Sondaggi elezioni europee 2024, per Giorgia Meloni plebiscito social (60% pro candidatura), Azione e Avs sotto la soglia di sbarramento del 4%

Giorgia Meloni rompe gli indugi e dopo un breve tira e molla decide di scendere in campo, sarà presente in tutti i collegi d'Italia come capolista per le prossime elezioni europee, mossa strategica volta ad attirare voti in quanto non è consentito avere la doppia carica, quindi se eletta, dovrà scegliere cosa fare. Tra i partiti male Azione di Calenda, oggi sotto la soglia di sbarramento utile per eleggere deputati a Strasburgo

E' stata la stessa premier Giorgia Meloni a "scatenare" il web dopo l'annuncio dalla kermesse di Fdi di Pescara, in cui ha fatto sapere urbi et orbi di volersi candidare per le prossime elezioni europee, in programma l'8 ed il 9 giugno 2024. "Siamo di fronte a una battaglia decisiva, siamo a un bivio che non consente di tirarsi indietro, tutti devono fare la propria parte e io intendo fare la mia - ha detto - Ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fratelli d'Italia in tutte le circoscrizioni elettorali, se sopravvivo". E poi si è rivolta direttamente agli elettori: "Chiedo agli italiani di scrivere sulla scheda il mio nome, ma il mio nome di battesimo. La cosa di cui vado più fiera è che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me continui a chiamarmi semplicemente Giorgia. Io sono stata derisa per anni per le mie radici popolari, mi hanno chiamata pesciarola, borgatara.. perché poi loro sono colti, eh. Ma io sono fiera di essere una persona del popolo". “Se volete dirmi che ancora credete in me - ha proseguito - scrivete sulla scheda Giorgia, perché io sono e sarò sempre una di voi. Il potere non mi cambierà, il palazzo non mi isolerà. Io ho bisogno di sapere ancora una volta che ne vale la pena".

Sondaggi elezioni europee 2024, per Giorgia Meloni plebiscito social, il 60% è favorevole alla sua candidatura

Subito dopo l'annuncio è stata effettuata una ricerca social da parte di Vis Factor, società leader a livello nazionale nel posizionamento strategico, attraverso Human, la propria piattaforma di web e social listening realizzata interamente con algoritmo a base semantica italiana, per tastare l'umore degli internauti circa la decisione del presidente del consiglio. Bene, il dato che emerge è per certi versi sorprendente, con numeri quasi bulgari: il 60% si è detto favorevole e promuove nettamente questa decisione. Sempre secondo questo sondaggio di Vis Factor, tra gli argomenti più digitati in relazione al tema troviamo “scrivi Giorgia”, “cambiamo l’Europa” e “meno tasse”

"Consenso ampiamente positivo ben oltre il perimetro del centrodestra"

“Si tratta di un risultato ampiamente positivo che va ben oltre il perimetro del consenso della coalizione di centrodestra. Vuol dire che gli italiani apprezzano il coraggio del presidente del Consiglio di misurarsi con queste elezioni a oltre un anno e mezzo di insediamento al governo", spiega Tiberio Brunetti, fondatore di Vis Factor, analista politico e imprenditore. "Meloni ci mette la faccia e mira a tirare la volata di Fdi, per ribadire il primato assoluto del partito all’interno del centrodestra ma, principalmente, a livello nazionale. L’invito a 'scrivere Giorgia' sulla scheda è molto evocativo e dà un senso di prossimità umana della candidatura, mentre il claim 'l’Italia cambia l’Europa' per quanto forte e chiaro rischia di essere troppo velleitario nel medio periodo. Serve adesso dare una mission chiara a questa candidatura affinché sia coerente con le aspettative degli italiani e con l’azione di governo”.

Polemiche sulla scelta della Meloni di mettere solo il nome nella scheda 

A cercare di fare luce su questa motivazione ci pensa il ministro Francesco Lollobrigida: "Ci sarà scritto 'Giorgia Meloni detta Giorgia'" ha sottolineato parlando di "una possibilità che la norma dà proprio per semplificare il concetto". Del resto non è la prima volta che si usa lo pseudonimo elettorale. L'esempio più noto è quello dello scomparso leader dei Radicali, che sulla scheda elettorale compariva come "Giacinto Pannella detto Marco". Nell'elezione che lo ha incoronato sindaco di Milano, Sala ha usato sulla scheda "Giuseppe Sala detto Beppe". Ha aggiunto invece il solo nome di battesimo, proprio come farà la premier, una candidata delle liste di Carlo Calenda alle comunali di Roma del 2021, "Cecilia Frielingsdorf detta Cecilia".

Dal plebiscito 'meloniano' ai guai della sinistra, in tanti rischiano di restare fuori, tra questi Azione 

Se da un lato il consenso "virtuale" della premier fa ben sperare nel quartier generale di via della Scrofa, dall'altro c'è chi, a poco più di un mese dal voto, deve fare i conti con i consensi dei sondaggi che proprio di crescere non sembrano averne voglia. Sono tutti quei soggetti politici che ondeggiano tra la vita (soglia superata) e la morte (consenso sotto il 4%). E' il caso di Azione, il movimento di Carlo Calenda sta nel guado col il suo 3,8% - appaiato ad Avs, anch'esso con la stessa percentuale di preferenze- un numero che lo terrebbe fuori dai giochi essendo del 4% la soglia di sbarramento da superare. Stesso discorso per la coalizione di Bonelli e Fratoianni.