Decreto Carceri, no misure cautelari per colletti bianchi incensurati, sì per reati violenti, l’Odg Costa e il parere favorevole del Governo

L’atto di indirizzo del deputato di Azione alla Camera chiede che l'arresto di incensurati per il rischio di reiterazione del reato sia consentito "solo per reati di grave allarme sociale e per reati che mettono a rischio la sicurezza pubblica o privata o l’incolumità delle persone", dunque non per i reati dei colletti bianchi

Il Governo guidato da Giorgia Meloni oggi ha espresso parere favorevole nel voto sull’Ordine del giorno (Odg) presentato stamattina alla Camera dal deputato di Azione Enrico Costa al Decreto Carceri, riguardante le misure di custodia cautelare da applicare nei confronti di chi è indagato nell’ambito di processi per corruzione, falso in bilancio, falso in atto pubblico, aggiotaggio, frode fiscale e/o commerciale, appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta ecc.: insomma, I reati dei cosiddetti "colletti bianchi". L’Odg punta a impedire di sottoporre a custodia cautelare gli incensurati, cioè coloro che sono indagati in relazione al loro primo reato (come nel caso recente dell’ex Governatore della Regione Liguria Giovanni Toti, dopo le accuse di corruzione e finanziamento illecito mosse dalla Procura di Genova lo scorso maggio).

Lo scopo dell’Odg Costa

L’atto di indirizzo "impegna il governo a valutare un intervento normativo finalizzato a una rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare", recita il testo, prevedendo in particolare, che gli arresti per rischio di reiterazione del reato (l’esigenza cautelare più frequente) possano essere disposti nei confronti di indagati privi di precedenti penali "solo per reati di grave allarme sociale e per reati che mettono a rischio la sicurezza pubblica o privata o l’incolumità delle persone". Quindi non per i delitti dei colletti bianchi, quelli elencati poco sopra e che non appartengono a nessuna delle due categorie, mentre rimarrebbe la possibilità di disposizione di tali misure per i reati violenti, di strada. Se una norma del genere fosse approvata, misure cautelari come quelle richieste dalla Gip Paola Faggioni ed eseguite nell’inchiesta di Genova nei confronti dell’ex Governatore della Regione Liguria Toti e dell’imprenditore Aldo Spinelli, l’ex presidente del porto Paolo Emilio Signorini, non potrebbero essere disposte a meno di non ritenere sussistente il pericolo di fuga o quello di inquinamento delle prove, cioè le altre due esigenze cautelari previste dalla legge.

Una risposta politica a Salvini e alle recenti vicende giudiziarie

Costa è noto per le sue innumerevoli iniziative iper-garantiste, spesso recepite dal governo come nel caso dell’emendamento passato alle cronache come legge-bavaglio, approvato lo scorso 13 febbraio ed il quale vieta ai giornalisti di pubblicare ordinanze, integralmente o sotto forma di estratti, fino al termine dell'udienza preliminare. Il suo Odg è la prima risposta politica alle parole di Salvini sul caso Toti: un giorno prima del suo incontro di ieri a Roma proprio con l’ex Presidente della Regione Liguria, il segretario del Carroccio aveva motivato in un’intervista rilasciata al quotidiano milanese La Verità la sua richiesta per uno "scudo" giudiziario per i governatori, al fine di garantire una certa continuità amministrativa: "Credo sia giusto pensarci, d'altronde la vicenda Toti è incredibile: è stato liberato solo quando ha scelto di dimettersi. Qualcuno lo ha definito ostaggio della magistratura, direi che è qualcosa di inquietante e mai visto prima. Un precedente pericoloso. E lo dico da imputato, perché ricordo che sono a processo e rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso i confini dell'Italia da ministro dell'Interno. Un'altra vicenda che svilisce la politica e la sottomette a un altro potere dello Stato", aveva commentato il leader della Lega. La proposta aveva incontrato ieri in serata la "condivisione" del presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga e del Ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Siamo pronti ad ascoltare la sua proposta. Come per l’abuso d’ufficio, siamo per una buona amministrazione." aveva detto il forzista. Per Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinstra) "la proposta della destra è devastante.". Speranzon, di FdI, aveva preso tempo: "Non credo sia la soluzione.". Subito dopo l’incontro di Toti nella capitale con il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, e il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, anche lui si era dichiarato favorevole "ad un allargamento dell’immunità per chi fa politica.". Nelle premesse dell’atto, il deputato di Azione firmatario dell’Odg scrive che in relazione agli arresti degli incensurati "occorre un puntuale bilanciamento tra presunzione di innocenza e garanzie di sicurezza": "Qualcuno la cui responsabilità non è ancora stata accertata, che sia dunque sospetto ma goda della presunzione di non colpevolezza e non abbia mai subito condanne, subisce una misura cautelare sulla previsione che possa reiterare un reato non ancora accertato. Un sospetto basato su un sospetto: sospetto di reiterazione del reato nei confronti di chi è solo sospettato di aver commesso quel reato, ma non è ancora stato dichiarato colpevole – anzi è presunto innocente – né lo è stato in passato".

L’esecutivo è favorevole ad assumersi l’impegno ma frena su incensurati e sui tipi di reato

Il parere favorevole dell’esecutivo a trazione Meloni è arrivato oggi, anche se accompagnato dalla richiesta di una riformulazione dell’impegno a introdurre la nuova norma, che dovrà inserirsi "nel solco delle iniziative già adottate con il ddl Nordio" in merito alle misure di custodia cautelare. La legge del Guardasigilli, approvata in via definitiva alla Camera lo scorso 10 luglio e in attesa della firma del Capo dello Stato Mattarella, prevede già infatti l’obbligo di interrogatorio preventivo per poter arrestare gli indagati per il rischio di reiterazione di reati non violenti: politici e colletti bianchi dovranno essere avvisati con almeno cinque giorni di anticipo dell’intenzione di metterli in carcere o ai domiciliari, e convocati dal gip per spiegare le ragioni dell’iscrizione al registro degli indagati, con tutti i rischi che ne conseguono. Inoltre, il Governo frena sui passaggi che riguardano gli incensurati e sui tipi di reato, impegnandosi "a valutare un intervento normativo finalizzato ad una rimodulazione delle norme sulla custodia cautelare" in caso di reiterazione del reato, "finalizzato a un puntuale bilanciamento tra presunzione di innocenza e garanzie di sicurezza".