M5s, Grillo invoca i poteri del garante in un nuovo stop a Conte sulle modifiche statutarie, ai militanti: "Visioni opposte, a ottobre costretti a scegliere"

Grillo invoca i poteri derivanti dal ruolo di garante del Movimento e rilancia lo scontro con Conte sulle modifiche a logo, nome e regola dei due mandati, considerati i 3 pilastri fondativi. Colucci ribatte: "L'assemblea è sovrana, i poteri del garante sono solo consultivi"

il fondatore del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo invoca i poteri del garante in un post pubblicato oggi in mattinata sul suo blog personale in cui, oltre a lanciare un nuovo stop indirizzato a Giuseppe Conte e alla possibilità aperta dall’ex Premier di apportare modifiche allo statuto del partito anche per le 3 regole che lo contraddistinguono e cioè logo, nome e soprattutto regola dei 2 mandati, lancia un aut aut ai militanti: "Ormai è chiaro come il sole: a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle. La prima è di una politica che nasce dal basso e non da politici di professione, la seconda è quella di Giuseppe Conte", si legge nel post. 'Repetita iuvant' è il titolo del contenuto pubblicato sul blog del comico, nel tentativo di ribadire (a Giuseppe Conte) che per cambiare il Movimento 5 Stelle bisogna fare i conti con lui, che ne è ancora il garante: "Il 20 Agosto pubblicavo sul mio blog un post dal titolo 'Il nostro DNA' in cui chiedevo la salvaguardia del simbolo, del nome e della regola del secondo mandato, principi fondanti del MoVimento 5 Stelle. Dopo la pubblicazione del suddetto post, Giuseppe Conte pubblicava un video di lancio dell’Assemblea Costituente in cui dichiarava che sia il simbolo, che il nome, che anche le regole del M5S avrebbero potuto subire modifiche. Ora, esplicito ancora di più quanto avevo inteso già fare con quel post, purtroppo ignorato dal Presidente Conte: esercitare i diritti che lo Statuto mi riconosce in qualità di Garante, ossia custode dei Valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle. E quindi, secondo quanto afferma l’art. 12, lettera a) numero 2, ribadisco che ci sono degli elementi imprescindibili del Movimento 5 Stelle che devono restare tali affinché il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome, il simbolo e la regola dei due mandati. Repetita iuvant".

Le origini del Movimento e i 3 pilastri del regolamento

Il fondatore ha pubblicato sul suo blog e sui suoi canali social il post in cui lancia l’ultimatum agli iscritti, l'incipit di un attacco contro il presidente dei 5 Stelle che finora ha sempre contraddetto Grillo e messo al centro l’assemblea. Si legge ancora nel post: "Il MoVimento, come sapete, è nato dall’idea che Gianroberto ed io abbiamo avuto di creare una forza politica diversa, un’alternativa ai partiti tradizionali, ormai incrostati da decenni di politici zombie, più attenti ai propri interessi che a quelli dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Sapevamo fin dall’inizio che il pericolo di cadere nello stesso tranello incombe su ogni forza politica, perché ogni rappresentante tende inevitabilmente a mettere se stesso al centro, sacrificando l’interesse collettivo. È una storia vecchia quanto il mondo: da secoli le comunità si ingegnano per trovare regole che possano arginare questa deriva". Grillo poi prosegue sulla questione delle regole che da sempre hanno contraddistinto il Movimento e che ora potrebbero cambiare (nome e logo immutabili e regola del doppio mandato), principi fondanti che Conte vorrebbe in discussione alla Costituente prevista per fine ottobre 2024: "Non esistono regole perfette, ma è evidente che i conflitti d’interesse si acuiscono quando i rappresentanti si chiudono nei loro privilegi e si rifiutano di lasciare lo spazio agli altri. È un comportamento dettato dal naturale egoismo umano, radicato e difficile da sradicare. Proprio per questo, Gianroberto ed io abbiamo capito che, per creare un modello diverso dai partiti tradizionali, dovevamo stabilire alcune regole fondamentali, inviolabili. Per questo, quando parliamo di principi fondativi stiamo parlando di principi non negoziabili, principi che se vengono scardinati fanno crollare le fondamenta di una casa che mattone dopo mattone abbiamo costruito insieme a voi in tutti questi anni". Qui, l'accusa a Conte si fa più esplicita: "Ad oggi non mi sembra si stia compiendo un’opera di rinnovamento, ma un’opera di abbattimento, per costruire qualcosa di totalmente nuovo, che nulla ha a che spartire con il MoVimento 5 Stelle".

Organo di controllo del Movimento, Alfonso Colucci: "Poteri Grillo privi di efficacia giuridica, assemblea sovrana"

A stretto giro è giunta però la replica di Alfonso Colucci, il quale riveste il ruolo di Organo di controllo del Movimento con il compito di vigilare sul rispetto dell’attuale statuto, dei regolamenti e delle deliberazioni degli organi associativi: "Il potere di interpretazione autentica delle norme dello Statuto del Movimento 5 Stelle, rivendicato dal garante Beppe Grillo in un post pubblicato oggi, dà luogo a una mera raccomandazione. Si tratta di moral suasion ed è priva di qualunque efficacia giuridica", ha sottolineato Colucci, che proseguendo afferma: "Se diamo un'interpretazione differente dei suoi poteri sarebbe contraria al diritto positivo, perché configurerebbe un potere padronale e di natura feudale, che contrasta con un principio fondamentale. L’assemble è sovrana, come in ogni associazione", aggiunge il deputato 5stelle, secondo il quale "anche il secondo potere di custode dei valori si risolve tecnicamente nella sola possibilità di chiedere la ripetizione del voto degli iscritti". Secondo Colucci, in definitiva Grillo non può bloccare le votazioni degli iscritti né contestarne l’esito: "L’assemblea è sovrana, e tutte queste disposizioni riguardanti i poteri del Garante sono modificabili dall’assemblea stessa", continua. Anche nell’interlocuzione con la Commissione di vigilanza sugli statuti dei partiti, quest’ultima "ha espressamente detto che le eventuali decisioni del garante non hanno efficacia alcuna nei confronti del giudice, in ossequio al principio di democraticità", conclude Colucci prima di dedicare un’ultima stoccata al garante: "La sua contraddizione sta nel fatto che da un lato dice di combattere le oligarchie e dall’altro dice che l’assemblea non può deliberare. Questa è oligarchia, contrario alla democraticità".