Premierato, ok alla riforma in Senato, 109 sì, 77 no, 1 astenuto, Meloni: “Primo passo”, le opposizioni: "Pronti anche al referendum per bloccarlo"
Al termine del voto finale alla riforma costituzionale i senatori di Fratelli d'Italia hanno organizzato un flashmob per ribadire l'importanza di questa riforma
Primo sì del Senato al ddl di riforma costituzionale che prevede l'elezione diretta del presidente del Consiglio. I voti a favore sono stati 109, i contrari 77, un astenuto. Il testo passa ora alla Camera per la seconda delle quattro letture previste.
Premierato, ok alla riforma in Senato, 109 sì, 77 no, 1 astenuto, Meloni: “Primo passo”
Nell'Aula di Palazzo Madama si approva con 109 si, 77 no 1 astenuto il disegno di legge costituzionale sul premierato. Il provvedimento passa ora alla Camera. "La riforma sul premierato passa in Senato. Un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre Istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati", afferma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo il primo via libera dell'Aula del Senato al ddl di riforma costituzionale per l'elezione diretta del premier.
Senatori di Fratelli d'Italia organizzano un flash mob al Senato
Al termine del voto finale alla riforma costituzionale i senatori di Fratelli d'Italia hanno organizzato un flashmob per ribadire l'importanza di questa riforma. Si vedranno intorno alle 18.30 all'ingresso del Senato di Piazza San Luigi dei Francesi.
Le opposizioni: "Pronti anche al referendum per bloccarlo"
Le opposizioni si sono date appuntamento in piazza Santi Apostoli per protestare dopo le violenze alla Camera e per dire no a premierato e autonomia differenziata. “L'Italia ha bisogno di riforme ma non del premierato di Meloni o dell'autonomia differenziata di Salvini. Per questo saremo in piazza oggi con le opposizioni e siamo disposti a usare tutti gli strumenti democratici a partire dal Referendum per bloccarle”, ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi. In piazza presenti Pd, M5S, Verdi-Sinistra e +Europa, ma non Renzi e Calenda. Non solo partiti, ma anche anche forze civiche e sociali, sindacati e associazioni, rete degli studenti e Anpi, Acli, Arci. Dal palco Monica Guerritore leggerà l’appello sottoscritto da 180 intellettuali, fra cui giuristi e presidenti emeriti della Consulta, da Enzo Cheli a Ugo De Siervo fino a Gustavo Zagrebelsky.