"Sono quella stronza di Giorgia Meloni": finalmente il Presidente del Consiglio ci regala un suo identikit impeccabile

In barba alle usanze istituzionali e al bont ton, a dileggio di una storia Repubblicana che tanto sembra calzarle stretta, Giorgia Meloni si autocandida per il remake di Troppo Forte, il capolavoro firmato da Carlo Verdone

Ok, fermi tutti. In un giorno solo abbiamo cancellato quel rimasuglio di eleganza istituzionale rimasta. Dopo Papa Ciccio che parla di "frociaggine", la cognata di quel premio Pulitzer delle supercazzole, Lollobrigida, ha sferzato il colpo di grazia.

Erano giorni che si temeva una nuova e imprevedibile esondazione verbale del Premier. Dopo l'attacco a La7, tutto era possibile, ma nessuno, dicasi nessuno, neanche i più nostalgici del ventennio si sarebbero mai aspettati un'uscita del genere.

In occasione dell'innaugurazione del centro sportivo di Caivano, al suo arrivo Giorgia ci ha regalato uno show degno dei migliori Vanzina.

Filmata in pieno stile Istituto Luce da Fabrizio Alfano, il suo Capo Ufficio stampa, con passo deciso, sguardo fiero e mano protesa per l'italico saluto, Lady Garbatella si è rivolta al Presidente De Luca con l'orgoglio che solo una vera camerata può esprimere "Buongiorno Presidente, sono quella stronza di Giorgia Meloni". 

Vincenzino, da suo canto, ovviamente è rimasto interdetto e ha balbettato qualcosa di incomprensibile, ma cortese.

Figuratevi quanto può essere rabbiosa la servetta di Biden. Tanto non gli è andato giù il primo "stronza" di De Luca, detto tra l'altro in separata sede e ipoteticamente lontano dalle telecamere, che ha voluto interpretare il nobile ruolo della lavandaia facendo quella che a Roma si chiama "piazzata", ovvero rispondendo a telecamere accese di fronte al Paese.

Ora, il problema qual é? Da un lato da oggi possiamo vivere meglio la cronaca politica, anche quando Lollobrigida sussurra romantiche poesie alle caciotte, perché la Meloni se l'é detto da sola che è stronza, e a noi sta bene così, meglio saperlo che ipotizzarlo.

Dall'altro lato, c'é da preoccuparsi. É ormai conclamato il senso di onnipotenza dell'ex compagna di Giambruno, che se non si vede ducetta, poco ci manca. Così forte è in lei il senso di potere e potenza che si sente in diritto di dire e fare la qualunque, incluso offendere le ritualità istituzionali con la volgarità della strada

Ci ricorda, in un certo qual senso, l'onnipotenza espressa da Hitler quando diceva "io sono la Germania". Ecco, lei sembra dire "io sono l'Italia", ma priva di baffetto e divisa

A questo punto, c'é da chiedersi cosa ci riserverà il futuro, perché dopo questa elegantissima uscita tutto è possibile, inclusa la nomina di Lollobrigida a Ministro della Pubblica Istruzione, giusto per finire di mandare in vacca il Paese, magari annunciando il glorioso evento da Piazza Venezia, tanto il vento soffia da quella parte (o fischia il sasso?).

Di Aldo Luigi Mancusi