Giorgia Meloni e il femminismo a convenienza? Per coprire la pezza, fa peggio e giustifica la sua pessima figura a Caviano con la lotta femminista
L'uscita volgare e dal retrogusto balilla in quel di Caviano, ha trascinato il Premier sulla graticola dello sberleffo. Forse perché consigliata male, magari da Lollobrigida, Giorgietta si è trincerata nel femminismo di ritorno, peggiorando la magra figura
Che la Giorgietta nazionale non abbia mai avuto in simpatia il femminismo nostrano, quello delle varie Murgia e Boldrini, è risaputo. Forse è questo uno dei motivi "culturali" per cui inizialmente ha goduto di tutta la nostra simpatia. Anche solo quel rispetto istituzionale per il quale ha preteso dal primo giorno di essere chiamata "il" Presidente, ci era sembrato un ritorno alla normalità dopo le esasperazioni degli anni precedenti, ma tutto si è fermato lì.
Sì, tutto si è fermato lì, perché per il resto non ne ha indovinata una, regalandoci una serie infinita di slogan, supercazzole, e collezionando un certo numero di figuraccie grazie a quel fenomeno di Ciccio Lollobrigida piazzato all'Agricoltura.
Fin qui, tutto nella norma. Allora, perché regge? Perché, a conti fatti, non ha alternative credibili. Il problema degli elettori è pacifico quanto chiaro. Sostituire Giorgia con chi? Con la coppia Calenda - Renzi che ci trascinerebbe dritti dritti in un servilismo verso gli Stati Uniti anche peggiore dell'attuale? Con la Schlein che, oltre a essere prossima alle dimissioni, ove mai governasse, riprendendo le parole del Pontefice, ci regalerebbe fin troppa frociaggine?
L'unico vero antagonista della Meloni è Vincenzo De Luca: lo sa lei, lo sanno a destra, e non vedono l'ora di farlo sapere a Via Sant'Andrea delle Fratte.
E sua Maestà Giorgia I teme il rivoluzionario partenopeo, lo teme a tal punto da non riuscire a mantenere un minimo di autocontrollo quando lo incontra, mandando in vacca i protocolli istituzionali e tirando fuori un linguaggio a dir poco scurrile.
Così, quel suo "stronza" ha riecheggiato in Italia e nel mondo come un fallimento, risultando un momento di gaudio solo per i quattro nostalgici di Predappio che inquinano il suo elettorato.
Inutile a dirsi, la nostra Giorgia se ne è resa conto un secondo dopo avere pronunciato quello "stronza", ma i ripari hanno peggiorato l'imbarazzo.
Con un triplo salto carpiato della supercazzola, se ne è uscita con la storia del femminismo: il famoso "stronza" sarebbe stato un modo per difendersi da un presunto attacco di De Luca reo di offese sessiste.
Ora, detto che l'attacco del Presidente della Regione Campania fu politico, non sulla persona, ci chiediamo quando, come, dove e perché Giorgia sia mai stata femminista.
É stata femminista piazzando i volontari Pro Vita nei consultori degli aborti? Gente senza competenze che serve solo a rendere ancora più tragico il dramma di chi decide di interrompere una gravidanza? É stata femminista tacendo sulle migliaia di donne e bambine bruciate vive negli ultimi giorni a Gaza? É stata femminista negli aiuti concreti mai dati alle donne sole e incinte?
Tre esempi, quelli appena fatti, sufficienti per dire che la Meloni sta al femminismo come un trans cingalese all'eterosessualità.
Di Aldo Luigi Mancusi