"Università della pace in Europa"

Umberto Trenta, candidato alle elezioni europee con Azione e Repubblicani Europei


“L’Italia Centrale deve diventare l’ANIMA della cultura Europea. A troppi sfugge l’importanza della cultura di una macroregione centrale strategica per vocazione, fondamentale nel collegamento mediano tra il mar Tirreno e il mare Adriatico. Naturale collegamento tra Gibilterra e i Balcani” così come la storica "Anima Culturale di Firenze" con la sua Università Europea, la sua Accademia di belle arti, Urbino con la sua università, Spoleto e Perugia e Assisi con la loro secolare storia laica e religiosa, la Grande Ankón (Ancona) con la sua porta d’Oriente, le sorgenti termali e di acque “pregiate” (alcuni esempi: Montecatini, Acquasanta Terme, San Gemini, Fiuggi ), Ascoli Piceno città del travertino, Roma Capitale d’Italia. Tutto questo riunito in una visione d’insieme e ispirato al principio di esaltazione delle diversità come valore aggiunto “e pluribus unum nihil solidum nisi unum” deve diventare "ANIMA EUROPA,' nostra Patria.


A parlare è Umberto Trenta, già consigliere regionale delle Marche, candidato alle elezioni europee con la lista di Azione e Movimento Repubblicani Europei. L’importanza strategica dell’Italia centrale è stato il suo mantra nel ruolo di consulente regionale per le politiche legate alla Macroregione.
Trenta, a suo avviso, quindi, occorrono politiche comuni e strategiche tra Toscana, Umbria, Lazio e Marche. Un progetto avanzato più volte, ma forse mai perseguito con decisione.
“Un progetto attualissimo e direi persino decisivo. Il collegamento tra i due mari è fondamentale per il futuro economico e sociale. La dorsale appenninica rappresenta l’ossatura principale del nostro Paese, poi da una parte e dall’altra ci sono coste omogenee e fondamentali per il bacino del Mediterraneo. Occorre un piano strutturale condiviso e cofinanziato. Ci sono a disposizione 250 miliardi: vogliamo continuare a pensare a piccoli progetti come stadi e “piste di plastica” oppure far diventare il centro dell’Italia un esempio di eccellenza europea?”.
Naturalmente mantenendo, a livello istituzionale, le quattro regioni.

“Certo, progetti condivisi e cofinanziati. Occorrono accordi tra le regioni in grado di garantire sviluppo. E’ proprio l’Europa delle regioni che detta il viatico dei finanziamenti. Purtroppo i territori in passato hanno dialogato poco. Anzi, c’è chi magari cerca di far credere che l’Europa sia superflua, mentre è lì che si danno le carte, che nascono le mediazioni politiche. Trincerarsi sulla nazionalità, significa perdere risorse importanti. Un altro esempio?”.

Prego.

“C’è da rilanciare l’Appennino. I paesi si svuotano, i giovani se ne vanno. E intanto arrivano, e arriveranno, migliaia di immigrati regolari che non sappiamo come impiegare. Magari possono aiutare a non far morire quei territori, che significa tenere in vita piccoli paesi, con le eccellenze agrosilvopastorali tipiche di queste Regioni”.

Dopo una lunga esperienza politica come consigliere regionale, e non solo, lei si propone per l’Europa che è davvero l’istituzione che i cittadini sentono ancora lontana. Come invertire la rotta?
“Occorre costruire una Europa politica, in grado di decidere ed esprimere una politica economica, una politica estera e della difesa, una politica interna e della sicurezza che affronti con equilibrio e autorevolezza la questione Mediterranea e la questione Balcanica. Inoltre va ridefinito il ruolo del Parlamento Europeo come "ruolo costituente" per dare all'Europa Federale una Costituzione”.


Gli altri punti principali del suo programma?
“Rafforzare una identità europea entro una sicura cornice istituzionale, che sia garanzia di pace, indipendenza e giustizia sociale. Lavorare per I'Europa dei popoli e della cultura, che sappia coniugare sviluppo e solidarietà, affrontare i problemi del lavoro e della formazione, valorizzare l'arte, incentivare l'innovazione tecnologica e la ricerca. E infine valorizzare in questa prospettiva le identità, la creatività, le risorse culturali, naturali, ambientali, economiche e sociali di Toscana, Umbria, Lazio e Marche”
Se venisse eletto, personalmente cosa porterebbe in Europa? Quali sarebbero le sue priorità?
“Intanto porterei l’Università per la Pace. Nel 2000 come consigliere regionale delle Marche preparai gli atti che hanno portato alla sua realizzazione. Il progetto ha trovato l’approvazione del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan che nel 2002 inviò alla Regione una lettera con cui manifestava la sua piena e convinta adesione. Ora più che mai abbiamo bisogno di pace. Ma lavorerei sodo anche per l’elaborazione del progetto macroregionale, diventando promotore di una legge a sostegno. Solo operando insieme si vincono le sfide, altrimenti si resta isolati. E’ l’unica vera strada percorribile per diventare un territorio d’eccellenza”.