Ma se questa democrazia autoimmune ha la faccia della Baronessa Siringa, come stupirsi se i regimi autoritari tornano di moda?
Il dominio della finanza e della tecnologia repressiva ha finito di spolpare le democrazie capitaliste, fondate sulle "cose", sugli strumenti che assicuravano il benessere. Oggi paghiamo, obbediamo per avvelenarci e per controllarci a vicenda. E chi delinque va in politica.
Se è vero che tutto ha una fine a questo mondo, allora anche le democrazie occidentali, in fama di virtuose, sembrano arrivate all’epilogo. Sono cannibalizzate, sono inconsapevoli e stordite alla maniera di Biden, il presidente della democrazia più potente al mondo, indotto a dimissioni per l’evidente stato semivegetativo. Per mesi, per anni analisti e parassiti in fama di fact checker avevano garantito la sua tenuta mentale, ma “Joe l’addormentato” non era mai stato un fulmine di guerra e alla fine le cinque o chissà quanti dosi di vaccino, anche se non è politicamente corretto dirlo, lo hanno spacciato. Lo avrebbero rimosso prima, ma i clan democratici, dagli Obama ai Clinton, non sapevano mettersi d’accordo e c’è scetticismo, fondato, anche sulla figura di questa Kamala Harris, bugiarda e inetta. Si sono decisi a ricoverarlo solo perché non arrivavano più soldi: la campagna elettorale americana in funzione della democrazia, che come si insegna nelle scuole dell’obbligo e come ricordava il menestrello populista di sinistra Gaber vuol dire “governo del popolo”, costa 10 miliardi di dollari ed è assicurata dai padroni della tecnologia del controllo, ricchi sfondati. Se questo è lo stato della democrazia per eccellenza, figurarsi le altre. Difatti sono messe quale più quale meno in uno stato da indurre a dare ragione a Senofonte, che la democrazia la detestava, diffidando delle sue false virtù ateniesi. In Francia si è visto quanto è successo durante le elezioni, in Europa, che è un sovrastato antidemocratico e autoreferenziale, è andata allo stesso modo: il blocco di potere bastonato alle elezioni che fa finta di niente e si ricoagula in una coalizione oscena che va dal paraterrorismo dei Verdi al moderatismo affarista di Forza Italia, partito aziendale e familiare dei Berlusconi. E tutto pare normale. Pare normale anche che la nostra premier per mesi ed anni abbia fatto a lingua in bocca con tutti, dai fascisti ai conservatori, dai putiniani ai manutengoli di Zelensky, dai reazionari ai popolari cattocomunisti, fino a sfilarsi all’ultimissimo momento per becere questioni di calcolo interno. E adesso ha anche il coraggio di rivendicare “la coerenza di Colle Oppio”, per dire i giovani post fascisti che facevano gli attacchini.
Senofonte o Aristotele, la verità è molto semplice ed è la seguente: che il capitalismo democratico, duro, ingiusto fin che si vuole, seppe tenere insieme le società uscite dalla guerra mondiale sfornando “cose”, prodotti e miraggi di benessere che distoglievano le masse da improbabili e infauste prospettive rivoluzionarie. Il grido d’allarme degli intellettuali anticonsumistici era ipocrita e classista, uno come Pasolini, che denunciava ossessivamente il fascismo dei consumi, poteva adescare i pischelli miserabili a bordo della sua Alfetta fuoriserie e portarli in una villa fuori Roma dove per sottoporli ad ammucchiate li pagava, gli regalava i feticci consumistici. Quanto ai terrorismi europei, l’italiano e il tedesco in particolare, furono null’altro che escandescenze in coda ad un benessere in frenata dopo due decenni rampanti, di cui non si accettava il declino. Fu una rivoluzione estetica, vitalistica, alla quale nessuno credeva davvero; fu anche un modo, spiccio, cinico, per fare carriera. Ma i terroristi sapevano, senza volerlo ammettere, che la robotica, la tecnica avevano messo fuori gioco la classe operaia con le residue smanie sovversive e rivoluzionarie. Siccome la storia piaccia o non piaccia si ripete, anche ai giorni nostri la tecnica ha preso il posto delle “cose” e siccome è una tecnica autoritaria, basata sul controllo anche se spacciata per ludica e democratica, il gioco è fatto. Il resto lo ha fatto il passaggio del potere reale dalla produzione alla finanza e alla comunicazione, che sarebbe le menzogne pubblicitarie per giustificare la finanza repressiva e illegale oggi concentrata nelle cose immateriali e ideologizzate quali l’ambiente, l’energia, le medicine, i vaccini tossici. È il curare i sani per ammalarli, è il salvare il pianeta per condannarlo. In mano ai filantropi genocidi come gli Schwab, i Gates, i Soros e le Baronesse Siringa. Oggi come cinquant’anni fa, le estreme dei disadattati, gli irrisolti, i lunatici non lo accettano e si rifugiano nella violenza esorcistica ed estetica, rintanati nelle rispettive fogne a a guisa di centro sociale: se gli capita a tiro uno di opposta fede lo legnano, come quelli di CasaPound col cronista de la Stampa o come le occupatrici di case dei poveri spedite a Bruxelles, nel tempio della finanza antidemocratica, che teorizzano le azioni dirette e si capisce cruente nel nome dell’antifà perenne. Ma intanto stanno all’Europarlamento dove votano con il loro persecutore, Orban in combutta con i “fascisti” di Tajani che dà loro il benvenuto nel Paese dei balocchi burocratico e milionario. Poi queste dell’antagonismo dall’interno si possono presentare all’Europarlamento da straccione pelose e maleodoranti, ma il loro è un approccio infantile e cialtronesco con cui tapparsi occhi e orecchie di fronte alla temperie che non aspetta né rispetta nessuno.
A fine anni Ottanta, a Muro crollato, un improvvido analista, Francis Fukuyama, ipotizzò la fine della Storia, il definitivo imporsi delle liberademocrazie. Ma tutto ha una fine a questo mondo e quelle democrazie stanno franando su loro stesse come gli antichi imperi fiaccati dal benessere e dalle mollezze delle generazioni nuove. Uno spettacolo per lo più inverecondo, fatto di giovani molluschi, di puttanelle che scimmiottano quelle professionali, dette influencer, di celenterati ai festival circensi dove l’unico crimine sembra essere la conservazione di una identità e di una dignità. Le democrazie attuali arrivano a sospendere i lavori pesanti “a causa dell’estate”: qualcosa di inaudito, di mai accaduto in tempi in cui il caldo era anche più logorante e le possibilità di arginarlo molto meno diffuse ed efficaci. Chi delinque la fa franca, chi tortura un suo simile o un animale diventa una star, i balordi vanno in politica, la politica democratica è piena di farabutti e di inetti: può stupire che sempre più occidentali dicano: se la democrazia è questo luna park di falliti, di svogliati, di vittimisti, se ha le facce manicomiali o criminali o lugubri che vediamo, se in suo nome ci costringono, ci avvelenano, ci dicono che la democrazia consiste nel suo esatto contrario, subire, obbedire in modo irrazionale e terrorizzato: in che cosa sarebbe meglio dei regimi autoritari accertati, che almeno non si nascondono?
Queste democrazie autolesioniste, di immaturi, di narcisi e debosciati al comando, hanno finto di non capire, con la complicità del Cristianesimo cattolico che le innervava, che lasciando entrare il pericolo più grande, l’Islam politico, si sarebbero definitivamente suicidate. Non che di per sé l’Islam sia più impraticabile del Cristianesimo che è una religione falsamente tollerante e pietistica, ma il fatto è che il Cristianesimo, come le democrazie in cui è cresciuto, ha perso ogni forza ricattatoria, sopravvive come puro fatto folcloristico o come organizzazione di sfruttamento, come potere finanziario; mentre l’Islam marmoreo si è reso impermeabile alle lusinghe occidentali rafforzando la sua matrice assolutistica e fondamentalista. Se solo lo vuole, questo Islam che retrocede a millequattrocento anni fa può fare già oggi un solo boccone dell’Occidente con le sue democrazie di facciata, con le sue giovani generazioni che lo esaltano senza capire che saranno le prime a venirne travolte. Ma i giovani pensano a fare i soldi con la pornografia minorenne dei social e i politici, tra una partita del cuore e una alleanza criminale, pensano a spolpare quello che resta dell’osso pubblico sapendo che la loro stagione di potere ha i giorni contati.