In UE vince chi perde e la Baronessa Siringa mantiene le promesse: "Più determinati che mai". A distruggerci

Ci attende un bagno di sangue quanto a vaccini di massa, stato di polizia, green deal distruttivo, controlli capillari. La sinistra anarcoide delle Salis, Strada, Rackete e Lucano associate ai liberali di Tajani nella UE ultraliberista del capitalismo autoritario. Chi ci salva?

I pessimi consiglieri della confusa Meloni insistono con la spocchietta: ma che dici, non hai capito niente, ha fatto benissimo a non votare la Baronessa. Fino a ieri si sbracciavano per spiegare come e qualmente avrebbe fatto benissimo a votarla. Saranno strateghi perennemente in carriera, con qualche inciampo giudiziario qua e là, ma io non ho capito e non ho voglia di capire l’elogio dell’incoerenza che oltre un certo limite diventa indecenza. Non ho neppure voglia di discutere con chi, sempre in nome della paraculaggine personale, che si potrebbe anche definire servilismo, finge di non capire che non di scelta si trattava ma di metodo: vuoi sostenere una Baronessa in odor di truffa e di stato poliziesco? Fallo, ma almeno fallo dall’inizio alla fine. Con convinzione. Invece sono stati mesi, anni di oscillazioni patetiche, fino al climax di un ministro cognato che a un convegno diceva “Noi con Ursula tutta la vita” e poche ore dopo la cognata premier si risolveva a sfilarsi, piccata per una mancata vicepresidenza ad un suo raccomandato e spiazzata dalla spregiudicatezza di Tajani, l’interfaccia di Forza Italia, eterno partito aziendale della famiglia di Berlusconi. Hanno detto gli ereditieri al factotum: ricorda che tu sei a nostra disposizione, di generazione in generazione. Lui si è adeguato e, in nome del moderatismo liberale illuminato, ha sostenuto la Baronessa dirigista insieme a una accozzaglia che prevede la cacciatrice di nazisti Salis, l’arruffone guevarista Lucano, l’erediteria comunista Strada e la commodora irsuta Rackete. Un capolavoro! A quel punto perfino la trasformista Giorgia dev’essersi detta che era troppo e, in articulo mortis, ha preferito salutare l’allegra compagnia appellandosi alla coerenza di quelli di Colle Oppio. È una balla e nessuno le ha creduto: sarà difficilissimo recuperare fiducia. Quanto alla vergognosa alleanza dei perdenti, è fascismo puro anche se fatta con l’appoggio degli ultracomunisti. Bastonati al voto, hanno fatto come se niente fosse successo e adesso la Baronessa Siringa può dire: avanti con più violenza di prima su tutto: truffe verdi, stragi vaccinali, stato di polizia.

Non è stata una scelta meditata, quella della nostra ondivaga premier, ma una scelta della disperazione: anche lei era prontissima ad avallare i nuovi crimini sanitari, il Panopticon, il regime totalitario in alleanza con le sinistre sovversiviste; non lo ha fatto per becere logiche interne, sentendosi accerchiata da alleati che più infidi non potrebbero essere. Forza Italia del maggiordomo, come lo chiama Dagospia, Tajani che in Italia governa con la destra e in Europa con la sinistra! Ma per i consiglieri dello squallore la politica si fa a questo modo: niente scrupoli, nessuna dignità. Conta il potere, conta il soldo. Mi scrive uno che mi segue: “Quindi oggi una anarco insurrezionalista piena di precedenti penali e sotto processo per tentato omicidio, occupatrice di case pubbliche, votata da milanesi benestanti nostalgici delle BR e di LC, ha votato la baronessa della alta finanza e dei vaccini delle multinazionali?”. Non solo: in alleanza col partito dei liberisti, dei ricchi, fondato da uno che così si rivolgeva ai compagni: “Siete sempre i soliti miseri comunisti”. Ma siccome il verme è nella mela, c’è da giurare che avrebbe anche lui avallato l’estrema disinvoltura ordinata oggi dai figli. Un altro osserva: “I benestanti milanesi nostalgici delle BR e di LC, proprietari di case affittate tramite le piattaforme degli affitti brevi a € 4/5/6 mila/mese, che, votando compatti per AVS, hanno permesso l’elezione della maestra anarco insurrezionalista pluripregiudicata, fanno semplicemente schifo: non sono affatto cambiati in 40 anni, solo che stanno rovinando questa città dove, per colpa loro con la connivenza di chi glielo consente, non si trova più un buco in affitto salvo svenarsi”. E si potrebbe dire: la politica come continuazione degli affari, l’affarismo dietro la foglia di fico dell’ideologia, sia essa del nostalgismo brigatista o delle fumisterie iperliberiste: alla fine si incontrano, si miscelano e hanno la faccia di Tajani che augura il benvenuto e il buon lavoro ai compagni del centro sociale. Stando così le cose, aspettiamoci una carriera parallela di Ilaria Salis in tutte le televisioni: quelle pubbliche, che restano nel controllo della sinistra malgrado le infiltrazioni carrieristiche dei parvenu postfascisti, e quelle di Cairo o degli eredi Berlusconi che non fanno mistero di preferire Bonelli e Fratojanni alla Meloni, la quale lo sa ma non sa dove sbattere la testolina. Per non sbagliare, alla finestra da opposizione, nei tempi atroci di una pandemia mai davvero avversata, alla finestra oggi, nella sua effimera stagione di potere, senza saper operare una scelta precisa, quale che sia. Per non sbagliare, sbaglia il possibile e l’impossibile. Chiacchiere e distintivo, come si diceva un tempo. E tanti consiglieri pro domo, Arlecchini senza vergogna che oggi rispolverano il sarcasmo di Longanesi, “Mussolini ha sempre ragione!”, e domani giureranno, come gli apostoli nel Getsemani, di non averla mai conosciuta. Una domanda: ai cittadini, a quelli che votano e subito se ne pentono, quali margini restano per difendersi da sovrapoteri che si ripresentano più spietati di prima? C’è chi dice: ci penserà Vannacci. Ma siate seri! Neppure lui può e soprattutto vuole mettersi frontalmente contro la burocrazia europea imposta dalla finanza criminale dei filantropi cannibali, gli Schwab, i Gates, i Soros. Lui è la statuina più pericolosa perché funge da foglia di fico che copre la sostanziale sudditanza. Da una astrazione criminale come la UE non ti salvi come non ti salvi dal nazismo o dallo stalinismo, pretendere di cambiarli da dentro è una truffa che nasconde la complicità; o stai dentro o stai fuori ma se stai dentro fai come ti dicono. E lì dentro nessuno, neanche i generali pop, si mette contro i vaccini di massa, contro le coercizioni di massa. È tutto un gioco, ma un gioco al massacro e la pelle è come sempre la nostra di sottouomini, di cavie, di “mangiatori inutili da sterminare” come piace chiamarci alla Baronessa dei vaccini e al capo del World Economic Forum.