle Istituzioni finanziarie internazionali e al settore privato”, ha spiegato la premier.

Meloni: “Ue non può essere quella di ieri e oggi, deve cambiare”

L’Europa di domani non può essere più uguale a quella di ieri e di oggi. Deve cambiare, ripensare completamente le sue priorità, il suo approccio, la sua postura. Riscoprire, cioè, il suo ruolo nella storia, particolarmente in questo tempo storico così complesso. La domanda che dobbiamo porci è: quale futuro intendiamo costruire per l’Europa? Chiaramente non mi riferisco solo all’Europa come Istituzione, ma all’Europa come comunità politica e come attore, autorevole e imprescindibile sulla scena globale”, ha spiegato la premier.

Ue, Meloni: “Decarbonizzazione con deindustrializzazione è suicidio”

L’approccio ideologico che ha accompagnato la nascita e ha sostenuto finora lo sviluppo del Green Deal europeo ha creato effetti disastrosi. È una posizione che noi abbiamo sostenuto fin dall’inizio, spesso in splendida solitudine, e che oggi, finalmente, è diventata invece patrimonio comune. Perché non è vero che per difendere l’ambiente e la natura l’unica strada percorribile sia quella tracciata da una minoranza palesemente ideologizzata. Anche i più convinti e integralisti sostenitori di questo approccio si sono resi conto che non ha alcun senso distruggere migliaia di posti di lavoro, smantellare interi segmenti industriali che producono ricchezza e occupazione e condannarsi a nuove dipendenze strategiche, per perseguire obiettivi impossibili da raggiungere. Come ho detto mille volte, inseguire la decarbonizzazione al prezzo della deindustrializzazione è, semplicemente, un suicidio. Non c’è nulla di verde in un deserto, e nessuna transizione verde, alla quale guardiamo con favore, è possibile in una economia in ginocchio”, ha poi spiegato la premier.

Meloni: “Contro Salvini attacchi faziosi da organizzazioni politicizzate”

Colgo l’occasione per ringraziare anche il Ministro Salvini e soprattutto la Guardia Costiera italiana per il suo straordinario lavoro, e per esprimere a questi uomini e a queste donne la solidarietà del governo di fronte ai continui attacchi faziosi che subiscono da organizzazioni politicizzate che detestano chiunque lavori per contrastare l’immigrazione illegale di massa”, ha poi affermato la premier.

Venezuela, Meloni: “Non riconosciamo vittoria Maduro, condanniamo regime”

Sempre in ambito internazionale, il Consiglio si occuperà, poi, della situazione venezuelana. Questione che ci sta particolarmente a cuore, anche per i moltissimi cittadini di origine italiana che si trovano in una terra che perfino il nome collega a Venezia e all’Italia. Non riconosciamo la proclamata vittoria di Maduro a seguito di elezioni ben poco trasparenti e continuiamo a condannare l’inaccettabile repressione del regime, chiedendo la liberazione di tutti i prigionieri politici. Lo abbiamo ribadito più volte in tutti i comunicati G7 durante la nostra presidenza. Insieme all’Unione Europea, lavoriamo per una transizione democratica e pacifica nel Paese, affinché la volontà dei milioni di venezuelani che continuano a rischiare la propria vita per un futuro più democratico, prospero e sicuro, possa finalmente trovare realizzazione”, ha affermato la premier.

Ue, Meloni: “Importante vertice con Consiglio di Cooperazione del Golfo”

Consideriamo importante anche che l’Unione europea abbia deciso di organizzare, per domani 16 ottobre, il primo Vertice Ue-Consiglio di Cooperazione del Golfo, un’opportunità per approfondire il nostro partenariato con le nazioni del Golfo, e trovare nuove occasioni di collaborazione in ambiti chiave, particolarmente nell’attuale contesto internazionale. Se l’Italia sceglie di guardare al Sud, anche l’Europa sarà naturalmente spinta a farlo. E questo apre grandi opportunità, soprattutto dal punto di vista geopolitico. Perché non è un segreto per nessuno che non siamo gli unici a guardare all’Africa e che ci sono altri attori – Russia e Cina in testa, ma non solo – che portano avanti le proprie strategie, spesso con un approccio molto più assertivo del nostro”.