Volano stracci tra Salvini e Tajani immersi nei vigneti di Vespa. Il problema? L'adesione leghista al nuovo progetto di Orbàn
Che Salvini stia cercando un'identità, è pacifico, come è sotto gli occhi di tutti che, grazia a questa svolta sempre più estrema, la Meloni si stia gratuitamente costruendo una nuova identità
La partita europea diventa sempre più interessante, e la svolta di Orbàn sta mettendo in crisi alcuni equilibri che fino a ieri sembravano intoccabili.
Così, se l'estrema destra spagnola di Vox ha abbandonato l'amata Giorgia tricolore per aggregarsi ai gruppi neo fascisti del Presidente ungherese, il Matteo celodurista è sulla buona strada mettendo a rischio la maggioranza di Governo.
Passeggiando tra i vigneti pugliesi di Bruno Vespa, intenti a discutere sull'Europa e sul voto a scrutinio segreto che si terrà il 18 luglio per l'elezione di Ursula Von Der Leyen, sembra che siano scattate scintille tra Tajani e Salvini.
In pratica, il Segretario di Forza Italia avrebbe definito ininfluente il nuovo gruppo dei Patrioti fondato da Orbàn, cosa non gradita dal Segretario del Carroccio il quale, confermando la sua adesione al gruppo, avrebbe replicato "Vedremo a luglio chi è rilevante e chi no".
In tutto questo bailamme di adesioni, abbandoni e richiami a vecchi nazionalismi, l'unica che gode è la nostra Giorgietta che, con la scusa dell'addio di Vox al suo gruppo parlamentare europeo, ormai può vestire i tanto desiderati panni della moderata.
Incognita, la tenuta del governo. Salvini è un animale ferito in cerca di una via di salvezza per sé e per la Lega che, dall'ultimo dei militanti ai vertici della direzione, non lo sopporta più ma, senza un'alternativa credibile, è costretta a dargli fiducia, e allora proprio la mossa dello sgambetto al Governo, avendo incassato l'Autonomia Differenziata, sembra un'ipotesi plausibile.
Cercando di mettersi nei panni del Matteo milanese, approfittando dell'allineamento del Governo alle ragioni di Bruxelles, soprattutto sulla base dei risultati che esprimerà il voto segreto sulla Von Der Leyen, una svolta autoritaria, populista e fortemente antieuropeista della Lega, disposta a lasciare il Governo pur di difendere i cittadini italiani (questo lo slogan probabile), potrebbe fruttare nel lungo periodo.
In fondo, già me lo vedo Salvini sul palco di Vox urlare: "Sono un uomo, sono cristiano, sono italiano!".
Di Aldo Luigi Mancusi